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Approfondimenti: Sesso e società. Di Pino De Luca



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Approfondimenti » 26/05/2013

Sesso e società. Di Pino De Luca

Tre episodi: una ragazzina si toglie la vita perché soggetta a “bullismo” reale e virtuale. Un ragazzino chiede aiuto per poter vivere serenamente la sua omosessualità. Un ragazzino scanna la fidanzatina per gelosia e le da fuoco.

Tre episodi che hanno in comune l’età adolescenziale (tra i 14 e i 17 anni), il sesso, e una visione e una azione tragica nell’orizzonte immaginato qualche volta e, purtroppo, praticato troppo spesso.
Fatta tara dei soliti idioti che si scagliano contro i social forum, gli smartphone, la rete e così via, imbecilli sempre esistiti che avrebbero impiccato Gutemberg per impedire ad Hitler di scrivere il Mein Kampf, restano pochi approfondimenti che provano a comprendere le ragioni di questo disagio.

Certo restano anche molti idioti astuti che parlano di “casi” scendendo sul personale, garantendosi qualche decina di comparsate in salotti televisivi. Esperti che spiegano dottamente che d’estate fa caldo e d’inverno, invece, fa freddo.

Ma davvero questi sono “problemi personali”?
Davvero sono evidenze di una società umana esistite da sempre?

Cominciamo con l’omosessualità che è il più semplice degli argomenti: una forma di discriminazione allucinante, cresciuta all’ombra della religione soprattutto in età moderna e cagione di battaglia politica e di potere. In particolare nel Terzo Reich, ciò che era intrinseco al Nazismo (il comandante delle SA era notoriamente omosessuale come gran parte delle SA) durante la Notte dei Lunghi Coltelli divenne non solo riprovevole ma, addirittura, reato da lager.
Il famigerato decreto 175 condannò gli omosessuali ad essere deportati ed internati marchiati con il triangolo rosa. Le SA furono sciolte e nacquero le SS.
Molti paesi europei hanno fatto i conti con il nazismo, l’Italia non ha voluto farli e conserva retaggi culturali inspiegabili se non con il timore di essere chiamata alla propria responsabilità storica: ovvero di essere stata la terra del fascismo e la madre dell’insorgere della dittatura franchista e nazista.
Finché vivremo una società che non solo tollera ma approva leggi contro la persona, nella quale omofobia, xenofobia, razzismo non vengono eradicate dal diritto e dalla cultura dovremo sempre affrontare i Davide come se il problema fosse l’omosessualità di Davide e non la cialtroneria del mondo che gli gira intorno.

Veniamo al sedicenne geloso che sgozza la fidanzata e le da fuoco. Viene sparato come un caso di “femminicidio” perché adesso questa è la moda.
E invece è molto di più. Non si è saputo ma poche settimane or sono, nel mio paesino, due giovani sono stati trucidati e i loro cadaveri occultati per una vicenda di gelosia.
Eros e thanatos continuano nella loro folle danza nonostante i millenni trascorrano in nessun luogo si è trovata la forza di mediare con la cultura la difficile strada della relazione sentimentale.
Vi è forse un luogo, una agenzia educativa, un riferimento nel quale educazione sessuale e relazione affettiva hanno un momento di riflessione collettiva.
Come e dove si impara la fascinazione o la seduzione? Non sono forse i modelli iconici del porno (hard o, peggio, soft) che ottemperano a questa incombenza. Un po’ come le vecchie puttane che iniziavano i fanciulli nei bordelli e le para-puttane che addestravano le figlie a fare buoni matrimoni di interesse, o, semplicemente a renderle buone “fattrici”.

E, infine, la ragazzina soggetta al bullismo di compagni che la scherniscono perché possiedono filmati “osé” e li mandano in giro sulla rete, marchiandola di infamia perché, in questo lercio paese, il sesso si fa in due ma non si ha il medesimo peso.
Se una donna si fa pagare da mille uomini è una troia e se un uomo paga mille donne è un Presidente.
D’altra parte cosa ci si aspetta da un Paese ipocrita e bigotto che strizza l’occhio se il vecchio satiro “si fa” le ragazzine e vomita fiele se una signora se la gode accoppiandosi con un giovane body guard?

Ci dicono queste tre storie che fra le tante tormente alle quali i ragazzini sono esposti esistono anche queste altre, assai più pericolose e assai più insidiose perché scavano dall’interno, hanno nemici invisibili e giganteschi.
Invece di sparare suggestioni e cavalcare pulsioni un paese serio cercherebbe una strada per dare ai più fragili un approdo di riferimento nel quale superare queste fragilità.
Ma nel mondo dei “vincenti” forse non c’è posto per i deboli o, forse, i “vincenti”, dei deboli, ne hanno solo una paura tremenda?

Pino De Luca


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