Approfondimenti » 27/10/2012
Dall’incertezza di oggi al cambiamento possibile. Di Iacopina Mariolo
Vien da chiedersi: dove siamo? Cosa stiamo facendo (a che pro) ? Dove stiamo andando?
Se è vero che...”Chi vuol essere lieto, sia : Del doman non v’è
certezza”, è pur vero che appare impossibile allietarsi in un clima di difficoltà spesso insormontabili per una vasta fetta della popolazione italiana e mondiale.
Questa cosmica insoddisfazione è aggravata proprio dall’incertezza diffusa in ogni settore della sfera pubblica e privata. Forse mai come in questa fase storica la sfera pubblica (politica, economica, sociale) è apparsa strettamente connessa a quella privata (personale, psicologica).
Sono mutati i canoni interpretativi, le persone sono molto più consapevoli che in passato degli effetti che la storia (il modello vigente nel contesto di riferimento) ha sulla propria dimensione umana , psicologica, sia in relazione ai bisogni materiali che alla dimensione spirituale (psichica).
Ecco che le emozioni sono rimosse o controllate, molti sono costretti a vivere in uno stato di anestesia psichica ed emozionale per non cadere nel baratro di una depressione.
In questi momenti, quando ad esempio il lavoro viene a cessare o rappresenta una meta difficilmente raggiungibile, essere lieti come il nostro Lorenzo de’ Medici auspica è non solo impossibile, ma da stolti; se aggiungiamo l’invito oraziano a cogliere l’attimo (il carpe diem) restiamo ancor più perplessi: qual è dunque (o se esiste) una via da seguire per mantenere uno stato di benessere psicologico se pur di livello parziale o sufficientemente adeguato per mantenere uno stato di salute psichica?
L’unica ottica possibile è quella del cambiamento, accettare la precarietà del momento significa sentire di vivere un importante momento che può essere significativamente trasformativo.
Le genti, i popoli, non hanno fatto solo guerre ma percorsi alla ricerca di nuove verità superando i facili dogmi e le credenze che fino ad allora avevano accettato, dunque si sono mossi alla ricerca della terra promessa; le migrazioni dei popoli da sempre hanno posseduto in primo luogo la forza e l’impeto di una volontà trasformativa, che genera il nuovo lasciando alle spalle ciò che paralizza chi si volta indietro a guardare ( Lot fuggì con la moglie e le figlie; ma durante la fuga sua moglie, per aver contravvenuto all'ordine di non voltarsi a guardare, fu tramutata in una statua di sale (Genesi 19,1-26).)
Facciamo silenzio, lontani dagli influssi mediatici che annientano con l’oscurantismo la nostra possibilità e capacità tipicamente e meravigliosamente umana,di cambiare, trasformare le distruzioni in nuova vita… l'essere umano è da sempre attore privilegiato e protagonista del cambiamento per sé stesso e per gli altri.
Ora sono mio figlio
Che rotola si rialza
Sorride dell’essere
in un giocoso divenire (anonimo)
Iacopina Mariolo
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