09/02/2005
Francesco Magno: Considerazioni sull’inquinamento da carbone
Il prof. Francesco Magno, Docente a contratto di Diritto dell’Ambiente presso la Facoltà di Ingegneria Gestionale dell'Università di Lecce ha inviato una nota agli Organi di stampa e di informazione, al Presidente della Provincia ed al Sindaco di Brindisi riportando alcune considerazioni sull’inquinamento da carbone.
Di seguito il testo integrale dell'interessante e puntuale intervento.
Ho letto con piacere che la Provincia ed il Comune hanno dimostrato la necessaria sensibilità al problema relativo all’inquinamento derivante dallo scarico, dal trasporto e dallo stoccaggio del carbone utilizzato dalle centrali di Brindisi sud (Enel Produzione) e di Brindisi Nord (Edipower).
Il piacere relativo all’attivazione concreta dei due Enti, deriva anche dal fatto che lo scrivente, con nota del 16/01/2005, ha rimesso, per le possibilità offerte ai Cittadini, alle Associazioni ed agli Enti Pubblici, ai sensi dell’art. 6 della L. 346/86 alcune “osservazioni tecniche” finalizzate alle compatibilità ambientale della centrale termoelettrica di Brindisi Nord di EDIPOWER; le osservazioni tecniche sono state prodotte in funzione della presentazione, da parte di Edipower, della Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) per la riconversione della centrale termoelettrica.
Le osservazioni sono state di esclusivo ordine tecnico ed hanno interessato solo il comparto dell’opera di “scarico a mare” delle acque reflue di raffreddamento ed il comparto della movimentazione e stoccaggio del carbone.
In particolare per ciò che concerne la movimentazione e stoccaggio del carbone ho riportato quanto segue:
Movimentazione e stoccaggio carbone
Per questo importante aspetto di “compatibilità ambientale” si intende osservare che l’attuale movimentazione del carbone, dal molo di scarico di Costa Morena Est al carbonile posto nell’ambito dell’area dello stabilimento e, se non erro, di proprietà di ENEL Produzione S.p.a, presenta procedure che si ritiene siano poco compatibili con la salvaguardia del territorio e la salute dei Lavoratori e dei Cittadini; infatti:
1. Lo scarico del carbone avviene con l’uso di benne che lo prelevano dalla nave carboniera e lo depositano in una tramoggia al di sotto del quale si ap-posta il camion per essere caricato; il caricamento avviene per cumuli successivi del cassone del camion, fino al completamento ed ultimato il caricamento, il camion viene richiuso con una tendina scorrevole.
In questa fase di caricamento dei camion si registra una notevole dispersione in aria di polverino di carbone che viene a ricadere sia sugli stessi mezzi di trasporto che sul piazzale di caricamento ed in mare.
I mezzi appaiono solitamente sempre sporchi di polverino di carbone che, congiuntamente a porzioni più grossolane depositatesi sui paraurti, sulle superfici orizzontali del cassone, ecc. vengono rilasciate lungo le strade percorse per raggiungere il luogo di stoccaggio del “carbonile”. Tale procedura è utilizzata anche per trasportare il carbone alla centrale termoelettrica Federico II di Enel Produzione, posta a Cerano-Brindisi Sud e raggiunta attraverso il cosi detto “asse attrezzato”.
Le procedure di caricamento e trasporto del carbone inducono condizioni ambientali di inquinamento da rilascio di polverino di carbone, che sono state più volte denunciate dagli Enti competenti; in particolare il Comune di Brindisi, con propria ordinanza del 1999 è riuscito almeno ad ottenere il ricoprimento dei cassoni mediante teli e pulizia delle strade con spazzatrici a secco.
E’ evidente che tali azioni non sono sufficienti a garantire la dispersione delle polveri di carbone e l'inquinamento dei terreni e delle acque marine nei cui sedimenti, da recenti Piani di Caratterizzazione effettuati, sono stati individuati componenti inquinanti quali: il tallio, il vanadio, gli idrocarburi pesanti ecc. che, si ritiene, siano ascrivibili alle polveri di carbone disperse.
Ancor più grave appare l’aerodispersione del “polverino di carbone”, ai fini della salubrità dell’aria, ed il lavaggio del molo di scarico e delle strade di pertinenza con spazzatrici ad acqua che creano poltiglia e producono il trasporto del polverino umido mediante il transito dei mezzi civili.
