Approfondimenti » 02/03/2013

La grande rinuncia... per Amore della Chiesa e del Mondo. Di Nicola Serinelli

Uno dei proverbi antichi recita: "morto un Papa, se ne fa un'altro".
In parte é vero; ciò che cambia può invece essere lo spessore "teologico/politico" di Uno che lascia, rispetto a un Altro che Gli succede.
Il cristiano, alla "Luce" della "Provvidenza", sa bene che l'elezione di un Papa é sempre frutto dell'intervento dello "Spirito" che continua a soffiare sul mondo, prima ancora che sulla Chiesa, la cui storia, nel corso dei secoli, é costellata di straordinarie figure.
L'attuale "Papa emerito" lascia sicuramente un segno indelebile del suo passaggio tra gli uomini, non tanto per l'ultimo straordinario gesto che é, insieme, "frutto" di saggezza e di umiltà (le sue dimissioni dalla Cattedra di Pietro), quanto per il suo testamento, in termini di documenti attraverso i quali emerge prepotentemente la preoccupazione nel richiamare tutti al grande primato della fede. E' questo il testamento teologico che lascia alla storia; un messaggio che filtra attraverso le sue straordinarie encicliche: "Deus caritas est", "Spe salvi", "Caritas in veritate", in particolare quest'ultima, ad ispirazione politico/teologica. Proprio dai suoi documenti emerge l'elemento rivoluzionario della lettura sociale del Papa. In particolare nella enciclica "Caritas in veritate" (2009), vi è un forte e costante richiamo al bene della Civitas.
Sin dal Suo insediamento sulla cattedra Pietrina ha avuto il coraggio della Verità, non solo nel far emergere le debolezze umane di ciascuno (uomini di Chiesa compresi) ma anche nell'indicare, ai potenti del mondo, l'indifferibile necessità di passare da una economia capitalistica di mercato, che mira unicamente al bene totale, ad una economia sociale che tenda invece al bene comune.
Il Papa da tempo aveva intuito che il bene totale é solo la somma dei beni individuali, mentre il bene comune ne è il prodotto. Tradotto significa, utilizzando il pensiero di un grande economista, che "Se uno possiede zero e un altro mille, la somma é sicuramente mille, ma il prodotto é zero"... così ... il bene comune scompare e detta economia produce solo accumulo di ricchezze per pochi (il 20 %), povertà e miseria per molti (80%)".
A ben riflettere .... é ciò che accade oggi, soprattutto nel nostro occidente. Da tempo questo straordinar
io Papa aveva lanciato l'allarme. Pur non essendo economista, nè "gestore" delle "cose terrene", aveva compreso, più e meglio di altri, che dopo la sconfitta del comunismo, il capitalismo avrebbe potuto promuovere sviluppo e progresso per le realtà umane a condizione però di divenire, nella solidarietà dei popoli, ..."capitalismo dal volto umano".
Questo Papa ci ha fatto capire (e lo ha insegnato soprattutto ai potenti che occupano gli scanni del parlamento, nazionale e comunitario), che più e prima dello spread economico/finanziario é indispensabile ed urgente promuovere quello sociale; se non comprendiamo tutto questo il futuro sarà tragico per tutti, non solo per quelli che non ce la fanno più a tirare il carretto; non possiamo ancora consentire di allargare la forbice tra ricchi e poveri ... a danno della povera gente.
E' anche questo l'insegnamento del Santo Padre che ha lanciato saggi e forti segnali, urbi et orbi, alla Chiesa e al mondo, alla Politica, al civile e al religioso.
Tocca in particolare a quanti rivestono funzioni pubbliche ed istituzionali, intendere ed agire di conseguenza, prima che sia troppo tardi, evitando il rischio, sempre più concreto, che l'80% dei poveri, rivoltandosi, affossi il 20% dei ricchi.
Sarebbe il modo migliore per esprimere la gratitudine a questo grande Papa che ha lasciato la sua Missione, di successore di Pietro, ... per una "mission" ancora più grande ... foriera di luce e di speranza per tutti.

Nicola Serinelli