Approfondimenti » 17/06/2012
Un'altra estate da raccontare. Di Iacopina Mariolo
Tutto scorre, è giunta un’altra estate (un’altra estate da ricordare…) o da raccontare? Non ricordo bene il pezzo dei primi anni ’70.
Il tempo passa inesorabilmente perché oltre la convinzione che sia uno strumento relativo e legato al mondo della soggettività, segna e continuerà a segnare oggettivamente i passi del nostro percorso di vita.
Da proletaria del mare senza fissa dimora, anche quest’anno ho scoperto che niente è cambiato, ogni piccolo spazo libero della litoranea Punta Penne - Apani è invasa da questa povera cittadinanza brindisina che finalmente ha scoperto che il mare cura (o meglio riduce) gli effetti del carico inquinante che sopporta tutto l’anno e non appena può corre a respirare quel po’ di aria libera dal carbone e dallo smog cittadino.
Eppure è bella la costa brindisina: il mare… “aroma suspendido,coro de sal sonora “ ( da Ode alla speranza di P. Neruda ), noi non potremmo fare a meno del mare, sul bagnasciuga le nostre orme, da piccoli a grandi. Penso che i luoghi del mare abbiano catturato le nostre risate, i nostri scherzi, i pianti, i giochi, gli amori….
Tutto questo rappresenta il mare per noi, brindisini per patria e/o per amore, per questo accettiamo di percorrere falesie sbriciolate dall’incuria degli amministratori, di stendere i teli, aprire sdraio ed ombrelloni nel cimitero della plastica, del vetro , dei contenitori di dubbia provenienza, sistemando nella discarica prescelta anche il gazebo ed il frigo portatile unitamente al tavolino con la tovaglia e le stoviglie pulite, perché le donne brindisine amano pulire, rassettare, stirare e ti immagini che brutta figura se in mezzo al porcile la nostra tovaglia avesse una macchia?
I giovani, i ragazzi e le ragazze ogni anno si ricordano di avere un progetto, un’idea per mettere su un lido, uno spazio attrezzato lungo la costa.. “ma come fai? Non ti danno la concessione neanche se vuoi pulire e sistemare... aspettiamo tempi migliori!“
Poi tocca agli adulti, a quelli che hanno memoria della Sciaia, dell’Estoril e di…”come si chiamava quel parco ora abbandonato e per fortuna casa dei barboni e dei cani? Che bello che era, speriamo che il nuovo sindaco lo faccia ricostruire più bello di come lo ricordo…”
A questo punto una domanda mi sorge dal cuore e non so a chi rivolgerla:
“Ma le macerie di contrada Sbitri, che fine hanno fatto?”
Iacopina Mariolo
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