Approfondimenti » 04/12/2013

Da Vola Colomba a Cuccurucucu Paloma. Di BastianContrario

Ipotesi di lettura comparata ed analisi dei testi dedicate al Sommo Maestro Franco Battiato in occasione del concerto "Diwan & Diwan" che terrà al “Nuovo Teatro Verdi di Brindisi” il 6 dicembre*

VOLA COLOMBA (Concina-Cherubini)
Dio del ciel se fossi una colomba,/vorrei volar laggiù, dov'è il mio amor/che inginocchiata a San Giusto/prega con l'animo mesto/Fa che il mio amore torni, ma torni presto/Vola colomba bianca vola/diglielo tu che tornerò/dille che non sarà più sola/ e che mai più la lascerò/Fummo felici un dì e ci han divisi/ci sorrideva il sole,il cielo e il mar/noi lasciavamo il cantiere, lieti del nostro lavoro/e il campanon din don ci faceva il coro/Vola colomba bianca vola...ecc/Tutte le sere m'addormento triste/e nei miei sogni piango e invoco te. Vola colomba ecc.

I -ANALISI DEL TESTO
Il componimento si articola secondo schema e stilemi riecheggianti le ballate trecentesche (Vago augelletto che cantando vai, (F.Petrarca).
La dispositio degli elementi è però volutamente ribaltata sicché il secondo piede si pone come commiato (Vola Colomba, del quale è facile cogliere la funzione preminentemente conativa), mentre il sirima è legato alla fronte da un semplice verso, quel "fummo felici un dì e ci han divisi" che è il fulcro dell'impianto lirico.
Il celebre linguista Diego Abatantuono nota, con sottile acume critico, la forte valenza sessuale della metafora del “campanon che faceva din don" ("Eccezzziunale veramente e altri saggi", Milano 1982).
Il chiarissimo prof. Pasquale Zagaria, nel suo fondamentale lavoro "Madonna dell'Incoronèta!" (Canhouse, 1985), è sostanzialmente d'accordo, non mancando però di sottolineare anche il tormento solipsista del povero innamorato solingo che, nell'ultima strofa, dichiara la propria debolezza onanistica nel verso “Tutte le sere m'addormento triste/e nei miei sogni invoco te...

Scomponendo gli elementi tematici del testo si ottengono tre parti ben distinte:
1)Implicita trascorsa corrispondenza amorosa;
2) Avvenuta interruzione forzata del rapporto;
3) Invio di un messaggio illusoriamente consolatorio (la riunificazione è impossibile).
L'unica parte non scomponibile è rappresentata dal rimpianto per la perduta felicità (prima volta del sirima), elemento che costituisce il motivo dominante della canzone.
La lettura psicoanalitica del rimpianto espunge la latente allegoria sessuale nascosta tra le righe. La colomba infatti “è simbolo dell'eros sublimato, e nonostante ciò, è timida, innocente “(Cfr. Otto F. Gmelin “Mama ist ein elefant, 1978). D'altra parte non c'è bisogno di chiamare in causa il critico tedesco: anche qui da noi la colomba (o piccione) è sineddoche molto usata per indicare l'appetibile parte femminea...
Insomma, tutta la cifra subliminale della canzone si svolge sul tema del battacchio del campanon che reclama la sua colombina...

CUCCURUCCUCCU' PALOMA (Franco Battiato)
Cuccuruccuccù cantava/ cuccuruccuccù paloma/aiaiaiaiah cantava/Le serenate all'Istituto Magistrale,/nell'ora di ginnastica e di religione,/per carnevale sonava sopra i carri in maschera/ avevo già la luna e urano nel leone/il mare nel cassetto,le mille bolle blu/da quando sei andata via non esisto più,uuh/il mondo è grigio,il mondo è blu/cucc...paloma/aiaiaiaah cantava/ripete/ripete/ L'ira funesta dei profughi afgani/che dal confine si spostarono nell'Iran/cantami o diva dei pellerossa americani/le geste erotiche di squaw pelle di luna/le penne stilografiche con l'inchiostro blu/la barba col rasoio elettrico non la faccio più/ il mondo è grigio, il mondo è blu/ cucc. Ecc./ aiaiaiahiii... lady madonna ecc. -strofa in inglese-

I-PREMESSA
Il primo ad usare il verso onomatopeico fu Aldo Palazzeschi nel lontano1910 (“E lasciatemi divertire!”). Nelle canzoni, la primogenitura del richiamo colombale appartiene al messicano Mendez (1954), seguita qualche anno dopo dal più noto song di Harry Belafonte, il re del calypso.
Ma il riferimento principale, in quanto produzione italica, resta “Vola Colomba” immortalato da Nilla Pizza nel 1952.
Il "Cuccuruccucù" del Battiato costituisce quindi il primo e riuscito esempio di rivisitazione del testo conciniano. La rivoluzionaria rielaborazione del Maestro catanese ha partorito un carme geniale, ricco di epos ascetico, tensione concettuale e immaginario fantastico.
Un autentico affresco visionario degno di passare alla storia.

