Appuntamenti » 18/12/2013
I suoni della devozione: Michele Gazich @ Chiesa di Santa Maria degli Angeli
Ritorna dal 19 al 21 dicembre nelle chiese e basiliche della città di Brindisi la rassegna musicale internazionale de "I suoni della Devozione" giunta alla sua XIII edizione promossa dal Museo Diocesano Giovanni Tarantini dell'Arcidiocesi di Brindisi-Ostuni e dal Comune di Brindisi con la direzione artistica di Roberto Caroppo e il coordinamento organizzativo di Giacomo Carito e Antonio Caputo.
Quattro appuntamenti con la musica popolare, etnica e sacra, una rassegna che da oltre un decennio costituisce un crocevia di linguaggi musicali, un veicolo di ricerca e tradizione.
Un piccolo festival capace nel tempo di fornire una lettura del sacro a partire dalla musica di oggi, avvicinando l’ascolto ai diversi modi di vivere la musica, soprattutto di quella meno conosciuta e lontana dal clamore promozionale del mercato.
Le chiese, talune millenarie che appartengono all'importante patrimonio architettonico ecclesiastico dell’Arcidiocesi, si aprono ad un evento che ogni anno riesce sempre a regalare grandi occasioni di condivisione e bellezza.
(Tutti i concerti sono ad ingresso libero fino ad esaurimento posti. Informazioni al 3392254261)
19 dicembre 2013 ore 21,00
Chiesa di Santa Maria degli Angeli
Michele Gazich
VERSO DAMASCO: concerto spirituale
MICHELE GAZICH: voce e violino
MARCO LAMBERTI: chitarra, bouzouki, pianoforte e seconda voce
“C’è qualcosa di misteriosamente antico nella musica e nella persona di Michele Gazich, Premio Tenco 2012, un tratto nobile e arcaico che riporta alla memoria la figura del bardo medievale, risvegliato dall’impronta senza tempo con cui canta, quasi recita, a tratti sussurra parole dure come pietre e taglienti come lame, che trovano ispirazione in un universo poetico popolato di immagini folgoranti” (Andrea Milanesi, Avvenire).
Partecipare ad un suo concerto è un rito, ma senza ostentazione, è una celebrazione d’amore in un mondo sempre più carico d’odio. Ogni sera Gazich intona la sua Guerra Civile: “Dio sopravvive nei dettagli / nelle crepe dei centri commerciali”, scandendo con forza il suo recitar cantando intenso e toccante, che può ricordare l’ultimo Leonard Cohen. Michele Gazich è anche e soprattutto il suo violino: grazie ad uno stile personale e decisamente innovativo sul suo strumento, che rende il suo suono immediatamente riconoscibile.
“Ho composto la canzone Verso Damasco nell’aprile-maggio 2010. La rilettura della Prima lettera ai Corinzi nella traduzione di Giovanni Testori è stata lo spunto, lo sprone iniziale per la scrittura. Avevo letto e riletto, nel corso degli anni, il fondamentale testo paolino, ma, in quest’ultima indagine, ogni parola mi appariva nucleo lucente, brace, resto di antico legno e di antico fuoco che, vivo nel qui ed ora, mi additava. Dovevo cadere ancora e invitare voi a cadere, ad arrendervi all’amore. Siamo in guerra, amici, la guerra infuria nei nostri cuori: la guerra civile tra l’amore e il denaro. Il nostro occidente, incanaglito da un interminabile tramonto, offre all’oriente “bombe intelligenti per donne con il velo”. Il nostro occidente che ha già tentato e tenta - con alterno successo - di soffocare la propria radice nei campi di concentramento e nella violenza del soldo, deve cadere, cadere ancora verso Damasco: la Damasco di allora e la Damasco di oggi.
Cadere, cadere ancora: perdere la vista come Paolo per ricominciare a vedere, fino a che c’è ancora il tempo per cadere e per avere occhi”.
Michele Gazich
Le canzoni sono un’antologia del repertorio di Gazich: il centro del concerto è naturalmente il brano Verso Damasco, nel quale Michele Gazich ci ricorda che se non abbiamo l’amore, possiamo solo cadere: la canzone è un ampio affresco in cui la Damasco di San Paolo si sovrappone alla Damasco contemporanea delle “bombe intelligenti per le donne con il velo”. Parte importante del concerto sono anche sempre i brani dedicati ai poeti, tra cui ricordiamo Il latte nero dell’alba, la canzone dedicata al poeta di cultura ebraica Paul Celan: nel marzo 2012 il Maestro ha eseguito la canzone a Cracovia, dopo aver viaggiato con gli studenti delle scuole superiori italiana con il “Treno della memoria” verso i campi di sterminio di Auschwitz e Birkenau.
La musica di Michele Gazich è universale, unisce pubblici e sensibilità diversi; i suoi album vengono apprezzati e recensiti si riviste dedicate alla classica, alla canzone e al folk: “Foto della nostra epoca, qualcosa di unico nel panorama della musica d’autore italiana” (Riccardo Santangelo, Amadeus), “Non riesco davvero a trovare in Europa un progetto artistico così vario, originale e ricco” (Guido Giazzi, Buscadero), “Un viaggio di ritorno verso la tradizione cantautorale italiana con in spalla il ricco bagaglio culturale e musicale raccolto negli anni” (Salvatore Esposito, Jam), “Album che promuovono Gazich ai vertici della canzone d’autore contemporanea” (La Stampa).
Il concerto di Gazich non è mai solo un concerto, ma un viaggio interiore che ti porti nel cuore.
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