30/10/2002

Quale cultura per Brindisi?


La prossima apertura del Nuovo (?) Teatro Verdi programmata per il 12 Novembre alla presenza del Presidente della Repubblica, Azeglio Ciampi, e le recenti polemiche sul bassorilievo di Amerigo Tot, incentrate dapprima sullo scandalo della pitturazione e poi sulla "percezione" dell'opera, inducono ad esprimere riflessioni sui valori culturali esistenti in città.
L'utilizzo di un contenitore come il Verdi, se accuratamente gestito (aspettiamo ancora di conoscere da chi, come e soprattutto con quali mezzi), servirà da efficace motore di propulsione. Dovrebbe costituire (o costituirà quando sarà compresa l'importanza di una sua accurata divulgazione) un mezzo per render noto fuori dai nostri limiti territoriali che a Brindisi esiste offerta culturale. La domanda verrà da se: chi potrà dire che in questa strana città "l'effetto traino" (traìno?) non riesca a raggiungere dimensioni bulgare?
Ma non basta.
E' davvero pleonastico ricordare la necessità di procedere all'introduzione di una politica culturale, di una programmazione delle occasioni di cultura?
Politica e programmazione (ebbene si!) anche a Brindisi...
E' troppo semplicistico asserire che il Verdi non deve rappresentare solo che un aspetto della cultura che si produce a Brindisi?

Il mondo é un teatro, vieni, vedi, e te ne vai (anonimo).

Questo non può accadere in una città che deve diventare affamata di cultura, nella quale tutte le possibili culture devono permanere. Si, questa città deve aver fame di cultura, anche perchè la fame conduce all'ingegno e l'ingegno porta la creazione di opportunità lavorative.
Allora perchè svilire quello che abbiamo? Sarà poco, sarà tanto, ma teniamocelo stretto; vendiamocelo bene.
L'opera di Amerigo Tot può non piacere ma tutti noi abbiamo il dovere di difendere la sua arte e magari conoscerla nella sua pienezza. Per primo chi rappresenta la città o i nostri beni monumentali e culturali.
Folon ha detto che il Monumento al Marinaio va abbattutto. Ma sarà solo per la indubbia statura dell'artista che in questa città nessuno ha avuto il coraggio di rispondere alla sua provocazione? Nessuno dei cosiddetti intellettuali ha colto al volo l'occasione di destare in questa sopita terra un dibattito salutare su cosa voglia dire Cultura e sui significati e i modi della sua fruizione.
E adesso si tace anche di fronte all'apertura del teatro e allo scempio perpetrato (in)consapevolmente ai danni di un bassorilievo di un artista dal valore internazionalmente riconosciuto.
Ma ci rendiamo conto che il dibattito culturale latita in questa città. O dobbiamo pensare che tutti i sedicenti intellettuali difatto non sono tali?
Solo Guastella e pochi altri continuano ad andare avanti con la bandiera in mano e senza apparente esercito.
Se qualcun'altro esiste ed è pronto a preporre l'onestà intellettuale, il bene comune al proprio ego, passato presente e futuro, si affacci pure alla sua finestra.

Oreste Pinto