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Approfondimenti: Bambini maltrattati. Di Iacopina Mariolo



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Approfondimenti » 06/12/2013

Bambini maltrattati. Di Iacopina Mariolo

Secondo uno studio promosso dalla Bocconi, Terre des Hommes e il Coordinamento Italiano dei servizi contro il maltrattamento all'infanzia (Cismai) e presentato in questi giorni, i casi di maltrattamento infantile (solo i nuovi casi) costano 910 milioni di euro ogni anno.
Tra i costi rivolti alla cura ed all'assistenza dei bambini le spese sono così suddivise: - per la voce ospedalizzazione la stima è di una spesa annua di 49.665.000 euro;
- per la cura della salute mentale di 21.048.510 euro;
- per strutture/prestazioni residenziali 163.818.655 euro
- per affido familiare 12.648.948 euro
- per il servizio sociale professionale 38.052.905 euro.

Lo studio, inoltre, opera delle lungimiranti proiezioni considerando i costi che il maltrattamento infantile genera nel giovane e nell’adulto (assumendo che l’essere stati oggetto di maltrattamento da bambini provochi la problematicità nell’adulto), riferendosi alle seguenti variabili: la cura della salute da adulti, le spese connesse alla delinquenza giovanile ed alla criminalità adulta, giungendo a quantificare le perdite di produttività per la società (stimate in 6.648.577.345 di euro).
Cifre da capogiro che rappresentano stime e proiezioni, ma basate su dati concreti e che dunque devono essere considerate espressione di quella criticità che il paese attraversa.

Ridisegnare la mappa dei servizi all’infanzia per operare nell’ottica della prevenzione primaria pare non interessi a chi regge le sorti politiche di questo paese, è infatti dal governo Monti che l’unica operazione necessaria appare la sforbiciata ai fondi destinati al welfare.
Alla luce dell’evoluzione delle politiche di welfare dagli anni ‘90 in poi, con l’introduzione del concetto e delle prassi di prevenzione (primaria, per evitare che accada l’evento temuto, secondaria e terziaria per l’intervento di riduzione del danno a seconda dell’intensità e della gravità della manifestazione) e con gli interventi di empowerment per educare alla promozione delle risorse e delle strategie individuali al fine di rafforzare la capacità degli stessi individui di operare una prevenzione direttamente nei propri percorsi di vita, gli anni correnti rappresentano forse la più grave involuzione sociale, psicologica (quella economica è l’unica ad essere riconosciuta) mai accaduta nella storia dal secolo scorso, e ciò malgrado si siano attraversate due guerre mondiali con eventi di incredibile annientamento e ferocia.
Mi spiego meglio: il percorso verso la civiltà, il processo di civilizzazione che l’umanità ha iniziato dalla sua nascita ( i cui albori sono stati segnalati dalla comparsa della specie Sapiens) è stato caratterizzato da un progresso quantomeno ideale, (quando le contingenze non lo permettevano) verso condizioni di vita migliori.
Intendo dire che l’obiettivo etico ed il senso del divenire storico verso la civiltà non veniva mai negato, cioè persisteva, malgrado la realtà negativa, in uomini e donne, gruppi sociali che ne erano portavoce assidui, costanti e temerari.
Oggi assistiamo purtroppo ad una regressione proprio del senso etico e delle conquiste nel settore umano esistenziale , con una discrepanza mostruosa fra questi aspetti che caratterizzano la società globale e le acquisizioni delle scienze (medica, tecnologica, strumentale etc..).

Ogni situazione viene vivisezionata e ciascuno di quelli che contano (nella politica, nell’economia, nei saperi, nella sfera sociale) costruisce il proprio territorio di conquista traendo vantaggi per sé o per il gruppo sociale di appartenenza.
E’ andata perduta la tensione morale che dovrebbe caratterizzare gli uomini che si occupano dell’umanità, , forse la ritroviamo solo in quelli spot ( caroselliani ) che trattano di beni da consumare o da produrre, magari a discapito dell’ambiente e dell’ecologia umana (ambiente naturale e psicosociale).
Ecco che la proposta di “inserire la prevenzione del maltrattamento infantile all'interno del Piano sanitario nazionale e del Piano nazionale di prevenzione sanitaria, e di promuovere un Piano nazionale integrato di prevenzione del maltrattamento sui bambini”, che emerge dallo studio citato, suona distorto e disarmonico come la melodia di un’arpa in contrapposizione a grancassa e trombone.
In un mondo ove l’infanzia ha perso le caratteristiche di purezza e fragilità, cioè dell’essere oggetto di cura, amore ed attenzione per il bene comune presente e futuro dell’umanità , se non regrediamo , in un paradosso evolutivo, verso forme di vita più consone ad una società civile e progredita, niente sarà più possibile.

Iacopina Mariolo


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