Approfondimenti » 23/08/2012
Rimetti a noi i nostri debiti... Di Pino De Luca
Ciò che è noto come “globalizzazione” verso la quale si son manifestati sentimenti di varia natura, è semplicemente la conseguenza di uno sviluppo tecnologico assai più rapido di quello della cultura che avrebbe dovuto accompagnarlo.
Esistono, paradossalmente, milioni di individui che sanno perfettamente come cercare qualunque cosa ma ne esistono ancora di più che sono incapaci di sapere cosa cercare e i due insiemi in larga parte si sovrappongono.
Una delle conseguenze di questa discrasia è, come sempre accade ai bipedi implumi ignoranti, la nascita di una interpretazione metafisica. Di nuovi dei e nuovi demoni c'è bisogno.
Paraculos e prole indossano abiti da interpreti dei nuovi dei o dei nuovi demoni e assurgono ad un potere tanto incontrastato quanto inspiegabile.
Il dio di questo tempo sono “i mercati”, i demoni “la speculazione”, i nuovi sacerdoti “gli economisti”, la setta maligna “le banche”.
Le entità metafisiche hanno un ruolo importantissimo nella vita e nella psicologia singola e di massa. Così come quando ci martelliamo un dito per incompetenza o disattenzione proferiamo parole insulse verso beatitudini o creature demoniache accusandole ingiustamente delle nostre deludenti capacità operative, allo stesso medesimo modo, avvezzi a buttare tonnellate di package inutile, cibo scaduto, utilizzo improvvido del mezzo di locomozione ci avventiamo contro le “banche” che non ci aiutano quando le nostre tasche sono prive del simbolo della nuova ecclesia: la cartamoneta.
E, collettivamente, viviamo una crisi prodotta da un susseguirsi di classi politiche incompetenti e gaglioffe ma elette da noi stessi e imprechiamo costantemente verso “mercati” e “speculazione finanziaria”, magari dopo aver raccontato agli amici che il nostro “fondo di investimenti” ci ha fatto guadagnare il 5,5% invece del 3,5% medio di un altro fondo che il nostro amico comune aveva, tapino, sottoscritto.
Nuove divinità e nuovi demoni con i quali gestire le vere leve del potere: la speranza e la paura. La speranza e la paura esisteranno sempre ma le ragioni che le suscitano bisogna cambiarle, a volte spesso, a volte dopo molti secoli.
I laici si sono inventata la propria religione, i religiosi hanno il proprio paradigma. Nel racconto di Eusebio di Cesarea, il patto fra le due, incrinatosi nel tempo, fu riscritto con il prodigioso “Εν Τουτω Νικα” tra due lame di luce incrociate. Era il principio del IV secolo d.c.
Il nuovo dio mercato pretende sacrifici, tanti sacrifici, che con il tempo, forse compenserà con la sua benevolenza. È più sei morto di fame più sacrifici devi fare e devi tacere, perché, come dicono i sacerdoti, i mercati devono combattere la speculazione e per farlo devono assoldare le banche. Il morto di fame si sacrifica per pagare le banche che ci difendono dalla speculazione. È tutto molto logico, tutto si tiene.
Come con quegli altri, tu vai in guerra per difendere i luoghi sacri dove io possa abitare nella serenità e nella ricchezza. La tranquillità e la felicità dei sacerdoti si paga con il sangue della povera gente. Cambia il nome, cambiano gli scenari ma la sostanza rimane immutata.
Quando penso a Ra, Astarte, Seth, Shiva, Zeus e compagnia, a Masauh'u, a Odino, ad Arta, Kama e Sashtra, financo al Talmud, alla Bibbia e al Corano per non parlare di Wiraqucha o Mama Coca, Tezcatlipoca e Quetzalcoatl, mi sembra davvero che la regressione più barbara si sia impadronita dell'umanità. Intere biblioteche sono state scritte per narrare la mitologia di queste epopee che hanno segnato la storia delle umane vicende sul pianeta. Ne hanno prodotto la sua evoluzione e il senso più profondo della socialità e della cooperazione. Per approdare ai BTP, ai Derivati, ai Warrant, ai Fondi Sovrani, ai Fondi Pensione e così via …
Sono vissuto fino ad oggi senza paura e senza speranza, continuerò a farlo. Ma a quanti non possono fare a meno dell'una e dell'altra dico: provate a ricordare la vostra religione precedente, da qualche parte è scritto: “rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori”. Sarebbe sufficiente lo facesse uno e i nuovi dei si scioglierebbero come neve di marzo sotto il sole di luglio, a me non verrebbe nulla se non il godermi la scena dei nuovi sacerdoti che rimangono con un palmo di naso e le pezze al culo.
Pino De Luca
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