Libri » 19/01/2014
Francesco e Federico, due giganti allo specchio” di Vito Telesca. Di Francesco Zizzi
“Francesco e Federico, due giganti allo specchio” è il nuovo libro di Vito Telesca, originario di Cisternino, edito dalla collana Storia Meridiana e distribuito da Feltrinelli.
Telesca è ideatore del portale online “StoriaMeridiana”, specializzato nella valorizzazione del patrimonio artistico-culturale del Sud Italia, e Consigliere Nazionale dell’associazione “ManifestoCultura”. Nel volume dedicato al Duecento italiano ripercorre con occhio distaccato e di giovane di oggi le imprese di San Francesco e Federico II di Svevia, Puer Apuliae, nel tentativo di ricondurli ad una dimensione storica e culturale diversa da quella ormai cristallizzatasi nel tempo. Nello sforzo di avvicinarli il più possibile, Telesca ha scoperto come Francesco e Federico siano molto più simili di quanto si possa immaginare. Si comprende così come i due siano stati antagonisti per volontà del Papa di turno, e che insieme hanno costruito le basi per l’Italia rinascimentale grazie ad una rivoluzione culturale senza precedenti: la lingua, la comunicazione, l’arte, la politica, la religione, il rapporto tra culture diverse, l’architettura, il territorio. Un libro che ripercorre in parallelo la vita dei due giganti prendendo spunto da episodi, eventi significativi e testimonianze.
“Spesso ci soffermiamo su alcuni riflessioni consolidate – precisa Telesca - quelle teologiche per quanto riguarda il Santo e quelle troppo politiche sull'imperatore. Ho cercato di metterli uno vicino all'altro per scoprire alcuni lati inusuali dei due. San Francesco è uno di quei Santi che non ha fatto cose importanti solo sotto il profilo teologico ed ecclesiastico. Ha dato inconsapevolmente una svolta culturale all'Italia e al duecento . Ha parlato in modo diverso alle persone tanto da diventare il padre della comunicazione di massa. Federico lo si studia e lo si ammira molto riguardo diversi aspetti, ma anche lui ha saputo dare una spinta importante al mondo dell'istruzione e della comunicazione”.
Nei cinque capitoli del libro (172 pagine, 17 euro), con contributi di Paolo Carnevali, da sottolineare due emozioni di grande effetto e realismo storico che Telesca espone al lettore in due passaggi fondamentali che riportiamo. “ Se il pontefice- scrive- si rifaceva spesso al libro dell'Apocalisse per cucire addosso alla popolazione la suggestione che una figura pericolosa come Federico poteva suscitare nella cittadinanza, i francescani riportavano il tutto ad una semplificazione religiosa, ad una purezza evangelica che per la Chiesa dell'epoca era mera utopia. La semplicità francescana della ricerca della povertà e della sofferenza mal si conciliava con la condotta ecclesiastica, divisa tra manie di protagonismo papale, aristocrazia feudale dei vescovi e dei cardinali, e completata da scandali e condotte poco edificanti per uomini che si professavano, "di Chiesa".
E di Federico II di Svevia sottolinea:” La svolta letteraria attuata con l’ascesa nella sua corte di Pier Delle Vigne che curò con particolare meticolosità la tecnica scrittoria che divenne tipica della corte federiciana e di quella che venne definita la "scuola siciliana” e, il segno linguistico, che Federico seppe coniugare con l’architettura, che divenne cosi timbro imperiale”. Una lettura semplice, scorrevole e dinamica che fotografa un medioevo non a tinte piatte o in bianco e nero,ma colorato e ricco di fervore culturale.
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