Teatro » 09/05/2013
Malisangu @ Teatro Ariston - Mesagne
• 03/05/2013, Nuovo Teatro Verdi - Brindisi.
Orario: porta ore 20,30 – sipario ore 21,00
• 09/05/2013, Teatro Ariston - Mesagne (Brindisi).
Orario: porta ore 20,30 – sipario ore 21,00
TeatroDellePietre, con il patrocinio del Comune di Brindisi, Provincia di Brindisi e Ministero della Giustizia
"MALISANGU: contrabbando, terra e amore"
uno spettacolo di Marcantonio Gallo e Fabrizio Cito
liberamente ispirato al mondo narrato nei romanzi di Clara Nubile
in scena: Marcantonio Gallo, Stefania Savarese, Daniela Nisi, Mirela Karlica, i partecipanti al laboratorio teatrale del "L.S.S. E. Fermi", dell'I.T.I.S. E. Maiorana, dell'I.P.A. S. Pertini e della Casa Circondariale di Brindisi
Negli anni 80, lontano dalla Puglia consolatoria che abbiamo il vezzo di raccontarci, c'era una Puglia vera, aspra e dolorante, non facile da narrare. Dando fiato al nucleo più nascosto di quel satellite fitto e impenetrabile che è la mafia, che in Puglia si è scelto un nome altisonante, Sacra Corona Unita, lo spettacolo racconta l'amore ai tempi del contrabbando, offrendo un volto a un mosaico di voci che diventano nerissima storia corale. Processioni di contrabbandieri sfondano le notti a fari spenti, mentre vite iaticate si consumano tra droga, sigarette, latitanze e pentimenti. Un sud d'anfratto, d'amore scrostrato e impossibile da domare, in cui niente resta immacolato.
"MALISANGU: contrabbando, terra e amore" é il risultato di un anno di lavoro e laboratorio teatrale avente il tema la legalità tenuto dal TeatroDellePietre nella Casa Circondariale di Brindisi con i detenuti e in diversi istituti scolastici della città di Brindisi (Liceo Scientifico Fermi, l'Istituto Tecnico Industriale Maiorana, l'Istituto Alberghiero Pertini) con il coinvolgimento di un gruppo di studenti tra i 16 e 18 anni. Lo spettacolo indaga il ventennio 1980/2000 e il dilagare in Puglia di fenomeni malavitosi come il contrabbando e la Sacra Corona Unita. Il TeatroDellePietre caratterizza le proprie produzioni per una messinscena che si "sporca le mani" con l'attualitá, contaminandosi con codici linguistici nuovi ispirati dalla vita di tutti i giorni, di ieri e di oggi, con un’attenzione particolare alla “suggestione visuale”, ed alla "musicalità" dei quadri e delle parole che compongono gli spettacoli stessi.
Per i due registi teatrali il teatro esiste soltanto nell’immaginazione: di chi lo fa, di chi lo scrive, di chi lo guarda. Ognuno vede un diverso spettacolo. Il teatro, secondo il gruppo teatrale TDP deve saper rinunciare a tutti gli elementi descrittivi e illustrativi per puntare a una verità essenziale che é data soltanto dalla parola. Non si tratta quindi più di mettere in scena un ambiente degradato, una città di malaffare, ma di raccontare il degrado e il malaffare, la condizione di uomini e donne che sono nei bassifondi dei bassifondi e che, abbandonati dallo Stato e senza sbocchi, non avendo altra alternativa, "scelgono" la criminalità per provare a costruirsi una vita. L'attento lavoro sui fatti storici della città di Brindisi e dell'hinterland, fatti che hanno condizionato la vita economica e sociale ha permesso di indagare e analizzare i fatti stessi e le condizioni che hanno favorito la nascita di fenomeni malavitosi come contrabbando e Sacra Corona Unita. Non sarà difficile, anche per chi é troppo giovane e all'epoca non era nemmeno nato, ritrovare e capire le vicende narrate nello spettacolo, scoprendo i numerosi riferimenti alla cronaca dell'epoca. Ma lo spettacolo si concentra soprattutto sui risvolti umani dei personaggi: uomini e donne che pur sbagliando, o costretti a farlo, amano e odiano seguendo gli istinti che ci muovono tutti indistintamente. Una sorta di fotoromanzo ai tempi della SCU, una storia di passioni e malavita, di terra e sangue. In Malisangu l'approccio
esistenziale al teatro è portato alle estreme conseguenze: gli attori sono chiamati a un grado di sincerità e di apertura emotiva anche perché la distanza col pubblico viene ridotta abbattendo la quarta parete e riversando nella platea il bagaglio emozionale dei personaggi, rendendo più complicato proprio quel “mentire”.
Secondo Gallo e Cito, che hanno lavorato alla messa in scena di Malisangu con Stefania Savarese, Mirela Karlica e Daniela Nisi, ma anche con i detenuti del Carcere di Brindisi oltre che con gli studenti coinvolti nel laboratorio teatrale tenuto nei mesi scorsi, non è stato possibile costruire i personaggi alla vecchia maniera con costumi e recitazione classica: i personaggi, al contrario, sono scaturiti dall’incontro con il vissuto degli attori e vivono e si raccontano attraverso le esperienze personali degli attori stessi. Come a dire che il lavoro dell’attore non può più essere quello di fantasticare sulle esperienze di altri, così come raccomandava il primo Stanislavskij, che Cito e Gallo citano spesso nei loro lavori, creando un’illusione più o meno credibile di verità. Il lavoro dell’attore, secondo i due registi, è quello di dire la verità, sempre.
Ma in che modo? Come possono le "esperienze" dei personaggi inventati entrare in contatto con la realtá di tutti i giorni e con la verità dell'attore? Come e cosa comunicano? Solo se l'attore saprà essere sincero il risultato sará un personaggio credibile, che potrà crearsi e vivere “nella mente dello spettatore”.
I fatti che hanno caratterizzato la Puglia negli anni 80/90 vengono scandagliati e indagati per provare ad offrire uno spaccato di vita a chi l'ha vissuta ma anche e soprattutto a chi non c'era, affinché attraverso la memoria non si dimentichi il passato, per una ipotesi di futuro che sappia prendere esempio dagli errori passati per non ripeterli.
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