Approfondimenti » 08/12/2012
8Dicembre2012, a 35 anni dallo scoppio del P2T. Di Antonio Camuso
8 dicembre 2012, a 35 anni dallo scoppio del P2T.
La cronaca della commemorazione, attraverso il commento di Pugliantagonista.it
Brindisi, piazzale del Petrolchimico, ore 09.00.
Mentre ci avviciniamo in macchina al piazzale,nonostante i finestrini chiusi , le folate di odore dei gas prodotti dalla lavorazione degli impianti e dai depositi giungono alle nostre narici, grazie ad un vento teso da scirocco che fa esaltare ancor di più la fiamma della Torcia di sicurezza sita a pochi passi dalle isole Pedagne.
Sembra proprio che oggi, in questo tragico anniversario, pur in esiguo numero , ci fosse rappresentata l’intera città di Brindisi che quel lontano giorno di dicembre 1977 fu svegliata di soprassalto dall’esplosione del reparto P2T del Petrolchimico, con annessi morti, feriti e devastazioni.
C’era il sindaco e molti consiglieri comunali in rappresentanza della città, c’era chi allora faceva il sindacalista, c’era chi lavorava in quel Petrolchimico ed era il cugino di quel Giuseppe Marulli che fu una delle tre vittime , c’era l’attuale direttore dello stabilimento ENI , e come dicevamo precedentemente, a ricordare tutti quanto sia delicato un impianto di produzione chimica e trasformazione di derivati del petrolio, c’era questa mattina una fiammeggiante e rumorosa fiamma uscente dalla Torcia di sicurezza. Una fiamma che, insieme a quelle prodotte da altre torce, ogni volta che illumina il cielo di Brindisi incute timore fa volare la mente dei brindisini a quella notte dell’8 dicembre 2012.
Un impianto, quello del P2T che, fermo dopo una lunga manutenzione, ebbe un improvvisa perdita e poi, esplosioni, fiamme e nuvole di gas, con il terrore che ci fosse un effetto domino agli altri reparti e ai serbatoi dell’intera zona industriale.
Una ipotesi allucinante che avrebbe potuto trasformare Brindisi o in una grande pira ardente o un una immensa camera a gas.
Lo sforzo dei vigili del fuoco giunti da tuta la regione fu straordinario, ma il buon Dio, o semplicemente madre Natura, ci misero la loro parte. In quel tempo i cambiamenti climatici non ancora erano riusciti a modificare le naturali condizioni meteo della città e, quell’8 dicembre a spirare c’era la santa /maledetta tramontana brindisina che dai Balcani, 9 mesi l’anno risiedeva in città.
Di questo commentavamo con gli amici di NO al Carbone e di Brindisi Bene Comune, presenti in folto numero in rappresentanza di quella parte di città che vuol far sentire su questi temi la sua voce. Se quel giorno avesse spirato lo scirocco odierno, lo stesso che ormai da mesi non molla l’intero Meridione e che ha generato il tornado sull’ILVA, ebbene, quella notte, i fumi pestilenziali e le fiamme avrebbero fatto ben altri danni, tra gli operai ed i cittadini brindisini.
Oggi in questa dovuta commemorazione , il caso ha voluto che tra i giornalisti dell’epoca ci fosse in veste da sindaco lo stesso Mimmo Consales e tutti erano memori di ciò che avvenne e che si rischiò quel giorno.
Bene quindi che l’amministrazione abbia fatto quest’iniziativa ed importante che ad essa accomunati insieme, pur nella diversità dei ruoli, ci fossero coloro che amministrano la Città, chi ha la responsabilità degli impianti industriali e gli stessi ambientalisti della vecchia e della nuova ora , accomunati con gli artisti ed intellettuali che vorrebbero costruire una città più sana , pulita e degna di esser goduta.
Il pensiero è andato alle vittime di quel giorno, ma anche alle tante che hanno costellato la vita di quegli impianti, dei tanti morti di serie B, delle cosiddette ditte appaltatrici, quelle che facevano il lavoro sporco e dove tutela e salute degli operai era ZERO e a cui spesso era dato il compito di smaltire scorie e scarti di lavorazione. Il ricordo ai tanti morti per amianto di cui in particolare le tubazioni dei reparti più vecchi erano pieni zeppi.
Ma anche un impegno alla bonifica di quelle aree , quelle falde, quel tratto di mare inquinati da anni di capitalismo industriale rampante e da una classe politica asservita ad esso.
Ma a ricordare anche come quello scoppio fu il casus belli o meglio, il cavallo di Troia, che permise poi negli anni 80 il far ingoiare alla città , attraverso il ricatto occupazionale, l’installazione della centrale ENEL di Cerano ed i suoi milioni di tonnellate di carbone bruciati nel cielo di Brindisi, c’eravamo noi, di Pugliantagonista a ricordarlo, quando in quegli anni 80 conducemmo le battaglie di Radio Casbah e del Comitato contro l’Energia Padrona contro quel mostro energetico. Purtroppo allora la città fu calpestata nei suoi diritti, oggi speriamo che le nuove generazioni che si vogliono impegnare in quelle battaglie possano avere successo.
Antonio Camuso Redazione PugliaAntagonista
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