Approfondimenti » 03/08/2013

Malore in mare? Il personale del 118 ti aspetta a riva. Di Oreste Pinto

Cosa pensereste se, dopo un incidente stradale, non arrivasse il personale del 118 ma un camion del soccorso Aci che si limitasse al trasporto dei feriti in ospedale?
E' quello che accade sulle coste brindisine: se qualcuno è colto da un malore in mare, arriveranno solo i mezzi della Capitaneria di Porto ma senza il personale di supporto per il pronto intervento sanitario.
E' per questo che fa discutere la denuncia del consigliere regionale del Partito Democratico Fabiano Amati sulla mancata risposta della ASL di Brindisi alla richiesta di disponibilità per l’utilizzo dei mezzi di soccorso in mare.

La questione, riportata da pochi mezzi di informazione - tra i quali Brundisium.net (Clicca qui per la notizia) -, è di una gravità inaudita, soprattutto perché riguarda, in modo diretto, il bene più prezioso dell'uomo, ossia la propria vita.

La domanda di Amati appare di una semplicità disarmante: "per quale motivo la ASL di Brindisi non si esprime sulla possibilità di utilizzare i mezzi di soccorso sull'estesa e frequentata, costa brindisina?"
D'altronde - si chiede il consigliere regionale - è pacifica l’utilità del sistema di soccorso in mare (peraltro sperimentato negli anni scorsi con successo nella provincia di Brindisi) ed è noto che le associazioni di volontariato della provincia di Brindisi abbiano offerto alla ASL tutta la collaborazione necessaria.

La Asl, interrogata, non ha risposto.
Eppure la problematica sollevata dal consigliere Pd non è affatto nuova.
Era il 3 Settembre 2012 quando il Nuovo Quotidiano di Puglia, in un articolo a firma del puntuale Giorgio Gargasole, denunciò la gravità della situazione e i rischi eventuali, ravvisabili nell'inaccettabile possibile perdita di vite umane (Clicca qui per l'articolo).

L'episodio che portò alla luce la questione fu il malore che colse una componente dell’equipaggio della nave "Cruise Europa". La donna fu soccorsa in mare dalla capitaneria di porto di Brindisi, ma sulle motovedette non salirono gli operatori del 118 del capoluogo messapico.
Accadeva circa un anno fa. Ma lo stesso è accaduto pochi giorni or sono quando un uomo è deceduto dopo l'avaria del suo yacht "Pepe e Sale", schiantatosi sugli scogli della Diga di Punta Riso. E - scongiuri alla mano - può accadere in qualsiasi momento, quando la disavventura potrebbe interessare chiunque di noi, i nostri amici, i nostri parenti.
Nulla è cambiato da quando Gargasole ed il "Nuovo Quotidiano di Puglia" mettevano alla berlina i ritardi della sanità brindisina.
Oggi, come allora, a nulla servono le giustificazioni del tipo il piano di rientro, la spending review, la carenza di personale, le presunte esigenze operative...: quando si tratta della possibilità di salvare o meno una vita umana, non esiste alcuna motivazione che giustifichi la mancata attivazione di un servizio di pubblica utilità come il primo soccorso sanitario in mare.
E' per questo che stampa, politica e cittadinanza attiva - spesso "battaglierissime" su questioni di minore rilevanza - non possono accettare che trascorra un solo giorno in più.
E non lo deve fare nemmeno la Asl.

Ore. Pi.

Su Brundisium.net:
Amati: "Assurdo il comportamento della Asl di Brindisi"
Motovedette off limits per il personale del 118. Di Giorgio Gargasole