17/05/2005
Il comune impegno per fermare il rigassificatore
Le linee di impegno del Presidente dell’Amministrazione provinciale e del Sindaco di Brindisi per impedire la realizzazione del rigassificatore si sono nei mesi scorsi appalesate largamente convergenti anche in ordine agli strumenti di intervento nell’ovvia distinzione dei ruoli e degli specifici poteri delle rispettive amministrazioni. Si è trattato di un fatto politico di grande rilievo civile divenuto un vero e proprio patrimonio di sensibilità istituzionale e di credibilità politica che supera nell’interesse delle nostre comunità le logiche di schieramento e va perciò salvaguardato pur nella possibile differenziazione di alcune valutazioni e di talune scelte.
Questa invero sembra la giusta ottica con la quale va riguardata qualche diversità, manifestatasi negli ultimi giorni, nelle valutazioni “di partenza” del Sindaco Mennitti e del Presidente Errico sulla posizione da assumere in ordine alla sottoscrizione delle convenzioni con le società elettriche. Diversità che potrebbe riflettersi anche sulla questione della predisposizione di alcune clausole contrattuali rivolte a condizionare in tutto o in parte l’efficacia dei patti in questione. L’augurio è che i vertici delle due amministrazioni trovino anche su questo punto un sostanziale accordo ma è insuperabile interesse delle nostre comunità che in ogni caso non subiscano incrinazioni la concorde scelta in favore di un diverso sviluppo dell’economia locale ed il comune impegno di contrastare la realizzazione di un impianto che vanificherebbe tale scelta.
Sono note la determinazione e la passione con le quali il Presidente Errico si batte da anni contro il rigassificatore e questo suo impegno costituisce per il nostro territorio un punto importante di riferimento. Ma proprio per questo non vorremmo sentirgli esprimere, come in questi giorni è accaduto, la convinzione «che il rigassificatore purtroppo si farà» grazie agli interventi, in caso di “inerzia” degli enti locali, del «commissario ad acta». Errico dice queste cose – lo sappiamo bene – con l’intento di iniettare “anticorpi” nell’organismo delle nostre comunità duramente bersagliato da contaminazioni ed attacchi di ogni genere, ma si tratta pur sempre di dichiarazioni che possono ingenerare nell’opinione pubblica locale rassegnazione e scoramento ed essere strumentalmente utilizzate da chi continua a spingere per la costruzione dell’impianto.
La convinzione da diffondere è un’altra e cioè che il rigassificatore non si farà se ad esso si opporranno, ricorrendo a tutti i possibili rimedi giuridici e a tutte gli strumenti democratici di protesta, le istituzioni locali, i partiti politici, le forze sociali, l’associazionismo laico e cattolico e soprattutto la stragrande maggioranza dei cittadini. Ecco perché se è di fondamentale importanza il ruolo delle amministrazioni locali non lo è meno il momento partecipativo e la mobilitazione democratica. Di fronte ad impegni difficili la forza dell’iniziativa democratica non è certo nell’esaltazione delle differenze e delle divisioni ma nella ricerca, talvolta faticosa ma sempre utile, delle ragioni che tengono insieme le diversità e le convogliano verso i comuni obiettivi.
Quanto alle convenzioni con le società elettriche, siamo tutti convinti, amministratori e cittadini, che il solo parametro da utilizzare per verificare la convenienza di tali patti è quello della salvaguardia e, possibilmente, della promozione dei diritti fondamentali alla salute e al lavoro con la conseguenza che in tali intese non dovrebbero mai trovare spazio patteggiamenti o transazioni in pregiudizio di siffatti diritti. Sappiamo bene quanto siano forti certi poteri e con quale determinazione vogliono portare avanti i loro disegni ma crediamo anche che la democrazia, quando sceglie gli interessi generali e si alimenta di partecipazione, ha in sé le energie sufficienti per fermare progetti incompatibili con le scelte delle comunità interessate e tali da vanificare l’ “autonomia” degli enti locali sancita dalla Costituzione e disciplinata dalla legge ordinaria.
Michele DI SCHIENA
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