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Musica: Diario di bordo. Pagina n. 157



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Musica » 18/01/2013

Diario di bordo. Pagina n. 157

Il 7 gennaio 2013 è stato pubblicato per la Carboon Cook Records, il nuovo album “Arriviamo Tardi Ovunque” di Valentina Gravili.
La produzione artistica e gli arrangiamenti sono di Max Baldassare che cura un album maturo e coraggioso, sicuramente più “sporco” rispetto ai precedenti lavori della Gravili.
Nel nuovo album sono presenti nove canzoni composte dall’autrice brindisina, in parte con l’uso dell’autoharp, canzoni ricche di pathos che si manifesta apertamente in ogni momento di ciascuna interpretazione. Valentina Gravili dopo lo splendido “La Balena nel Tamigi”, album tutto brindisino, prodotto da Amerigo Verardi, premiato al M.E.I. nel 2011 come miglior autoproduzione, è tornata con un disco importante che rende omaggio alla canzone d’autore italiana al femminile.
L’album a pochi giorni dalla pubblicazione sta riscuotendo grandi consensi presso tutte le principali riviste musicali italiane. “Arriviamo Tardi Ovunque” è uno dei dischi indipendenti più belli degli ultimi tempi.
Facciamo fatica a toglierlo dal lettore.

Venerdi 18 gennaio la cantautrice di Erchie (Br), sarà ospite in diretta telefonica a RadiazioniCult, dove presenterà per il pubblico di Ciccio Riccio il nuovo album “Arriviamo Tardi Ovunque”.
Per chi fosse interessato, il disco può essere scaricato da iTunes e può essere acquistato anche fisicamente tramite richiesta alla casa discografica Carboon Cook Records.

A partire da questo numero, tutti i collaboratori di RadiazioniCult, tracceranno sul Diario di Bordo un consuntivo, del tutto personale, dei migliori album, ma anche delle attività radiofoniche, culturali e musicali che hanno caratterizzato il 2012.
Questa settimana sarà Antonio Marra a parlarci delle sue personalissime preferenze di “culto” dell’anno appena trascorso.

Marco Greco

Poche righe per raccontare il mio 2012.
Un altro anno sulle spalle a cercare di uscir vivo dai problemi di ogni giorno e con la musica a fare da terapia. Un anno che ricordo innanzitutto per essersi aperto discograficamente con un ‘nostro’ disco: “Il diavolo sta nei dettagli” di Amerigo Verardi e Marco Ancona, prima e bellissima uscita dell’anno appena chiusosi targata BR.
Un anno marcato a fuoco da dischi di veterani. Innanzitutto il monumentale muro sonoro di “The Seer” degli Swans (mio disco dell’anno), opera complessa ma che rimarrà nella storia del rock e poi ancora i deliri punk sinfonici dei Godspeed You! Black Emperor con “Allelujah! Don't Bend! Ascend!” ed infine il ritorno del grande Neil Young ai suoni psichedelici con “Psychedelic Pill”.
Dischi non semplici ma purtroppo ho anche la sventura di continuare a tifare Brindisi dagli spalti del glorioso Franco Fanuzzi e, capirete, molte domeniche di ritorno a casa, non si ha voglia di ascoltarsi gli Housemartins…
Per fortuna poi c’è ancora gente in giro che nonostante la ‘Retromania’ in atto con il continuo revival di scene passate cerca di battere nuove strade per la musica senza perdere di vista la facilità di ascolto. Citerei il nuovo lavoro dei Dirty Projectors: “Swing lo magellan” come pure quello dei Liars: “WIXIW”.
Ed infine lo stranissimo pop – soul di uno dei più interessanti esordi dell’anno “Big Inner” di Matthew E. White e quello pop-dubstep di Alt-J “An awesome wave”. Che dire poi del grande ritorno di Neneh Cherry che gioca con l’avant jazz insieme a Mats Gustafsson? “The Cherry thing” è un disco consigliatissimo a tutti.
Un’altra nota lieta per il 2012 è venuta dalla scena italica che, in un mercato discografico ormai defunto, ha confermato di essere una delle migliori al mondo sia che si parli di nuovo cantautorato (Colapesce:”un meraviglioso declino”, Nicolò Carnesi:”Gli eroi non escono il sabato”, Umberto Maria Giardini -Moltheni: “La dieta dell’imperatrice”) che di indie rock (Afterhours: “Padania”, Sycamore Age: omonimo) che di musica strumentale (Ronin: “Fenice”, Guano Padano: “2”, Sacri Cuori: “Rosario”).
Infine, mentre la nostra provincia veniva ormai data per spacciata, abbiamo tutti contribuito a riunire le forze per affermare che Brindisi, almeno dal punto di vista indie-rock, era viva e vegeta. Dischi splendidi quali quelli di Cats’n’Joe, Miope, Band Apart, PH-, Moustache Prawn, Lenula, Parte Lesa etc. non vengono fuori per caso. Le collaborazioni non si contano più.
Ognuno a darsi una mano disinteressata per pura passine ed infine i riflettori che finalmente si accendono all’ex-Fadda ad Agosto a celebrare la nostra scena nello YeahYaSi! Brindisi Pop Festival.
I più bei concerti dell’anno per me ed un grazie anche agli organizzatori Amerigo Verardi e Roberto D’Ambrosio, lo ‘Zio Birdy’, autore del più bel disco non ancora pubblicato.

Antonio Marra


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