Approfondimenti » 04/05/2012
Al tempo dei romani le acque del porto più basse di circa 3 m. Di Francesco Magno
Gli scavi che vanno effettuandosi su Viale Regina Margherita hanno evidenziato la presenza di ritrovamenti storici che, per gli esperti, sono databili al XVII –XVIII secolo; fra questi si evidenzia la presenza di alcune (belle) “volte” di “vasche limarie” e quindi destinate al deposito delle componenti solide trasportate dalle acque, prima dello scarico a mare; una forma primordiale ma efficace di “bonifica e depurazione”.
Il “tetto” delle volte, però, si rinviene a circa mezzo metro dall’attuale livello medio del mare e quindi, con l’attuale situazione marina, le stesse vasche non avrebbero potuto assolvere alle funzioni per le quali erano destinate.
La ragione sta nel fatto che l’attuale livello medio marino non corrisponde a quello relativo al periodo nel quale queste sono state create che, certamente, era inferiore a quello attuale.
La domanda che mi pongo e che altri concittadini mi hanno rivolto è: di quanto si è modificato il livello del mare? E quanto era questo livello al tempo storico dell’era romana (2.000 anni fa) ?
E’ accertato scientificamente che le variazioni del livello del mare dipendono da due fattori essenziali quali: le variazioni climatiche ed i movimenti verticali della litologia locale che, molto spesso, come nel caso di Brindisi, sono direttamente interconnessi; appare opportuno, se pur brevemente, entrare nel merito dei due fattori per cercare di dare concrete risposte alla domanda.
Le variazioni climatiche globali, che agiscono sulle decine e le centinaia di migliaia di anni, sono essenzialmente innescate dalle variazioni periodiche dei parametri dell'orbita terrestre (precessione degli equinozi, dell’obliquità dell’eclittica e dell’eccentricità dell’orbita) e sono, infatti, queste che controllano l'intensità dell'insolazione che giunge sulla superficie del pianeta e determinano le variazioni climatiche e conseguentemente il livello del mare; insolazione che è da almeno due secoli condizionata dall’immissione dei “gas serra” e quindi, per buona parte, dall’azione dell’uomo.
Dall’ultima microglaciazione (circa 20-22.000 anni fa) ove il mare si era ritirato di circa 140 m., si è avuto un innalzamento della temperatura media ed il mare è dapprima fortemente (scioglimento ghiacciai) e poi meno, innalzato fino a pochi metri in meno dell’attuale livello.
Negli ultimi 2 secoli, da quando cioè sono disponibili misure strumentali e, successivamente, i dati da satellite, il livello del mare mostra di aver subito una risalita media complessiva di circa 1-1.5 mm/anno. Scendendo nel dettaglio, la media mondiale dei mareografi (centinaia di stazioni in tutto il mondo alle quali è stata sottratta la componente isostatica) mostra, per gli ultimi 50 anni, un valore di 1.8 mm/anno, mentre i dati i dati satellitari evidenziano un tasso di risalita del mare di +3.3 ±0.4 mm/anno, per il periodo 1993-2006 (dati IPPC).
Se facciamo una proiezione a 2.000 anni fa e consideriamo il valore medio di 1,5 mm./anno, si ha che al tempo dei romani il porto di Brindisi presentava un’altezza del livello del mare inferiore di circa 3 m. rispetto a quello attuale; ciò fa pensare che al di sotto delle attuali evidenze rivenienti dagli scavi, vi possano essere resti di età romana!!!
A questa differenza di livello va però sottratto l’abbassamento del livello litologico dovuto alla naturale compattazione (bradisismo negativo–isostasia) delle argille poste al di sotto dei terreni emersi e quantizzabile in 10-15 cm.; lo spessore delle argille è variabile da 40 a 60 m.
In definitiva al tempo dei romani il nostro porto aveva un livello di mare inferiore a quello attuale di circa 2,85-2,90 m.
La stessa proiezione però non può essere fatta sulle “vasche limarie”, con l’età presunta che porta però ad ipotizzare il livello medio a circa 0,70-0,80 m. al di sotto, altezza che non permetterebbe la regolare funzionalità delle stesse; allora è presumibile che il dato riscontrato dai satelliti (+3.3 ±0.4 mm/anno) sia reale per gli tre secoli, anche se crescente, e che il livello del mare fosse almeno 1,5-1,8 m. inferiore all’attuale.
In definitiva, al di là dei danni prodotti dall’uomo nella realizzazione di fogne e quanto altro e quelli che sempre più va producendo con l’immissione di “gas serra”, valutino gli esperti archeologi, quale sia la reale situazione riscontrata e trovino soluzioni razionali, non dimenticando, però, che il cuore di brindisini è per una conservazione delle preesistenze.
Prof. Dott. Francesco Magno
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