09/01/2003
La questione Dow Chemical
Sulla già seria situazione occupazionale della nostra città si è abbattuto nelle settimane scorse il problema Dow Chemical.
Quando a metà dello scorso anno, dopo aver già provveduto a porre alcuni lavoratori in cassa integrazione, l'azienda americana ha comunicato la volontà di disimpegnarsi dalla struttura industriale brindisina gli enti locali, coadiuvati dal governo, erano corsi al riparo, trovando nella Chimica D'Agostino di Bari la società che, dietro la promessa di una serie di sgravi ed agevolazioni, aveva mostrato interesse a rilevare gli impianti.
Nel dicembre scorso però, la stessa Chimica D'Agostino, ha ufficializzato la rinuncia a proseguire le trattative per l'acquisizione degli impianti della Dow Chemical, gettando nello sconforto i 143 operai occupati nello stabilimento, sui quali è subito incorso il terribile spettro della disoccupazione. Una rappresentanza degli operai aveva portato il problema all'attenzione del consiglio comunale del 20.12, prontamente interrotto per consentire a tre lavoratori di parlare dagli scranni della giunta.
Comune e Provincia, accusati da D'Agostino di ostacolare la trattativa, non si sono limitati a rispedire le accuse al mittente ma si sono immediatamente attivati per portare il problema Dow all'attenzione dei tavoli romani. Entrambi gli enti, finalmente in sintonia tra loro e con la Regione Puglia, hanno individuato nell'"accordo di programma" per l'area Brindisi il mezzo con cui affrontare al meglio la situazione. Si tratta di prevedere, assieme al Governo, degli interventi, anche legislativi, per affrontare una situazione di crisi in un determinato settore ed ambito di riferimento.
Proprio per questo, il 24 Dicembre si è tenuto un'incontro in prefettura, alla presenza di un funzionario del Ministero delle Attività Produttive, nel corso del quale, però, è stato deciso di rinviare qualunque tipo di proposta alla terza settimana di gennaio.
La situazione è però precipitata prima: all'inizio di questa settimana la direzione dello stabilimento Dow Poliuretani ha comunicato di aver avviato le procedure per il licenziamento collettivo del personale di Brindisi.
Di conseguenza i lavoratori hanno deciso di interrompere ogni attività, prevedendo una serie di inziative quali l'occupazione della direzione aziendale o il picchettaggio del passo carraio (impedendo lo scarico delle merci in tutto il petrolchimico). Alcuni di loro hanno minacciato di lanciarsi nel vuoto dalla torre dell'illuminazione. Fissata, inoltre, per il 15 Gennaio una manifestazione di protesta da tenersi a Roma nei pressi del Ministero delle Attività produttive.
La situazione in questi giorni caldi e vitali per la sorte occupazionale è naturalmente frenetica. I responsabili istituzionali lavorano alacremente per una pronta risoluzione del problema; tutti sembrano muoversi per evitare i licenziamenti.
Sindaco e Presidente della Provincia hanno convocato dei tavoli di confronto preliminari alle proposte da inserire nell'accordo di programma.
I senatori di An, Euprepio Curto e Pino Specchia, chiedendo la revoca dei licenziamenti, auspicano soluzioni che favoriscano imprenditori locali.
Il sen. Specchia cosi come i parlamentari dell'Ulivo, Stanisci e Carbonella, ha chiesto al Ministro delle Attività produttive l'organizzazione di un incontro fra le parti sociali interessate, presso la sede dello stesso Ministero a Roma.
Stanisci e Carbonella, inoltre, hanno rivolto un'interrogazione a risposta orale in commissione al Ministro delle Attività produttive.
In essa si chiede al Ministro Marzano:
- Come intende attivarsi per fare fronte all'ulteriore crisi occupazionale nella provincia di Brindisi.
- Se non risulti strano che a trattativa avviata la Dow Chemical abbia inviato ai dipendenti le procedure di mobilità.
- Se al Ministro risulta che siano pervenute le richieste di acquisto da parte di altre ditte e se non ritiene opportuno intervenire con la massima urgenza perché sia bloccata la procedura di licenziamento messa in atto dalla Dow Chemical.
- Se non ritiene che si debba anticipare a Roma il secondo incontro già programmato, visti gli ulteriori sviluppi che aggravano la posizione delle 143 unità lavorative, le loro famiglie ed i lavoratori di tutto l'indotto che subirebbero anch'essi una grave ripercussione in termini occupazionali.
Adesso la palla balza al Governo fin qui colpevolmente assente. Avremo finalmente risposte per l'occupazione nel nostro territorio?
La nostra speranza è che, assieme alla immediata salvaguardia dei posti di lavoro si riesca a porre in atto una programmazione atta ad ottenere risultati tangibili anche per la crescita del livello occupazionale.
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