06/09/2005

Vioxx


Robert era uno sportivo serio.
Correva diverse maratone e non si lasciava blandire da una vita sedentaria e piena di vizi. Un uomo coriaceo, uno di quelli di cui si dice “vivrà cent’anni, come minimo”.
Ed invece un bel giorno si è accasciato al suolo e non si è più rialzato. Un difetto cardiovascolare la risposta dell’autopsia: un caso come un altro di arresto cardiaco.
Ma la vedova non ha accettato una risposta così semplice e generica alla morte del proprio marito.
Ha ricercato la causa in un antinfiammatorio usato in diversi casi dagli atleti e che da poco era stato ritirato dal commercio per accertamenti.
Il giudice le ha dato ragione, condannando in primo grado la casa produttrice (Merck) a risarcire la vittima con 253 milioni di dollari ( cifra che verrà sicuramente ridimensionata notevolmente nei secondi gradi di giudizio).
Ma il danno per la casa produttrice è notevole. Ci sono già oltre 4000 richieste di risarcimento da altrettante vittime di questo farmaco. E a dire che la Merck si era anche comportata con una certa deontologia, decidendo di ritirare volontariamente il Vioxx dagli scaffali dei supermercati, per “accertamenti su possibili controindicazioni ed effetti indesiderati”, dopo che una ricerca nel 2004 aveva evidenziato una possibile relazione tra casi di arresti cardiaci e l’uso di questo antinfiammatorio.
Un farmaco davvero popolare dato che da solo garantiva profitti per oltre 3 miliardi.
C’è chi dice che la strategia seguita dal vertice della Merck abbia in realtà attirato un vespaio di avvocati speculatori, pronti a sostenere ogni possibile caso di morte accidentale attribuibile anche lontanamente al Vioxx.
E’ difficile infatti stabilire con esattezza il grado di responsabilità attribuibile ad un singolo farmaco, in casi come questo. L’FDA, Food and Drugs Administration, è l’organismo che dovrebbe non solo accertare possibili effetti negativi del farmaco ma vigilare costantemente su possibili effetti successivi alla messa in vendita non riscontrabili durante le prove in laboratorio.
Il Vioxx era stato approvato nel 1999, ma l’FDA non ha ancora espresso un parere negativo nei confronti di questo farmaco. Quindi in realtà il Vioxx potrebbe ritornare in vendita anche domani, insieme ad altri farmaci che sono rimasti presenti sugli scaffali e che utilizzano lo stesso principio attivo.
La mia domanda è la seguente: che necessità avevamo di un farmaco come questo?
Perchè non lasciare che tutti i farmaci, prima di essere immessi sul mercato siano testati per un periodo estremamente lungo, più lungo di quello previsto oggi, soprattutto se non sono di vitale importanza? Il Vioxx non è un nuovo rimedio contro il cancro, a cui si potrebbe eventualmente garantire una certa elasticità in virtu dei possibili effetti positivi nella ricerca.
Un antinfiammatorio non è un salva-vita. E’ scandaloso che la popolazione sia costretta a diventare cavia per la sperimentazione, a propria insaputa. Ancora più inquietante è che l’FDA non sia chiamata in causa in questi processi.
La Merck pagherà: anzi sta già pagando. Questo è l’unico spauracchio per i produttori incoscienti. La mia personale ricetta: non somministrare niente a nessuna età se non in casi estremi e leggere comunque le avvertenze prima dell’uso.

Gabriele D'Errico
Denver - Usa

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