Approfondimenti » 08/02/2013
La nobile arte del silenzio. Di Gabriele D'Amelj Melodia
(omaggio ad un politico in ascesa)
Assediati dalla (in)civiltà dei rumori, spesso inconsapevoli vittime di un'agressione
fonico-musicale che inevitabilmente finisce per alterare la nostra intima capacità di filtrare ed assorbire i messaggi esterni che violano il nostro io, non riusciamo a comprendere la necessità fisiologica di guadagnare l'accesso alla divina sfera del silenzio.
Una bolla magica, eterea, che ci protegga dalle insidie del mondo esterno e che ci aiuti a riflettere, a trovare noi stessi, percorrendo i rassicuranti sentieri della meditazione. Dalla notte dei tempi, l'uomo taciturno è stato eletto a sinonimo di uomo saggio. Il silenzio racchiude molte più parole di quelle contenute il un lungo discorso, ha in sé, nel segreto della sua riservata elaborazione, le parole non dette, che sono le più belle. Il silenzio è il rumore dell'anima. Il tacere è una conquista sofferta, è un traguardo da raggiungere con fatica. Però, una volta che impariamo a stare zitti, entriamo in una dimensione altra che ci rende tetragoni al vile chiacchiericcio del mondo. “ Il rumore non può imporsi sul rumore, il silenzio sì “, soleva ripetere il Mahatma Gandhi. E un altro sapiente ancora “ Siediti ai bordi del silenzio, Dio ti parlerà “. Ed Enzo è stato a lungo seduto lì, e Dio Padre gli ha parlato. E da allora è lui a non parlare, o meglio, a parlare solo quando è strettamente indispensabile. Sembra, il nostro, aver letto e recepito il libello scritto nel 1771 dall'abate Dinouart
“ L'arte di tacere “( “ Il primo grado di saggezza è saper tacere.
Il secondo è saper parlare poco e moderarsi nel discorso...” ).
Enzo rappresenta il fascino discreto della borghesia. E' la quintessenza della riservatezza e della serietà spinte fin quasi alla soglia di un mutismo sciamanico. E' la raffigurazione enigmatica di un raro esemplare di homo politicus che ha un pensiero così forte da bypassare la fase della comunicazione verbale per sfociare direttamente nell'azione di governo. Del resto non ha bisogno di molte parole. Il suo look carismatico, la sua gestualità, i suoi sguardi, sono tutti segni di un linguaggio non verbale indice di un carattere che, vinta l'originaria timidezza, si è temprato alle battaglie della vita. Il tutto corroborato da un physique du role di rilievo. A metà tra il primario chirurgo e l'alto ufficiale dei Carabinieri. E proprio come un rappresentante della Benemerita egli è "uso ad obbedir tacendo", almeno quando è necessario, quando il suo sodale... massimo glielo suggerisce. Ed è con questo bagaglio personale, con queste prerogative, che Enzo Ecclesie sta, pian pianino, salendo tutti gli step del potere politico: Già assessore provinciale e comunale, oggi si ritrova sulla poltrona di vicesindaco, domani chissà. Lo ritroveremo magari alla Regione o, addirittura, alla Camera... Noi brindisini ce lo auguriamo di cuore, purché non faccia come quel parlamentare lucano che, all'inizio del secolo, dopo mesi di assoluto silenzio, una volta chiese la parola e poi lasciò di stucco l'incuriosita platea esclamando "Ma si può chiudere quella finestra ché entra freddo?"
Gabriele D'Amelj Melodia
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