Approfondimenti » 28/11/2013
L'amore non c'entra. Di Debora Caracciolo
Il 25 novembre scorso in occasione della Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne, l'Associazione "Io Donna" ha promosso una manifestazione a Brindisi in Piazza Vittoria intitolata Stop al Femminicidio: L'amore non c'entra.
A rappresentare scenicamente il tema del femminicidio c'è stata un'azione teatrale a cura di Sara Bevilacqua e del suo Laboratorio Meridiani Perduti che ha visto protagonisti donne e uomini in una performance che ha lasciato un segno profondo nel cuore e nelle coscienze di chi ha assistito.
Sara Bevilacqua, Gianmarco Bevilacqua, Luana Fedele, Antonio Guadalupi, Valentina Guadalupi, Federico Pische, Giulio Ruggiero, Marta Lioce, in una serata gelida hanno reso tangibile il dolore misto a speranza e rassegnazione che sicuramente caratterizzano gli stati d'animo delle vittime di violenza e abuso di ogni genere da parte di uomini sprovvisti di rispetto verso il prossimo, e verso la donna in particolare.
In uno scenario spoglio quattro donne vestite di bianco guardano avanti, sul fondo quattro uomini appoggiati al muro.
Inizia la musica, Sei bellissima di Loredana Bertè... le donne, gli sguardi persi nell'attesa di un segno, di un richiamo che puntualmente arriva "Amore sto qui ad aspettare te".
Come attratte da un esortazione irresistibile tutte si precipitano dal proprio uomo e invece di finire fra le braccia dell'amato si scontrano con la dura realtà , l'impatto contro una verità troppo difficile da scorgere. Nonostante tutto, nonostante il dolore fisico si rialzano e si allontanano da tutto quel malessere, cercano, con i volti tristi e il trucco sfatto, di andare avanti, di proseguire il proprio viaggio nella vita. Ma gli uomini, i loro compagni sono lì, e il richiamo, le promesse, anche se disattese da sempre, sono sempre lì ad aspettare, un punto fermo che forse cambierà.
La speranza di migliorare di diventare come lui vorrebbe, "Si ...stavolta sarà diverso... me lo ha promesso!" . E inevitabilmente si finisce schiacciate da uno strazio senza fine, dall'umiliazione di doversi giustificare con gli altri.
In un andirivieni sconcertante , la speranza si affievolisce sempre più fino a diventare una certezza. La scena si ripete quasi all'infinito e ogni volta è sempre più triste assistere a tutta quella sofferenza.
Lui non è cambiato e lei non esiste più, e non solo perché lei molte volte finisce i propri giorni per mano di un amore-non amore, ma perché lei si è annullata, prima ancora di morire già non esiste più, ha dato tutta se stessa fino in fondo, si è svenduta.
Pensavo a mia figlia e a tutte le figlie del mondo, che devono imparare ad essere amate e rispettate. Sentivo l'angosciante senso di impotenza di chi subisce le angherie e i soprusi , credendo che l'amore tanto bramato arriverà prima o poi.
E' sorprendente come , in una piazza frustata dal vento, quattro donne vestite di bianco e quattro uomini in fondo alla scena, possano rendere vivo e coinvolgente un tema delicato e urgente come il femminicidio.
Debora Caracciolo
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