12/07/2005

1421, l’anno in cui la Cina scoprì l’America


Gavin Menzies non è un accademico. E’ un capitano della Marina Britannica in pensione con la passione per la storia. Ha scritto un libro dal titolo provocatorio per molti.
Ma la sua testimonianza ha di fatto aperto un dibattito serio anche tra gli studiosi.
La flotta di Zheng He, eunuco alla corte dell’imperatore Zhu Di della dinastia Ming, fu sicuramente la più grande flotta mai realizzata fino a quel momento. La distanza in termini di equipaggio, di grandezza delle navi e del numero di spedizioni effettuato, sorpassa di gran lunga le più famose spedizioni di Colombo e di Vasco da Gama di oltre un secolo successive.
Le mappe a cui i nostri esploratori si affidarono, pare che fossero copie delle mappe originali disegnate dai cartografi presenti nell’equipaggio di Zheng He.
Come spesso in questi casi accade, molti dei documenti originali sono andati distrutti e con essa la grande flotta cinese, che avrebbe potuto cambiare totalmente il corso della storia mondiale.
Di certo c’è l’ambizione dell’imperatore, non tanto di conquistare altre terre ( perchè non sarebbe comunque nel costume cinese dell’epoca), quanto di esplorare un mondo solo in parte conosciuto.
La fine dell’impero mongolo, aveva portato alla conseguente fine di quelle relazioni con i popoli lontani, a quello scambio culturale che solo un vasto impero come quello mongolo poteva consentire.
La fine dell’impero mongolo coincide anche con la più devastante epidemia mai conosciuta sul pianeta che decimera la popolazione mondiale di circa un terzo: la peste.
Forse è proprio l’esigenza ancora sentita dopo un secolo di ristabilire quei contatti che porterà l’imperatore ad ordinare la costruzione di questa immensa flotta. A bordo soldati, ma anche cartografi ed interpreti, oltre ad animali e tonnellate di seta e preziosità da scambiare come gesto di amicizia con i popoli sulla rotta.
Ben sette saranno le spedizioni. Poche di esse risultano documentate. Si sa per certo che la flotta solcò l’oceano indiano arrivando fino alle coste dell’Africa, avendo già toccato l’Indonesia, la Malesia, l’India e lo Sri Lanka.
E’ possibile che questa flotta abbia solcato l’oceano pacifico e sia arrivata fino alle coste americane 100 anni prima di Colombo?
La possibilità esiste e non è poi tanto remota.
Ritrovamenti sul suolo americano ben argomentati nel libro di Menzies e sul sito web da lui gestito (www.1421.tv) , farebbero pensare che in ogni porto e località toccata dalla spedizione siano state lasciate delle stele di roccia commemorative scritte in varie lingue, tra cui il cinese.
Non solo. Pare che in alcuni casi siano stati lasciati dei soldati cinesi con il compito di creare delle basi, quasi delle colonie….ma questo sembra difficile da potere accettare tenendo conto, come si diceva, del costume cinese dell’epoca alieno ad ogni forma di conquista territoriale.
La storia ovviamente qui si ferma e lascia il posto alla ricostruzione ipotetica e non documentata.
Di sicuro c’è che la Cina con quella flotta riuci ad arrivare dove gli altri non avevano ancora nenche ipoteticamente tentato di arrivare. Ma le ambizioni dei re europei sorpasseranno presto e di gran lunga i capricci di un imperatore cinese, portando le nostre flotte, poco solide ma ben armate, alla scoperta, alla conquista e all’invasione di interi continenti.

Gabriele D'Errico
Denver - Usa

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