13/12/2007

La Locandiera @ Teatro Kennedy - Fasano


• 13/12/2007: Teatro Kennedy (Fasano) - Porta ore 20.00; Sipario ore 21.00
Il botteghino del Teatro Kennedy (Via Pepe, 23 – tel 080.4413150) sarà aperto tutti i giorni dalle ore 17,30 alle ore 21,30.

ANONIMA G.R.
Dante Marmone, Tiziana Schiavarelli
LA LOCANDIERA
Regia: Dante Marmone
Genere: Comico
Di Carlo Goldoni
Rielaborazione di Dante Marmone, Tiziana Schiavarelli, Giuseppe Sinisi.
Con: Dante Marmone, Tiziana Schiavarelli, Mimmo Pesole, Antonella Di Noia, Gianni Vezzoso, Ernesto Zappalà.
Musiche: Dante Marmone
Scenografia di Mario Valerio, Costumi di Elda Notarpietro e Rossella Ramunni, gioielli di Eroi, fonica e luci Sante D’Orazio, grafica Massimo Gelao.


Nel 1995 l’Anonima G.R. volle cimentarsi nel più classico dei classici del Teatro Italiano: “La Locandiera” di Carlo Goldoni.
L’operazione fu per la Compagnia una importante tappa del suo percorso teatrale. Tappa peraltro quasi obbligata per ogni attore ed ogni attrice, quest’opera settecentesca, che offre, oltre ad una trama intrigante, la possibilità di sperimentarsi in uno dei personaggi del racconto e di entrare così nei diversi caratteri così sapientemente disegnati dall’autore.
A distanza di undici anni, L’Anonima G.R. ripropone “La Locandiera” con debutto l’11 novembre 2006 Al Teatro dell’Anonima di Bari, nella sua riscrittura (a cura di D. Marmone, T. Schiavarelli e P. Sinisi) che vede spostare la storia in un’ambientazione più mediterranea, in una locanda del settecento barese. Ciò ha consentito di dare ai personaggi un carattere più verace, più ruspante di come vengono descritti nell’originale commedia goldoniana.
Personaggi che si esprimono in un italiano baresizzato, con espressioni colorite e per certi versi chiassose, proprio per richiamare l’indole spiccatamente espansiva della gente del sud e per meglio distinguere la nostra diversità geografica, culturale e di costume.
Si parla d’amore ne “La Locandiera” ma non di un amore romantico, non passionale, non tormentato, né giurato per l’eternità. Si parla di un amore per gioco, per il gusto di catturare senza farsi catturare, per autoaffermazione.
Mirandolina, donna di carattere deciso e levantino, abituata in una città di mare a trattare con gente di ogni tipo, pur dovendo sostenere la responsabilità di una locanda, trovava il tempo di giocare con la sua prorompente femminilità. Ogni avventore della sua locanda diventava preda dei suoi giochi d’amore. Rocco, il suo servo fedele, assisteva allo sbocciare e allo sfiorire di tutti questi amoretti, con l’eterna speranza di averla un giorno come sposa.
Nella locanda di Mirandolina si fermarono anche il Marchese di Montone ed il Conte di Canneto, acerrimi nemici da sempre, per via di un’antica rivalità fra i due paesi che rappresentavano. Toccò anche a loro di innamorarsi di Mirandolina, e quella che era una reciproca antipatia, divenne una guerra all’ultimo smacco per poter entrare nelle grazie della locandiera.
Si fermò poi, anche un Cavaliere venuto da Bitonto, che invece aveva una certa repulsione per le donne. E proprio con lui, Mirandolina sfoderò tutte le sue armi per farlo cadere nella trappola d’amore.
In tutto questo, un’attrice di passaggio da Bari, si fermò ad alloggiare nella locanda e, fingendosi nobildonna si divertì a spupazzarsi il Conte ed il Marchese, distraendoli per un po’ dalle attenzioni verso Mirandolina.

Questa è la storia che ci ha raccontato Goldoni e l’Anonima G.R. oggi la ripropone seguendo fedelmente la trama ma cercando di rendere compatibili i ritmi del testo originale, con quelli frenetici del nostro vivere e soprattutto riscoprendo quei sentimenti semplici dell’individuo, quella ricchezza di emozioni che la società oggi ha quasi espropriato, sostituendola con valori artificiali e senza contenuti.

Fonte: Teatro Pubblico Pugliese