06/06/2005

Rigassificatore, perchè contro? di Gian Michele Romano


Trovo grave e triste la polemica che da moltissimi giorni infuoca una (mi sembra esigua) parte della popolazione civile brindisina intorno al tema del rigassificatore. Grave perchè da mesi e anni una parte dell'intellighenzia della città attacca senza freno questo progetto, appellandosi a scuse che non hanno riscontro nei fatti e nei dati.
Ho l'impressione sempre più netta, e confermata da alcuni miei appunti degli ultimi giorni, che chi protesta non si è mai veramente letto una carta con attenzione, nè ha cercato di documentarsi come avrebbe dovuto.
Posso così sottolineare come gli scenari apocalittici dipinti attorno al rigassificatore, e le filippiche intorno al nuovo modello di sviluppo di Brindisi, siano il risultato della pressione di gruppi di interesse che niente hanno da spartire con chi è davvero votato alla difesa dell'ambiente.
Chi ha spesso parlato non conosce le proprietà del gas naturale, nè cosa sia il GNL. Non sa che il GNL è sviluppato in tutto il mondo, nè che in decine di migliaia di viaggi di metaniere non si sono mai verificati incidenti di rilievo. Non sa che il Giappone si rifornisce di metano esclusivamente attraverso circa 20 terminali di GNL, che la Spagna ha 4 terminali, la Francia 2 e gli Stati Uniti 4, e che in nessuno di essi si è mai verificato un incidente negli utlimi 40 anni. Vuole ignorare che ogni giorno, a Brindisi, camminiamo su chilometri di condotte cittadine che portano il gas naturale (metano) nelle nostre case, affinchè possiamo cucinare e riscaldarci.
La battaglia politica che si è sviluppata è perciò molto, molto strana. La polemica ruota intorno ad un generico rifiuto del modello di sviluppo basato sull'industria pesante inquinante che ha attanagliato Brindisi e la sua popolazione per lungo tempo. Capisco. Brindisi ha pagato a lungo dazio nei confronti di affaristi e società senza scrupoli, che hanno messo il porto nelle mani, per esempio, del carbone e del GPL, senza verificare che fosse fatto secondo i dettami della legge. Questo è vero. E noi brindisini siamo giustamente stufi. Ma non trovo corretto politicamente ed eticamente fare di tutta l'erba un fascio.
Il terminale GNL non causerà danni nè al porto, nè all'ambiente, nè pericoli alla sicurezza. Allora perchè osteggiarlo così? Perchè osteggiare un investimento che invece può portare sviluppo industriale senza danneggiare le ambizioni sacrosante in materia di rispetto della natura, sicurezza dei cittadini, e sviluppo polifunzionale del porto?
Ho letto diverse informazioni ormai diventate leggenda, che sarebbe ora di confutare e rifiutare, per evitare che la popolazione creda a informazioni erronee che altro non fanno se non esasperare chi ci crede, e spaventare chi non conosce.
Ad esempio:
A) Brindisi vuole il turismo e il commercio. Come già sottolineato, ambizione legittima e giustissima. Ma perchè raccontare che la realizzazione del terminale impedisce questa ambizione? Questo benedetto Capo Bianco come può danneggiare il porto? Tra la colmata (che da quanto si legge nella nota del presidente della Provincia Errico alla Procura, avrà un'area di 140.000 metri quadri - largo 350metri e lungo 400 metri - che mi sembra francamente modesto, visto e considerato che l'area prescelta di Capo Bianco è lunga quasi un chilometro e larga quasi altrettanto) - e il pontile, il terminale non spunterà nel porto molto più del pontile Enichem. Come può essere di impedimento?
B) Pericolosità del gas e pericolosità del rigassificatore. Ma non è vero!! Il GNL è gas naturale allo stato liquido. Lo stato liquido è raggiunto non grazie all'esercizio di pressione (come per il GPL), ma semplicemente grazie al fatto che esso viene raffreddato. Essendo stoccato senza pressione, il GNL non può esplodere (l'esplosione avviene in presenza di pressione): quindi sia i serbatoi che le navi gasiere sono sicure. Il gas naturale è composto almeno al 95% da metano: non corrosivo, non tossico, più leggero dell'aria - suggerisco di documentarsi sulle proprietà del metano per verificare quanto più pulito e sicuro sia del carbone, del petrolio o del GPL che da anni accogliamo nel porto medio.
Così, per concludere, come possiamo permettere che alcune persone (che spesso si appellano "ambientalisti") ingenerino paure nella popolazione - paure che non sono minimamente giustificabili?
Mettere in bocca alle mamme di Brindisi che i loro figli sarebbero in pericolo a causa del rigassificatore è gravissimo, poichè vuol dire fomentare la protesta attraverso un'informazione erronea e volutamente mistificatrice.
E' doveroso da parte di chi veramente ha a cuore l'ambiente, la sicurezza e Brindisi, fare chiarezza su quelle inesattezze che possono solo produrre incomprensione, ignoranza e preoccupazione tra la popolazione: dobbiamo dare a tutti la possibilità di una serena valutazione dei fatti.

Gian Michele Romano