Approfondimenti » 09/05/2012
Vincitori, vinti e la lezione dell'Ing. Rossi. Di Oreste Pinto
Come accade dopo ogni elezione, sui media tradizionali e sui social network è partito il gran premio del commento ai risultati elettorali del Comune di Brindisi. Spesso le valutazioni sono finalizzate a portare acqua al mulino di chi scrive e a volte sono eseguite con il chiaro intento di salvare capre e cavoli.
Anche io voglio partecipare al gioco e sottolineare due-tre circostanze che ritengo rilevanti. Con una piccola premessa: spero che qualcuno mi perdonerà se mi sottraggo al gioco più in voga del momento: il calcolo se due, tre o sette liste insieme costituiscono il primo partito di Brindisi. Ho letto, perfino, che messe insieme le percentuali dei partiti della Sinistra si otteneva il primo partito di Brindisi. Dato poco oppugnabile, certo. Ma giudicare chi confronta il risultato globale di 7 liste ed oltre 200 candidati, con quello ottenuto da una sola lista con 32 candidati, appare materia più da psichiatri che da osservatori della realtà.
Senza avere la presunzione di essere un'analista autorevole o il tuttologo dell'iovelavevodetto, mi limiterò ad elencare la mia personale visione su vincitori e vinti ed una valutazione su uno dei messaggi offerti dal voto popolare.
- I VINCITORI:
Non vi è alcun dubbio che i vincitori sono Mimmo Consales ed il centrosinistra. Contro ogni aspettativa generalizzata, la coalizione guidata dal giornalista professionista si è imposta al primo turno, evitando l’insidia di un ballottaggio che, probabilmente, non avrebbe modificato il risultato finale ma avrebbe acuito lo scontro in una città che ha bisogno di ragionare e confrontarsi sulle cose da fare e non certo di invilupparsi in lanci di fango senza alcun costrutto.
- I VINTI
I vinti sono molti. A partire da coloro che – all’interno del Pd – non hanno accettato la candidatura di Consales e l’hanno avversata prima e durante, credendo di poter condizionare il volere degli organismi dirigenti con altri mezzi “alieni” alle sedi di partito.
Tra i vinti c’è anche Mauro D’Attis, insieme a tutto il centrodestra. La batosta elettorale è figlia di scelte errate, ma non solo. Nel Pdl, troppe persone non hanno intuito che Mennitti godeva dell’enorme stima della borghesia brindisina, ma non era mai riuscito a creare quel legame con i cittadini che avrebbe potuto trainare l’ex maggioranza oltre il suo settennato. Pertanto Mauro D’Attis – al netto del carisma di Mennitti – ha scontato sulla sua figura tutta la disillusione palpabile da diversi anni in ogni angolo della città. E non ha funzionato nemmeno la scelta di puntare sulla “giovane età” perché ha prevalso la percezione che D’Attis fosse figura non secondaria della vecchia amministrazione e quindi assolutamente poco credibile per incarnare il tanto auspicato requisito della discontinuità.
Esce sconfitto anche Giovanni Brigante che ha voluto giocarsi fino in fondo il legittimo sogno di sedere sullo scranno più alto dell’Amministrazione della sua Città. Ma – onestamente - non avrebbe potuto mai realizzarlo senza il Pd oppure senza una coalizione che unisse tutte le forze politiche a sinistra del Pd. La sensazione generale è che la sua campagna elettorale, condotta “contro” e non “per” ed avvalendosi di liste poco robuste, abbia finito per erodere parte dei consensi che era stato bravo a costruirsi intorno alla sua figura.
- IL MESSAGGIO
Tra i diversi messaggi offerti del voto mi piace sottolinearne uno in particolare. L’operato di Brindisi Bene Comune che, con una ottima campagna elettorale, ha saputo portare Riccardo Rossi in consiglio comunale. Cosa non affatto semplice se si considera che gli altri candidati Sindaco erano supportati da una coalizione di almeno tre liste e, quindi, da un centinaio di candidati.
Brindisi Bene Comune è la dimostrazione che, anche in politica, le energie sprigionate da un gruppo di persone possono valere quanto il denaro speso da altri soggetti.
L’hanno auto-denominata “La Rivoluzione delle Formiche”. Di certo BBC rappresenta una novità assoluta nel panorama politico locale, ma staremmo freschi se la “rivoluzione” si concretizzasse nell’elezione di un solo consigliere, peraltro di minoranza!
A mio avviso l’insegnamento che Brindisi Bene Comune ha saputo offrire ad una realtà asfittica come la società brindisina è molto più rilevante del risultato elettorale raggiunto.
BBC è un esperimento ottimamente riuscito di “Ri(E)voluzione” della politica, di Ri(E)voluzione di mezzi e metodi con cui portare le istanze della società all'interno delle Istituzioni.
E’ il successo personale di gente come Riccardo Rossi che per anni si è riconosciuta in quella sinistra alternativa che non riusciva a creare consensi intorno alle proprie visioni della realtà locale e nazionale.
Quel Riccardo Rossi che cinque anni fa, quasi auspicando e predicendo la nascita di movimento politico che sapesse far tesoro delle mobilitazioni di massa, scriveva: “Nessuna lotta parziale, nessun movimento possono svilupparsi in senso rivoluzionario e socialista in assenza di un partito che sta in ogni lotta e in ogni mobilitazione per svilupparla, per ricondurre, attraverso un programma transitorio, le rivendicazioni e i bisogni immediati alla comprensione della necessità della prospettiva anticapitalista”.
Il messaggio lanciato dall’Ing. Rossi e dalla gente che in lui si riconosce non poteva essere più chiaro: il cambiamento, la Ri(E)voluzione della politica, passa attraverso la rottura dei muri che inibiscono la partecipazione, si plasma sull’ascolto continuo delle istanze di cittadini e gruppi e si esprime con l’apertura delle porte dei soggetti politici a nuova linfa vitale.
Adesso la questione è vedere se e quando i partiti sapranno procedere ad una simile Ri(E)voluzione di metodo e azione…
Ore.Pi.
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