Approfondimenti » 19/01/2014
San Vito dei Normanni – Africa: lavori in Burkina Faso per ricordare Domenico e Piero Loparco
L’amore per la vita sa riconoscere le strade per costruire nuova speranza. E supera la morte quando crede e sostiene la solidarietà. Con questa certezza opera l’associazione di San Vito dei Normanni “L'albero del Baobab: una scalata per la vita”, intitolata a Domenico e Piero Loparco, due giovani cugini scomparsi a distanza di pochi mesi.
La famiglia il suo dolore lo ha fatto diventare costruzione, attivandosi con più iniziative nella raccolta fondi per realizzare un campo di calcio e un grande pozzo in un centro socioeducativo in costruzione in Burkina Faso.
Il progetto del Centro polivalente nasce da un’idea di Adama Zoungrana Caiolo, che da dodici anni vive nella sua famiglia sanvitese, e dal suo amico Bertrand Ilboudo, educatore africano. Tutto ciò che finora è stato realizzato (acquisto di 4 ettari di terra, la realizzazione completa di una struttura di 80 mq, il grezzo di alcune stanzette) lo si deve alla generosità di tantissimi ragazzi sparsi per l’Italia, in particolare nei comuni del Brindisino.
E grosse novità arrivano ora, ad inizi del nuovo anno, dal Burkina Faso e da San Vito dei Normanni.
Lì, all’estrema periferia della capitale, dove sta sorgendo il Centro, da pochi giorni sono ripresi i lavori per la realizzazione del terzo plesso, per realizzare la cucina e il refettorio.
Da San Vito dei Normanni sono partiti i fondi per la costruzione di un campo di calcio al servizio dei circa duecento ragazzi che già frequentano l’Associazione guidata da Bertrand Ilboudo. Tale struttura sportiva è finanziata interamente dalla famiglia Loparco.
L’Associazione L’albero del Baobab, invece, si è posto come obiettivo forte ed iniziale la creazione di un pozzo. Traguardo più che prezioso, considerando che nello stato africano “si è costretti a percorrere chilometri per prendere l’acqua – racconta Adama che lì è cresciuto – ed avere un pozzo significa migliorare anche la vita di migliaia di famiglie dei villaggi nelle vicinanze”.
Il progetto, più in dettaglio, è quello di un Centro polivalente per ragazzi della periferia della capitale del Burkina Faso (Ouagadougou), quelli che non hanno possibilità di poter avere una famiglia e/o non possono andare a scuola perché l’istruzione è a pagamento. “Sarà un posto dove bambini ragazzi e giovani possono trovare accoglienza, sostegno, mangiare, dormire, studiare e prime cure. Tutte cose che altrove sono normali, ma in Burkina no. Vorremmo dare a tutti quei ragazzi il presente e il futuro che meritano”, è lo stesso Adama a spiegare.
Si è insomma davvero a buon punto, e fondamentale è ora il sostegno dell’Associazione “L’albero del Baobab”, nata per tenere viva e operante la forte passione per la vita dei due cugini andati via a 37 e 19 anni.
“Sarebbe bello potersi sedere accanto a quei bambini e respirare il loro entusiasmo donando loro luoghi e mezzi per poter vivere e per soddisfare il loro desiderio di apprendere”, questo il desiderio di Maria Venerito e Annalisa Loparco, rispettivamente mamma e sorella di Domenico, che con risolutezza, insieme alle due famiglie colpite dalla perdita, ai parenti e a tanti amici hanno voluto creare un’associazione attiva nella solidarietà concreta e trasparente per sostenere i suddetti progetti.
Dopo la grande tragedia toccata a Domenico in un incidente mentre praticava sport, la perdita di Piero in uno schianto d’auto ha aggiunto nuovo e ingiusto dolore. Piero, che tanto aveva creduto nel progetto di Adama e appoggiato con il suo impegno appassionato l’Associazione. A lui la dedica che compare sulla pagina facebook: “Al nostro piccolo Angelo: guidaci in questo cammino perché possiamo portare avanti quanto avevamo iniziato insieme”.
Ed è infatti nel ricordo della grinta di Domenico e Piero che oggi ci si rallegra per i risultati raggiunti nel Burkina Faso. Nel loro nome nuovi traguardi sfiorano l’avverarsi di un grande sogno. Ora, nell’immediato, bisogna completare la raccolta fondi per la realizzazione dell’indispensabile pozzo.
Silvia Di Dio
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