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Musica: Radi@zioni - Hard’n’Heavy dalla A alla Zeta - Lettere N - O - Q



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Musica » 16/04/2004

Radi@zioni - Hard’n’Heavy dalla A alla Zeta - Lettere N - O - Q


“N”, “O” e “Q” come…

NAZARETH
Scozzesi di Dunfermline, i Nazareth sono una band di puro e selvaggio heavy rock’n’roll, per certi versi anticipatori di quello che sarà il suono degli australiani AC/DC. Il loro esordio avviene nel 1971, mentre gli AC/DC arriveranno solo nel 1974, questo detto per la cronaca. Dopo i primi incerti passi i Nazareth incontreranno sul proprio cammino Roger Glover, bassista dei migliori Deep Purple, che fornirà loro la dritta per il successo producendo un paio di fantastici album: “Razamanaz” del 1973 ed il seguente “Loud’n’proud” dell’anno dopo. Sano rock’n’roll, violento e senza compromessi. Potenza, energia e sudore ben sostenuti da grezzi riff di chitarra e dalla caldissima ma vetriolica voce di Dan McCafferty. Disco consigliato: “Close enough for rock’n’roll” (Vertigo, 1976) NEW YORK DOLLS Esplosi nei primi ’70 i New York Dolls vengono considerati a ragione i precursori di quel glam rock che soprattutto nella Los Angeles di dieci anni dopo mieterà non poche vittime. Se, infatti, ancora oggi si parla di Guns’n’Roses, Wasp, Hanoi Rocks ed L.A. Guns il merito va soprattutto a questo gruppo. E’ riconoscibile qui anche il morbo, meglio conosciuto come punk rock, che esploderà poi nel 1977 grazie anche ai Sex Pistols. Non è un caso che le due bands abbiano in comune un personaggio come Malcolm McLaren, un tipo che la sapeva veramente lunga in fatto di truffe rock’n’roll. Truffe epocali, certo ma che hanno dato profondi scossoni al carrozzone del business partorendo fenomeni che lasceranno tracce indelebili nella lunga storia della musica che più amiamo. Voce sguaiata, lontana da ogni canone di commercialità, suono grezzo, marcio per alcuni versi, ecco incarnato appieno il vero spirito rock’n’roll… Il suo nome è New York Dolls… non c’è altro da aggiungere!
Disco consigliato: “Rock’n’Roll” (antologia – Mercury, 1994)

TED NUGENT
Ted Nugent o “The Motor City Madman” come è solito farsi appellare, dopo aver dato vita negli anni ’60 agli Amboy Dukes, decide di dar il via, nel 1975, alla sua carriera da solista pubblicando in rapida successione due formidabili album, l’omonimo “Ted Nugent” e “Free For All”. Il capolavoro lo realizza però solo nel ’77 con “Cat Scratch Fever”, album che riscuote un enorme successo, soprattutto dal vivo tanto che dal tour di supporto viene realizzato l’ormai mitico “Double Live Gonzo”. Su vinile sono quattro facciate live di puro e sanguigno rock. Tutta la carica adrenalinica del miglior Nugent, le sue pose da guerriero sempre a caccia di selvaggina, i suoi sproloqui e la sua inconfondibile musica… tutto concorre a svelare la sua natura di rocker selvaggio, un artista unico nel suo genere, capace comunque di firmare un disco epocale nella storia dell’hard rock.
Disco consigliato: “Cat scratch fever” (Epic, 1977)

OZZY OSBOURNE
Abbandonati i Black Sabbath alla fine degli anni ’70, Ozzy Osbourne, stanco dei continui litigi con il chitarrista Iommi ma soprattutto perché preda di ogni tipo di abuso possibile con droghe ed alcool, dopo una veloce ripulita si ricicla come solista. Dall’incontro tra un geniale chitarrista ed un folle ex macellaio che ha fatto della teatralità il suo punto di forza nasce così nel 1980 “Blizzard of Ozz”. Randy Rhoads, indimenticato chitarrista, inanella con Osbourne splendide perle di puro metal per un irripetibile capolavoro… La sua voce è un po’ quello che è, ma questo resta comunque un disco incredibile!
Disco consigliato: “Diary of a madman” (Epic, 1981)

QUEEN
Non deve stupire l’inserimento dei Queen in questo contesto. Occorre ricordare, ai distratti in ascolto, che il quartetto ha raggiunto un’enorme popolarità nel periodo a cavallo tra i ’70 e gli ’80 proprio grazie ad una musica in perfetto equilibrio tra glam e hard rock. Intanto l’album di debutto, l’omonimo “Queen”, Anno Domini 1973, paga un pesante debito ai Led Zeppelin, lo stesso fanno “Queen II” e “Sheer Heart Attack”, i più “progressivi” e decisamente i più heavy tra i lavori partoriti dalla reale ditta May, Mercury, Taylor e Deacon. Entrambi escono nel ’74. Il grande successo mondiale arriva però con il successivo monumentale “A night at The Opera”, lavoro eclettico, ambizioso e ricchissimo di intricate armonie vocali, dove la matrice dura si stempera maggiormente in favore di sonorità più ricercate. Da qui in poi lo stile dei Queen si sposterà sempre più verso forme musicali altamente commerciali. Si segnalano diversi incidenti di percorso a tal proposito, ma l’hard rock affiorerà di tanto in tanto qua e là, specie nella scrittura del chitarrista Brian May, l’unico elemento rimasto fedele alle origini della band. Il merito è soprattutto suo se i Queen figurano in questa nostra piccola ma esclusiva raccolta enciclopedica.
Disco consigliato: “Sheer heart attack” (EMI, 1974)

“Hard’n’Heavy dalla A alla Zeta” va in onda ogni lunedì nel corso di RADI@zioni, solo e soltanto su Ciccio Riccio.

A cura di: camillofasulo@ciccioriccio.it


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