A tal proposito si osserva che sarebbe opportuno, ad avviso dello scrivente, attivare le sottoelencate azioni per ridurre le cause di contaminazione da “polverino di carbone”:
a. posa in opera, a bocca delle tramogge di scarico del carbone dalle benne, di potenti nebulizzatori in grado di annullare la dispersione aerea del polverino;
b. utilizzo di una “spianatrice” dei cumuli realizzati nei cassoni, per evitare la perdita di carbone nei tragitto verso il “carbonile” e non prima di una chiusura ermetica del cassone stesso;
c. realizzazione di appositi locali chiusi da destinare al lavaggio dei camion dedicati al trasporto del carbone che, come riportato precedentemente, risultano sempre sporchi di polverino. Le acque di lavaggio dovrebbero essere sottoposte a processi di sedimentazione e trattamento e gli scarichi smaltiti secondo le normative vigenti.
2. Ancora più grave, ad avviso dello scrivente, è il sistema in uso per il caricamento delle ceneri di combustione e dei gessi di desolforazione, rivenienti dalla centrale ENEL Produzione di Cerano; infatti, oltre ad utilizzare gli stessi mezzi che in andata, verso Cerano, portano il carbone al “carbonile”, al ritorno, carichi di gesso e/o ceneri, scaricano il rifiuto per gravità, alzando semplicemente il cassone e riversando il contenuto in una “pedana”, denominata “secchione”, dalla quale le benne delle navi lo prelevano.
Appare evidente che una tale procedura, per molti versi arcaica, comporta rischi, più volte accertati dalle autorità competenti, per la dispersione degli inquinanti trasportati (gessi e polveri) sia in forma aerodispersa, che sui piazzali e sui terreni circostanti il molo di Costa Morena che, infine, in mare e nei sedimenti marini.
3. per quanto concerne il “carbonile”, utilizzato congiuntamente dal EDIPOWER per il carbone del tipo indonesiano, a basso contenuto di zolfo e da “ENEL Produzione” per il carbone destinato alla centrale termoelettrica di Brindisi Sud-Cerano, è necessario che sia garantita la distinzione delle due differenti tipologie di carbone; ciò in quanto la centrale Edipower è priva di impianti di desolforazione, a differenza di quella di ENEL Produzione.
Altresì, si osserva, onde evitare la continua dispersione del polverino di carbone nelle aree esterne circostanti il carbonile, che continua, come è facile verificare percorrendo le strade di confine e che dimostrano quanto i sistemi empirici di abbattimento esistenti (rete a maglia fine, sistema di innaffiamento ad ugelli) siano inefficienti, attivare :
a. l’abbattimento del polverino di carbone mediante una batteria di nebulizzatori (tipo cannoni per neve) in grado di appesantire le particelle fini ed evitare la dispersione aerea;
b. umidificare adeguatamente il carbone con sistemi che possano garantire , in continuo ed in automatico ed anche in funzione della intensità del vento, la mancanza di perdite di polverino;
c. realizzare “barriere” adeguate a contenere le eventuali perdite del suddetto polverino.
Credo di aver contribuito alla maggiore conoscenza del problema carbone e di aver fornito indicazioni concrete circa l’attivazione di procedure che possono sicuramente migliorare l’attuale stato ambientale di contaminazione da carbone e garantire un ambiente salubre per i Cittadini ed i Lavoratori.
Al Presidente della Provincia che legge per conoscenza, avendo affermato che è in procinto di produrre un esposto alla Procura, ritengo opportuno rammentare che oggettive responsabilità risiedono, non solo nel produttore dell’inquinante, ma anche nei proprietari delle strade ( SISRI e Comune) e dei moli (Autorità portuale) che, in quanto tali nulla hanno fatto per evitare che continuasse a perpetrarsi l’inquinamento in essere da anni.
Per il Sig. Sindaco, che legge per conoscenza e nelle proprie funzioni di tutore della salute pubblica, appare opportuno rammentare che la pulizia e pitturazione dei muretti, il rifacimento delle strade ecc., così come enfatizzato dal produttore, costituiscono solo palliativi e non introducono elementi di miglioramento delle condizioni ambientali.
Presuppongo che le proposte di adeguamento tecnologico riportate nelle mie osservazioni tecniche alla VIA, possano essere tradotte in Ordinanza Sindacale e possano eliminare totalmente lo stato di inquinamento presente; questo come contributo di un semplice cittadino.
Esiste, comunque il rammarico che le opportunità offerte dalla dall’art. 6 della L. 346/86, che rappresenta una delle poche norme di vera “democrazia partecipata”, sia stata colta ed utilizzata esclusivamente da me come cittadino e non da Associazioni ed Enti che, se più attenti, avrebbero indotto ulteriori “osservazioni” tecniche in grado di portare ad un miglioramento sostanziale delle condizioni ambientali.
Francesco Magno
Elda Donnicola di Puglia Tv ha intervistato il Prof. Francesco Magno Clicca qui per il VIDEO
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