II-ANALISI DEL TESTO
Il segmento iniziale immette subito il lettore nel mondo delle categorie filosofiche astratte. L'illimitato fantastico viene creato con l'uso di un linguaggio aereo e vago, proprio come nell' Infinito leopardiano.
In entrambi le liriche è quasi ininfluente il narratario (il destinatario del messaggio), ma ben marcato il narratore. Però, mentre nel coyote di Recanati il forte autocoinvolgimento emotivo determina una focalizzazione interna dell'espansione lirica, nel cirneco dell' Etna il rapporto tra cantore ed enunciazione tematica resta sempre incerto e ambiguamente sospeso tra livelli omodiegetici e livelli eterodiegetici (sulla differenziazione dei due livelli vedi Cesarani "Il materiale e l'immaginario", Loescher,1981).
Insomma, per dirla con parole semplici, non si sa dove cazzo voglia andare a parare!
Se procediamo nella scomposizione delle aree tematiche, si evidenzieranno nell'ordine:
1) reiterazione vocativa del ritornello;
2) Individuazione di un campo a retrospezione(tecnica del flashback) esempio: “le serenate all'Istituto magistrale..”
3) acquisizione di una cultura oroscopale (“avevi già la luna e urano nel leone”) che dimostra come il Nostro sia un grande para...gnosta.
4) processo di reificazione onirico-fantastica (“il mare nel cassetto, le mille bolle blu”)
5) fluttuazione ironico-citazionista (“l'ira funesta...cantami o diva”)
6) paranoico rapporto di odio- amore col colore dominante blu
7) ricorso alla filastrocca farneticante in lingua inglese a mo' di chiusa catartica (“Lady Madonna,I can cry..”)
In questa genialoide poetica delirante del nonsense manca solo lo scappellamento a destra, e poi sarebbe perfezione assoluta.

III- LETTURA SEMIOTICA
Schema: il produttore, attraverso l'immagine acustica del cuccuruccucù (codice), trasmette al destinatario (il povero ascoltatore) il messaggio chiave “il mondo è grigio il mondo è blu”.
Per meglio comprendere il referente (contesto) della complessa poiesi battiatiana sarà utile scomporre la struttura descrittiva dell'intera elegia palumbare: 1° nucleo: “ Le serenate all'Istituto magistrale/ nell'ora di ginnastica o di religione”.
Si evidenziano i seguenti fattori:
a) elemento selettivo determinato dalla similarità fonetica tra “serenata” e “magistrale”(strato fonologico-semantico);
b) elemento combinativo scaturente dalla circolare contiguità tra le due ore di lezione (strato sferico). La spazialità interna di questi versi è dunque connotata dalla codificazione circolare tra religione, ginnastica e Istituto.
La ridondanza delle due materie e la staticità totemica dell'Istituto sottolineano l'unicità del messaggio e preannunciano il clou dell' S..O.S racchiuso nel verso drammatico “da quando sei andata via, non esisto più”.
Questa frase è un autentico entrelacement che spezza la linearità del discorso portandoci verso il nuovo intreccio, l'onirica digressione centrale di quell'”ira funesta” che contribuisce ad arricchire di epos il simbolismo erotico della paloma.
Ecco quindi lo sconfinamento nel campo della spazialità esterna dove, tramite la traccia narrativa di sintagmi ben definiti e la partitura di scansioni omogenee, tra cui eccelle per vigore l'ictus “Divaaa”, si consegue l'obiettivo del raggiungimento di un'armonica dicotomia di fondo tra l'aspetto semantico del testo (suo significato) e quello strettamente fonico (suo significante).
A questo proposito cfr. J. Lotman “Tipologia della cultura,MI,1975)

Ma è quel “confine attraverso il quale i profughi afgani si spostarono nell' Iran” il vero connotato semantico di rilievo.
Questo limite individuato da quel gran paraguru di Battiato è assai simile alla siepe leopardiana. E' una barriera ideale che funge da tmesi fra due differenti spazialità, entrambe astratte e tendenti a superare l'antitesi attraverso la ricerca di una sintesi di largo respiro.
Giacomo fa sfociare il suo anelito nel celebre “ e il naufragar m'è dolce in questo mare”, Franchino invece, dopo aver ribadito che la natura gli è ostile (il mondo è grigio ecc.), trova la sua sintesi in quello stupefacente “la barba col rasoio elettrico non la faccio più”, vero inno all'inazione neoesistenzialistica.

CONCLUSIONE
Confrontando quindi l'opera di Concina-Cherubini con quella del Battiato attraverso i processi trasfomazionali che hanno interessato la medesima materia, possiamo concludere affermando che
A) per “Vola colomba” il messaggio principale è “tornerò e mai più ti lascerò”, il codice è “vola colomba”, il mezzo è la colomba(=Eros) espresso tramite disperazione melodrammatico- cinetica.
B) per “Cuccuruccuccù” il messaggio principale è “il mondo è grigio, il m. è blu”), il codice è il “cucc. Paloma”, il mezzo è la paloma (=Epos) espresso tramite disperazione ascetico-statica. Da dove facilmente si evince che C (colomba) : a M (messaggio lacrimoso) = P (paloma) : M1 (messaggio peduncoloso, ossia ad pedunculum canis).

Bastiancontrario