31/03/2005

E' morta Terri Schiavo


“Finalmente è morta”: è una frase che non si dovrebbe mai pronunciare, in nessuna circostanza.
Ma in questo caso la tragica fine di Terri Schiavo libera innanzitutto la sua anima da un corpo inutile e termina una lunghissima sfida tra i genitori di lei ed il marito, tra la corte federale e la corte statale, tra potere giudiziario e potere politico, tra attivisti pro-vita e fautori dell’eutanasia.
Una storia incominciata 15 anni fa. Terri Schiavo è vittima di un normale arresto cardiaco e la conseguente mancanza di ossigeno al cervello le causa danni permanenti. A questo si aggiungono errori di valutazione medica che vengono però ricompensati con due cause milionarie.
A quel punto Terri Schiavo nel suo stato “vegetativo continuato ed irreversibile” e nella sua veste di neo-milionaria diventa l’oggetto di uno scontro che si ripercuote a tutti i livelli. Il marito dichiara che la moglie non avrebbe voluto vivere in questo stato vegetativo e chiede alla corte della Florida di staccare i tubi che continuano ad alimentarla. I genitori di Terri si oppongono, chiedono che siano fatti altri esami per stabilire se effettivamente non vi è alcuna reversibilità e ne chiedono l’affidamento. I giudici respingono l’istanza dei genitori e decidono di procedere al distacco dell’apparecchio che la tiene in vita. A quel punto il governatore della Florida Jeb Bush, fratello del presidente degli Stati Uniti, interviene e con un decreto e ordina che vengano riallacciati i tubi che forniscono l’alimentazione necessaria a tenere in vita Terri. I tubi vengono riallacciati ma la legge salva-Terri viene ritenuta incostituzionale poco dopo.
L’intervento del governatore per quanto riceva il plauso del fratello presidente, crea un precedente unico nello scontro tra il potere politico e quello giudiziario.
Una nuova sessione della corte statale annulla il decreto del governatore e ordina un nuovo distacco dei tubi. A quel punto inteviene la corte federale che annulla la decisione della corte statale creando un nuovo caso nello scontro tra diversi poteri.
Nel frattempo non bisogna dimenticare che Terri Schiavo subisce per ben due volte la stessa crudele sorte. Per ben due volte le vengono staccati i tubi con l’intenzione di farla morire di inedia. Una morte orribile dove anche il suo stato vegetativo non esclude una sofferenza della donna fino all’ultimo istante. Anche agli animali che sono in uno stato di malattia avanzato viene garantita una morte migliore, più dolce.
La somministrazione di un veleno che ti fa passare da uno stato all’altro nel giro di pochi minuti, non certo di giorni.
Questo è uno dei punti di ragionevolezza che come sempre nel calderone mediatico e nello scontro tra buoni e cattivi, finisce per non avere voce.
L’eutanasia ( o “morte indolore” êu 'bene' e thánatos 'morte') è una realtà con cui una moderna società deve riuscire a confrontarsi ed a trovare una legge adeguata che ne fissi i termini.
Non si può permettere in una società civile che lo scontro tra interessi ed affetti porti a queste situazioni degradanti e squallide. Che la mancanza di una legislazione in materia porti allo scontro tra i diversi poteri.
Non solo il governatore Bush ma anche lo stesso fratello presidente degli Stati Unti aveva fatto approvare nei giorni scorsi (con larga maggioranza delle due assemblee) una legge ad personam nel tentativo di riallacciare per la terza volta i tubi che alimentavano Terri.
Questa agonia finalmente è finita.
Terri ha tolto il disturbo ed ha abbandonato il suo inutile corpo.
Ma per noi tutti questa è una grande sconfitta.

Gabriele D'Errico
Denver - Colorado

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