Musica » 27/06/2013
Diario di bordo. Pagina n. 181
E’ stato pubblicato “LOVE AND EMOTION” – Una storia di Willy DeVille. Il libro edito per Pacini Editore, è l’unica biografia esistente dedicata all’artista newyorkese. Il volume è stato scritto da Mauro Zambellini, storico giornalista del mensile Buscadero e voce di Radio Popolare che ha dedicato con autentica passione e profonda conoscenza un libro a Willy DeVille. Riportiamo di seguito una parte dell’interessante intervista realizzata di recente a Mauro Zambellini, la cui registrazione integrale sarà riproposta e trasmessa venerdi 28 giugno, nel corso di RadiazioniCult su Ciccio Riccio.
RadiazioniCult - – Il tuo libro colma un vuoto incomprensibile e rende giustizia ad un grande talento della musica. Il fatto di dedicare un libro a DeVille è stato dettato dalla passione, dalla conoscenza o anche da un silenzio assordante nei confronti dell’artista?
Zambellini – Penso da tutte queste cose e dall’affetto che nutro nei confronti di DeVille e della sua musica, anche perché il personaggio non era facile da trattare nelle interviste, pur essendo un grande talento artistico come autore, cantante e musicista.
Rad. – “Love and Emotion” viene raccontato con taglio romanzato. Quali e quanti ricordi anche personali ci sono nel tuo libro?
Zamb. - Di ricordi ce ne sono diversi, a cominciare dal primo che è il più caro. Nel 1981 il nome di Willy DeVille era pressoché sconosciuto. Quando uscì per la prima volta nel 1977 fu scambiato per un punk perché l ‘ondata rock di quel periodo era quella. DeVille però preferiva la canzone d’autore degli anni ’60 dei grandi soul fingers americani. Nell’agosto del 1981 andai a intervistarlo a New York e fu probabilmente la prima intervista fatta da un giornalista italiano a Willy DeVille. Lui era un personaggio molto teatrale e mi spiegò la sua passione e l’interesse verso l’Italia e l’Europa. Nel nostro Paese giunse per la prima volta nel 1982 per un concerto insieme ad altri gruppi. La sua esibizione fu interrotta dalla polizia perché andò oltre l’orario consentito.
Rad. – Nel tuo libro sono riportati degli aneddoti e delle passioni a volte oscure di Willy DeVille. Su quali aspetti o curiosità ti sei soffermato in modo particolare?
Zamb. – Le passioni erano soprattutto musicali. Anche negli ultimi giorni di vita, dopo che gli fu diagnosticato il cancro, ha continuato a suonare la chitarra sul divano di casa. DeVille poteva parlare di musica, ma tranquillamente ti diceva anche come erano cucinati i gamberetti della Lousiana. Amava usare delle coloriture nel parlare. Si dichiarava newyorkese non americano. Ha amato Parigi, definendola una grande città, una bellissima donna con una sorella sporca, riferendosi a New Orleans, città in cui ha vissuto per 15 anni, amandola.
Rad. – L’introduzione è stata affidata a Kenny Margolis dei Mink DeVille. Qual è il ricordo umano del tastierista?
Zamb. – Il musicista aveva un buon ricordo di Willy, caldo e amichevole e ricorda le serate passate insieme nell’appartamento di New York a sentire i vecchi dischi del passato. Entrambi non amavano il rock contemporaneo. Willy diceva: ”Il rock’n’roll è morto nel 1962, il resto è stata una ricopia dei grandi che ci sono stati”. Lui odiava i Beatles e tutti i gruppi della “British Invasion”. Aveva solo una stima infinita per Van Morrison.
MARCO GRECO
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