Approfondimenti » 10/04/2012
Il dormitorio in tempi di Pasqua ed elezioni. Di Bruno Mitrugno
Agli amici candidati Sindaci e consiglieri comunali.
Il giorno di Pasqua mi sono recato al dormitorio di Via Provinciale San Vito, per salutare gli immigrati e i volontari presenti. Immigrati 200 circa, volontari 2: “mamma” Adele e Sadis, immigrato pure lui dello Sri lanka, da tempo aiuta gli altri immigrati, lui cattolico, gli altri 199 quasi tutti musulmani.
200 persone umane in un contesto di totale degrado. Materassi e coperte stesi per terra fin sotto l’ingresso; a fianco buste di plastica, piene di vestiti e residui di cibo. Il tutto in un capannone con un tanfo indicibile.
Molti di loro erano in fila per ricevere da Sadis qualche bustina con dentro 5 biscotti tipo gallette, dono dell’Agea (ente che si occupa dei surplus di produzione alimentare). I biscotti si sono finiti presto, ma loro non hanno protestato. Anzi, a turno hanno salutato mamma Adele e le hanno dato gli auguri. Sapevano che per lei Pasqua era un giorno importante.
Ho parlato con alcuni di loro: ansie per il permesso di soggiorno in rinnovo, assenza di lavoro. Nessun reclamo o disperazione, molta dignità. Tutti pieni di speranza.
Zaccaria mi riproponeva il suo sogno: ottenere un seppur vecchio trattore da qualche benefattore e portarlo nel suo Togo (Africa occidentale). Ed io a ridirgli che è difficile trovare un trattore e che se anche lo trovasse sarebbe molto dispendioso portarlo in Togo.
Storie umane, ricchezze!
I nostri nonni immigrati in paesi lontani!
Ecco, pongo alla vostra attenzione questa realtà della nostra città, insieme a quella del CIE e del CARE di Restinco. Discutetene, discutiamone. Offriamo almeno speranza, se non soluzioni per questi nostri fratelli immigrati. Siamo gente accogliente. Non facciamoci rovinare da infelici amministratori, che usando linguaggi forbiti stanno cambiando anche i nostri cuori. Che con la loro inerzia stanno distruggendo un patrimonio di accoglienza che il mondo intero ha riconosciuto ai brindisini.
Don Tonino Bello ci sprona ad aver coraggio, a guardare a un Dio che non fa graduatorie, che non sempre si lascia incantare da chi sa parlare meglio, che non sempre rispetto ai sospiri dignitosi del povero, dà la precedenza al canto gregoriano che risuona nelle chiese, né sempre si fa sedurre dal profumo dell’incenso, più di quanto non si accorga del tanfo che sale dai sotterranei della storia.
Bruno Mitrugno
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