Musica » 25/07/2012
Marco Greco intervista Giuseppe Albertini
Dopo 14 anni e 68 concerti che hanno visto la partecipazione di alcuni tra i più grandi artisti italiani e stranieri, il Festival del Blues è stato tagliato dagli appuntamenti estivi da parte dell’Amministrazione Comunale di Brindisi. L’indignazione e la protesta si è levata da più parti: dai semplici cittadini agli addetti ai lavori, dagli appassionati agli artisti. Giuseppe Albertini, lo storico organizzatore dell’evento, non si è perso d’animo. Confortato e supportato dalla grande solidarietà espressa da più parti, con l’aiuto e la disponibilità di alcuni noti musicisti pugliesi, ha voluto dare continuità ad una tradizione che da 14 anni è parte integrante della nostra cultura musicale,del nostro territorio e della nostra città. Il “patron” Albertini è stato ospite venerdi 20 luglio scorso di “Radi@zioni Cult”. Riportiamo una parte dell’intervista realizzata negli studi di Ciccio Riccio.
-Radiazioni – L’esclusione del Festival del Blues, pare sia stata, una scelta dell’Amm.ne Comunale legata a motivi di un budget ridotto rispetto agli scorsi anni. In che modo hai saputo dell’esclusione del Festival dai programmi estivi?
-Albertini – Vorrei fare una precisazione: Non credo sia stata una questione di budget. Al momento non ho ricevuto alcun incontro ufficiale con qualcuno o con qualche delegato del Sindaco o del Comune di Brindisi. Il discorso del budget non è possibile. In realtà, la nuova iniziativa Culturamiamo ha un costo di 210.000 euro, mentre lo scorso anno, il costo delle varie iniziative è stato di 230.000 euro circa. L’errore è stato nell’eliminazione degli spettacoli che avevano una tradizione consolidata negli anni.
- Rad. – L’Amm.ne Comunale forse ha ritenuto la richiesta molto onerosa per le proprie casse. Se ci fosse stata la possibilità di ridurre i costi, avresti accettato di organizzare ugualmente il Festival del Blues?
- Alb. – L’abbiamo fatto lo scorso anno, organizzando il Festival in una sola serata, con una diminuzione del budget del 40% circa. Si trattava solo di convocarmi e di parlare sul da farsi.
- Rad. – Possiamo chiederti quali artisti e gruppi avevi pensato di far esibire quest’anno alla 15° edizione?
- Alb. – Inizialmente avevo fissato un blocco di tre artisti americani, tra cui Andy Just, un armonicista molto bravo. Avevo pensato, così come vi avevo promesso lo scorso anno, di far esibire i 9Below Zero, uno tra i gruppi più importanti del British Blues.
- Rad. – Il Festival del Blues di quest’anno è stato chiamato il “Festival della Gente”, perché fortemente richiesto da una parte della città. Ti aspettavi tanti attestati di solidarietà?
- Alb. – Per quello che ho cercato di organizzare in tutti questi anni, credo di si. Però tanti attestati così calorosi, non me li aspettavo. Ci sono state tantissime persone, addetti ai lavori, musicisti e i media che si sono schierati a favore del Festival. In tutto questo, ci sono tre aspetti importanti da sottolineare: la solidarietà, la rabbia e la forza che ho ricevuto per non far morire questo evento.
- Rad. – 15 anni di Festival del Blues. Quello di domenica 29 luglio cosa sarà: un compleanno amaro, una nuova scommessa da vincere o uno schiaffo morale nei confronti di chi ha cancellato questo evento?
- Alb. – Le ultime due considerazioni sono quelle esatte. Non si tratterà di un compleanno amaro, perché siamo risorti alla grande. Faremo una edizione speciale perché sarà il “Festival della Gente”. Un Festival fatto da tutti i brindisini. Siamo convinti della grande partecipazione del pubblico per uno spettacolo all’insegna della musica, della cultura, della tradizione e della continuità.
MARCO GRECO
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