Salute » 02/08/2013
Nuovi impianti in area industriale e salute dei cittadini. Di Maurizio Portaluri
La proposta di installare a Brindisi un inceneritore di rifiuti industriali, uno di fanghi urbani ed una discarica di ceneri, il tutto a 1,5 km dal quartiere Perrino è questione che interessa i 20 lavoratori in CIG che sperano giustamente di riprendere il lavoro, ma riguarda anche le famiglie di quella parte della città (il quartiere Perrino, S. Pietro, S. Paolo e Bozzano) che da decenni sono esposte alle emissioni industriali.
I lavoratori hanno ragione ma ne hanno anche i cittadini che le emissioni di quegli impianti dovranno ricevere nelle loro case e nei loro corpi. E Poiché non si tratta di polveri inerti ma di sostanze altamente tossiche e non poche anche cancerogene, la questione va vista con la dovuta attenzione.
Sui quartieri di Brindisi pende da qualche anno inevasa una richiesta di indagine epidemiologica formulata da ll’Istituto Superiore di Sanità. C’è il sospetto che nella “normalità” della mortalità media si celino eccessi più vicino all’area industriale e decrementi in aree più lontane. Inoltre l’aumento di ricoveri e decessi in coincidenza dell’incremento di alcuni macroinquinanti registrati dalle centraline e l’eccesso di malformazioni neonatali negli ultimi 10 anni hanno meritato al Sito di Interesse Nazionale di Brindisi la Valutazione del Danno Sanitario.
Per il Piano della Qualità dell’Aria la Regione pone Brindisi tra le situazioni da risanare, cioè in cui programmare una riduzione delle emissioni in aria. Ciò significa che nuovi investimenti industriali a Brindisi non devono incrementare le emissioni. Correttamente quindi l’ARPA ha chiesto nella conferenza dei servizi del 23 luglio di voler valutare le emissioni dei 3 impianti congiuntamente. Si deve aggiungere che le emissioni di ogni impianto, nuovo ed esistente, non procedono autonomamente ma interagiscono tra loro con effetti moltiplicativi.
A queste notazioni tecniche si deve aggiungere una valutazione economica. Quanto sarà l’utile netto degli azionisti degli esercenti degli impianti? Quanto il reddito lasciato alle famiglie dei lavoratori diretti, indiretti ed dell’indotto? Ed i costi esterni in termini di modificazioni ambientali e malattie indotte? Esistono altri modi di trattare i rifiuti industriali ed i fanghi urbani? Solo rispondendo a questi interrogativi si potrà comprendere l’utilità degli impianti proposti. Circa il passato, non risulta che vi siano indagini sui terreni circostanti l’area alla ricerca di diossine e metalli pesanti. Riguardo l’impatto sanitario, una stima da me condotta e comunicata alla ASL, con molti limiti, di casi di tumori del sistema linfoemopoietico tra i cittadini di Brindisi in base alla circoscrizione di residenza , rileva al Perrino-Bozzano un eccesso rispetto alla media cittadina.
Come si vede la molteplicità degli interessi coinvolti rende la partita non più riconducibile al solito ed astratto ricatto salute-lavoro. Qui c’è la salute delle famiglie della circoscrizione Perrino-Bozzano da tutelare e gli organi preposti a rilasciare autorizzazioni fanno bene a svolgere le istruttorie con ogni cautela e pubblicità.
Maurizio Portaluri
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