Approfondimenti » 04/10/2013
Lo triste assai destin dei traditor di Silvio. Di Bastiancontrario
LO TRISTE ASSAI DESTIN DEI TRADITOR DI SILVIO
Il viaggio di un marziano nella Giudecca Romana
di Bastiancontrario
Premessa: Dopo mezzo secolo trascorsi dal viaggio del marziano flaianesco, era pure ora
che un altro cittadino di Marte facesse una nuova capatina a Roma. Purtroppo
per lui è capitato in un momento molto incasinato della commedia all'italiana e
quindi, frastornato, si è rivolto ad un terrestre che gli spiegasse quello che non
capiva e gli facesse da guida in quell'Inferno che è la politica italiana. Essendo i
marziani molto piccoli di statura, per sentirsi a suo agio, il nostro, che chiameremo
col nome convenzionale di Dante, si è affidato a tale signor Brunetta Latini da Laguna.
Costui decide di portare l'ospite in un night di Trastevere “Alla Giudecca”....
Il giorno seguente, dopo aver calorosamente salutato il suo Duce, Dante riprende posto
nella sua fiammante Astra-nave, accende i motori, si siede alla sua postazione, avvia
il P.C. e apre la sua pagina “Diario di viaggio”: Buona lettura
I Appo lo strano jorno dello nulla osta
in cui 'l governo italico fiducia avette
per uno stuol di traditori faccia tosta
e pur per il Caiman che fece pirolette,
io, peregrin da Marte giunto in loco eterno (1)
mi ritrovai, col duca mio Brunetta,
nell'orrido buco finale dell'Inferno.(2)
II Quando noi fummo fatti tanto avante
ch'al mio maestro piacque di mostrarmi
la creatura ch'ebbe il bel sembiante,
dinanzi le palle mi si tolse e fe' restarmi,
“Ecco lo mostro”(3), disse, “e recchia rizza,
ove convien che di fortezza t'armi.”
Com'io divenni allor gelato e pizza
nol dimandar,lettor per non turbarmi
che t'assicuro il cul prese gran strizza.
III Lo 'mperador del doloroso bordello
con mezzo petto uscia fuor de la ghiaccia (4)
tre eran le sue teste e sanza cappello
Oh quanto parve a me gran maraviglia (5)
veder la prima testolina di una gnocca
ch'era la Daniela che sbattea le ciglia.
La seconda era di un teschio con gran bocca
ch'io riconobbi per Sallusti capoccione,
il truce servo direttor drudo di cocca.
Il terzo capino, quel del lecchino Capezzone.
IV Da ogni bocca dirompea co' denti
un peccatore, a guisa di maciulla,
si che tre ne facea così dolenti.
A quel dinanzi il mordere era nulla
verso 'l graffiar, che talvolta la schiena
rimanea della pelle tutta brulla.
“Quell'anima lassù ch'a maggior pena”,
disse 'l maestro, “ e Giuda Angiolino (6)
che 'l capo ha dentro e fuor le gambe mena
e a star nel ghiaccio si congela il pisellino.
De li altri due c'hanno il capo sotto,
quel che pende dal ceffo è Celeste (7) meneghino,
vedi come si torce e non fa motto:
e l'altro traditor è Lupi che pare mingherlino.
Ma la notte finisce e chiude il night di botto,
oramai è da partire, ché presto è già mattino.”
V “Mio maestro – dicei rivolto al Professore,
come mai non vidi in questo loco fesso
il più infame ed assai noto peccatore
che ,primo al mondo, fu traditore di se stesso?
“La ragion che c'è di tale strana assenza
-rispuose 'l duca Renato grande basso -
è che Colui che tutto puote penza
che Silvio comprerebbe pure Satanasso
trasformando questo loco in un bordello
riempiendolo di troje da gran spasso
Allor la pena sua non è nell'infernal budello,
ma è sempre lassù, nella vita mondana
a sputtanarsi con la sua faccia di puttana.”
VI A questo punto tacqui silente e soddisfatto
e me ne risalii per un pertugio ratto ratto
a riveder la strada e le piangenti Maristelle.
Finis
NOTE: 1) Roma, la città eterna. 2) siamo nella Giudecca, la 4^ zona del IX cerchio dove sono
puniti i vili traditori. 3) Il mostro, a tre teste come la Trinità, è Lucifero,alias Dite, il
Principe del male e degli Inferi. 4) E' immerso sino alla vita nel ghiaccio e inganna il
tempo “masticando” non gomme ma schifosi traditori. 5) Ecco da dove ha copiato la
sua frivola espressione quell'oca giuliva della Clerici! 6) Si tratta ovviamente di
Angelino Jolie Alfano 7) E' l'ineffabile Formigoni.
Bastiancontrario
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