27/02/2005
Viaggio nella burocrazia americana - Colorado
UN VIAGGIO NELLA BUROCRAZIA AMERICANA
Di burocrazie ne ho conosciute diverse. La peggiore in assoluto, la piu’ cavillosa , la piu’ kafkiana in cui mi sono imbattuto e’ stata sicuramente la burocrazia cinese.
Una volta ho dovuto persino scrivere una lettera di autodenuncia davanti ad un ufficiale dell’esercito di liberazione, lettera che e’ stata subito dopo fatta in mille pezzi e lanciata in direzione della mia faccia..... solo perche’ avevo dimenticato di portare con me un documento.
In America e’diverso. Ma poi neanche tanto. Il codice di comportamento dei burocrati di Stato e’ rigoroso. Estremo rispetto delle diversita’: le regole devono essere uguali per tutti. Ma tra le righe di quel codice comportamentale sono inseriti tanti se e tanti ma da lasciare un discreto margine al burocrate di turno.
L’intento negli ultimi anni di limitare quanto possibile l’arrivo di nuovi immigrati, che diventano non solo un punto percentuale in piu’ alle statistiche sulla disoccupazione, ma anche una porta di accesso per i terroristi, sta creando situazioni paradossali.
Leggevo l’altro giorno sul New York Times che un professore universitario di un Paese africano, dopo aver insegnato per oltre 10 anni in un universita’ americana, ha dovuto far ritorno nel proprio Paese per rinnovare il visto per gli States.
L’ambasciata americana del suo Paese gli ha pero’ negato il visto. A nulla sono valse le sue rimostranze, le prove, i documenti presentati. Quel professore ha perso il posto di lavoro e si e’ trovato disoccupato nel suo Paese di origine.
Per il fatto di essere italiano quindi semiparente di Cristoforo Colombo e quasi cugino di Amerigo Vespucci, pensavo di ritrovarmi con tutte le porte spalancate e un lungo cartello con su scritto “ Welcome Gabri!”. Invece Cristoforo Colombo non e’ piu’ annoverato tra gli eroi dopo che i nativi americani, che una volta si chiamavano indiani ma poi si sono incazzati perche’ giustamente non sono indu’, lo hanno considerato il primo vero responsabile dell’eccidio del loro popolo. Di Amerigo Vespucci invece non si conosce praticamente l’esistenza pur avendo dato con il suo nome qualcosa di originale a questa terra.
La lettera di benvenuto si l’ho ricevuta, senza fanfare. Ma non il documento che mi permette di stare qui: la famigerata green card. Sulla lettera di benvenuto negli Stati Uniti appariva la scritta: telefonare a questo numero verde se non si riceve la lettera entro 3 settimane. Di settimane ne erano gia’ passate 6 quindi chiamo 1-800. Premetto che di numeri 1-800, il prefisso del numero verde, ce ne sono miliardi. Solitamente sono seguiti piu che’ dal numero, dalla parola che viene composta attraverso i numeri. Cioe’ se vuoi chiamare la banca farai 1-800BANCA, dove alla B corrisponde un numero alla A un altro e cosi via. E’ vero che non paghi la telefonata ma e’ vero anche che non ottieni la risposta che cercavi nel 90% dei casi. In primo luogo perche’ la tua telefonata non viene presa subito da un operatore ma da un risponditore automatico lentissimo che ti mette di fronte alle varie opzioni.” Premere 1 se si vuole...., premere 2 se si vuole....” questo gioco va avanti per una buona mezz’ora.
A quel punto, se vuoi parlare con un operatore, devi far finta di non conoscere il codice identificativo che e’ nell’angolo sinistro della lettera di benvenuto, incasellato sottolineato ed evidenziato. All’opzione digita 1 se conosci il tuo codice oppure digita 2, io digito 2 cosi finalmente quella tediosa voce meccanica scompare e vengo messo in attesa per parlare con un operatore. La situazione cambia di poco. L’operatore del call center non ha la piu’ pallida idea di cosa stia facendo li, e meno ancora di cosa vive a fare. Tutto quello che fa e’ inserire il mio codice (che ovviamente sono riuscito a trovare) e guarda la schermata sul computer. “La sua green card e’ stata inviata ma risulta non consegnata” “ lo so: non lo mai ricevuta!” “ ha cambiato indirizzo da quando....” “no” “ riceve normalmente la sua posta al suo indirizzo?” “si, ho ricevuto anche la lettera di benvenuto da parte vostra” “ vabbene metto una nota e gliela faccio rimandare...se non la riceve dovra’ rifare tutto il procedimento di nuovo-----CLICK--- . Un nuovo procedimento ?
Ritelefono. Altra mezz’ora con la voce meccanica. Fingo di nuovo di non conoscere il mio numero identificativo. Mi passano una operatrice. Prima che lei apra bocca le espongo il mio caso e mi dico molto preoccupato perche’ temo che qualcuno possa avere la mia green card e commettere un atto terroristico a mio nome. Le dico inoltre di essere una persona con tante conoscenze importanti in citta’ e che bisogna fare assolutamente una “investigation” sul caso. Tenta di tranquillizzarmi ma io ormai ho messo la quinta e parto a raffica. Cito nomi di senatori miei presunti amici a cui esporro’ subito il caso se non ricevero’ una risposta immediata. La cosa sembra funzionare : mi passa un supervisore. Ripeto la tiritera. La risposta e’ : “Yes, sir” apriremo un fascicolo sul suo caso e ricevera’ quanto prima una risposta. Aggancio.
Il telefono squilla. “ hello” sento partire il nastro. Una voce meccanica mi avvisa che non ho riconsegnato il film al blockbuster in tempo. Si prega di chiamare il numero 1-800BLOCKBUSTER per ulteriori informazioni. E dire che nello stesso giorno dovevo chiamare 1-800LICENCE per la patente di guida, 1-800SOCIALSECURITY per il numero di previdenza sociale........
Gabriele D'Errico
Denver - Colorado
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