05/07/2005
4 Luglio 1776
"Noi riteniamo che le seguenti verità siano di per sé evidenti: che tutti gli uomini sono stati creati eguali, che da questa creazione su basi di eguaglianza derivino alcuni diritti inalienabili, fra i quali la vita, la libertà e la ricerca della felicità; che allo scopo di garantire questi diritti, sono fra gli uomini istituiti i governi, i quali derivano i loro giusti poteri dal consenso dei governati" con queste parole si apre la Dichiarazione D’Indipendenza Americana, che da l’avvio alla guerra d’indipendenza delle prime 13 colonie dalla madre patria e che si sviluppera nella nascita degli Stati Uniti D’America.
I patrioti americani, fra i quali spiccano Patrick Henry, Samuel Adams, George Mason, John Adams, Thomas Jefferson e Benjamin Franklin condividono una filosofia politica di stampo rigorosamente giusnaturalista e lockiano. Essi ritengono che tutti gli individui abbiano alcuni diritti derivanti dalla natura di esseri umani e che questi diritti siano preesistenti all'istituzione di qualunque potere civile. Inoltre, tali diritti devono essere indisponibili da parte del potere politico e il fine legittimo dei governi è solo quello di proteggere gli individui nel godimento dei propri diritti naturali. Tali diritti sono riassunti nella triade lockiana "vita, libertà e proprietà", vale a dire incolumità fisica, assenza di coercizione e diritto a disporre dei frutti del proprio lavoro.
Agli ideali espressi nella Dichiarazione d’ Indipendeza sui diritti inalienabili dell’individuo si passa alla stesura della carta costituzionale che sposa il modello elaborato da Montesquie della divisione e separazione dei poteri (legislativo-esecutivo-giudiziario), ma a questo aggiunge l'ulteriore divisione territoriale del potere fra gli Stati e la Federazione. Questo modello di divisione e limitazione dei poteri, che prende il nome di "federalismo moderno", è considerato il maggiore contributo americano all'arte del governo, per usare la terminologia dell'epoca. La Costituzione appare anche come il migliore strumento per contrastare la tirannia della maggioranza: il sistema della rappresentanza federale (con un Congresso bicamerale, costituito dal Senato con due senatori per ogni stato, grande o piccolo che sia, e una Camera dei rappresentanti eletti in base alla popolazione dell'Unione) nasce proprio per ostacolare le tendenze illiberali che sarebbero prodotte dal libero dispiegarsi della volontà delle maggioranze "semplici". Da allora il modello costituzionale americano diventa parte integrante della tradizione autenticamente liberale, ossia di quella più sensibile ai temi della limitazione e separazione dei poteri.
Il diritto alla libera manifestazione del pensiero o quello dei cittadini a portare le armi, le garanzie alla libertà individuale dagli arresti o da perquisizioni arbitrarie, il diritto al processo per giuria, ad un procedimento legale, alla difesa, e tanti altri ancora vengono esplicitati dal primo all'ottavo emendamento. Il nono articolo afferma poi che i diritti enumerati sono in aggiunta a quelli di cui i cittadini già godono, e non possono essere costruiti per abrogarne di antichi, mentre il decimo chiude riassuntivamente il sistema specificando che i poteri non delegati espressamente al Governo federale appartengono agli Stati o al popolo.
I padri fondatori di questo enorme Paese hanno preso come riferimento le parole e gli scritti dei filosofi dell’epoca. Hanno guidato l’America verso il progresso, nel rispetto delle liberta’ individuali e con essa il mondo.
Oggi servirebbe una nuova spinta, una ulteriore divisione dei poteri.
Il potere economico diviso da quello legislativo, esecutivo e giudiziario, per evitare come accade oggi che i politici facciano gli interessi delle grosse realta’ economiche invece di fare gli interessi dei cittadini.
Gabriele D'Errico
Denver - Usa
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