26/05/2003
Giovanni Antonino: un anno di amministrazione
Ad un anno esatto dall’avvio del secondo mandato amministrativo, è opportuno tracciare un primo bilancio dell’attività svolta.
Parto con il dire che l’avvio è stato entusiasmante, forte di un consenso tra i più alti d’Italia tra le città capoluogo di provincia. Abbiamo portato sulle scena politica soggetti nuovi, anche configurando un modello di ‘Ulivo allargato’, grazie alla presenza di numerose liste civiche che esprimono sensazioni ed ambizioni della gente comune. Siamo stati in grado di suscitare molte aspettative tra i cittadini ed oggi, a distanza di un anno, possiamo dire di aver fatto delle cose positive ed altre negative.
Nel primo caso, il riferimento è al completamento ed all’apertura del Nuovo Teatro Verdi, all’ormai prossima inaugurazione del porticciolo turistico, all’imminente completamento del rimontaggio della Colonna romana, ai fondi ottenuti grazie alla misura 5.1 dei Por ed alla sottoscrizione del Piano di riqualificazione urbana del rione Sant’Elia. Tra le cose negative, invece, ci sono le difficoltà legate all’avvio della raccolta differenziata, la vicenda delle ‘strisce blu’ ed anche i problemi giudiziari di un consigliere comunale, sia pure non legati a vicende amministrative.
Il problema maggiore, però, è stato quello di dover fare i conti con un tentativo di dare una ‘spallata giudiziaria’ a questa amministrazione. Il tutto, è iniziato addirittura il giorno dopo le elezioni con un ricorso al Tar tendente ad invalidare le elezioni.
Il nostro errore, comunque, è stato quello di metterci troppo sulla difensiva ed anche di ritenere, sul fronte opposto, che i voti fossero in cassaforte. Una eccessiva ‘sicurezza’ dettata dal successo elettorale. E poi abbiamo sbagliato ad interrompere il dialogo con la città, come se i brindisini ci avessero dato un mandato in bianco.
Ed invece, quell’entusiasmo dello scorso anno bisognava conservarlo ‘vivo’. Per quanto mi riguarda, pertanto, sono pronto ad ammettere questo errore, ad assumermi pienamente la responsabilità di tutto quello che è stato fatto, anche se da questo momento parte una fase di rilancio.
La mia idea è quella di convocare una serie di riunioni, partendo dai responsabili politici della coalizione per poi convocare gli ‘stati generali’ (partendo dai consiglieri comunali e circoscrizionali), in vista di un confronto aperto con la cittadinanza.
Il tutto, si rende necessario in quanto ho la sensazione che la città si sia un po’ ‘seduta’, partendo proprio dall’Amministrazione Comunale.
Ci sono molte cose abbozzate e non portate a compimento.
Mi riferisco, ad esempio, al circuito dei beni culturali, al porto che stenta a decollare, al turismo che poteva e può rappresentare una alternativa ai grandi impianti industriali, alla riqualificazione urbana che non è stata completata nonostante i finanziamenti ottenuti.
Per fortuna, abbiamo idee, risorse e uomini per poter guardare con serenità ai prossimi quattro anni. Partiamo, quindi, da una assunzione di responsabilità per gli errori commessi, dallo scotto del noviziato di numerosi assessori ed anche dal superamento di incomprensioni all’interno della maggioranza.
Si riparte a spron battuto, con un sindaco che non è più disposto a pagare le colpe di tutti, con la consapevolezza di non poter disporre delle risorse del passato, con la necessità di riavviare il dialogo (fino ad oggi appena abbozzato) con le opposizioni e con le altre istituzioni. Il terreno di confronto riguarda, in particolare, l’accordo di programma per Brindisi, i PIT numero sette e otto, il PIS sul turismo ed altro ancora. Infine, sul piano politico voglio aggiungere che l’Ulivo si è rafforzato nell’ultimo anno di governo, chiarendo i problemi con la Margherita. Abbiamo perso per strada Rifondazione Comunista, ma non escludo che si possa riavviare un dialogo costruttivo.
E poi c’è la novità delle liste civiche, confluite nel Centro Popolare e pronte a lavorare con decisione in vista delle Provinciali del 2004 e delle Regionali dell’anno successivo, con l’obiettivo di portare avanti un progetto complessivo per il territorio, dopo dieci anni di fallimenti che, a livello provinciale, oggi spingono i fasanesi a voler andar via per confluire nella provincia di Bari”.
GIOVANNI ANTONINO
SINDACO DI BRINDISI
26 MAGGIO 2003 |