Musica » 02/04/2004

Radi@zioni - Hard’n’Heavy dalla A alla Zeta - Lettere I - J - K


“I” , "J" e "K" come…

IRON MAIDEN
Che dire dei Maiden? Nel bene o nel male rappresentano il prototipo della metal band anni ’80, uno tra i gruppi di punta della N.W.O.B.H.M., praticamente sulla breccia da ormai ben oltre vent’anni, e con molto onore anche! Con una produzione che comunque ha sempre viaggiato su livelli medio alti, la band ha avuto anche i suoi momenti critici. Qualche inevitabile cambio di formazione ne ha caratterizzati alcuni, ma la band, grazie alla determinazione ed alla ostinazione del bassista Steve Harris, è sempre riuscita a cadere in piedi senza perdere troppi pezzi. Tra gli album che obbligatoriamente ogni buon metallaro deve per forza possedere ci sono “Killers” con il primo vocalist Paul Di Anno, ed il capolavoro assoluto dell’era Dickinson, “The Number Of The Beast”…
Disco consigliato: "The Number Of The Beast" (EMI, 1982)

JUDAS PRIEST
Fra gli indiscussi precursori dello stile musicale identificato come heavy metal, i Judas Priest occupano sicuramente un posto di primaria importanza. La band è in giro, più o meno, fin dai primissimi anni ’70, dapprima sulla scia dei più oscuri ed inquietanti Black Sabbath. Con il passar del tempo e personalizzando sempre più il proprio sound, finiranno per creare un proprio inconfondibile marchio di fabbrica, incrementando così sempre più il successo di uno stile e di un’attitudine che diverranno tipiche dell’intero fenomeno. Tra i tanti buoni album pubblicati dagli inglesi spicca in particolare l’insuperato “Painkiller”. Il disco vede la luce nel 1990 quando ormai nessuno si sarebbe più aspettato un capolavoro di tal fatta. Batteria potentissima, compatta e precisa, chitarre che si scambiano convenevoli a non finire, assolo terribilmente stridenti, ritmiche che non concedono respiro e poi la voce, che voce… l’ugola di Rob Halford raggiunge vette mai udite prima d’allora…
Disco consigliato: "Painkiller" (CBS, 1990)

KISS
Con i Kiss il party inizia nel 1973. Il debutto può già considerarsi un piccolo capolavoro, e la considerazione per loro, da quel momento in poi, crescerà concerto dopo concerto fino a culminare, nel’75, nella serie di esibizioni tenute nelle grandi arene testimonianza delle quali è il 1° doppio album “Alive”, capolavoro fra gli album live e consacrazione definitiva del gruppo. Il successivo lavoro da studio, “Destroyer”, uscito l’anno seguente rappresenta per i Kiss la vetta massima raggiunta, se parliamo di qualità e di creatività musicale. Tra alti e bassi la notorietà della band crescerà ancora minata spesso però da defezioni anche abbastanza importanti: gli anelli deboli risulteranno essere quasi sempre la 2^ chitarra e la batteria. Agli originali Ace Frehley e Peter Criss si susseguiranno così negli anni Vinnie Vincent, Mark St. John, Bruce Kulick, e poi Eric Carr ed Eric Singer. Solo la coppia Stanley & Simmons rappresenterà la continuità di questo continuo party a suon di hard’n’roll chiamato Kiss…
Disco consigliato: "Destroyer" (Casablanca, 1976)

“Hard’n’Heavy dalla A alla Zeta” va in onda ogni lunedì nel corso di RADI@zioni, solo e soltanto su Ciccio Riccio.

A cura di: camillofasulo@ciccioriccio.it