14/09/2005

"Cari Marco e Gabriele..." di Luigi Gianfreda


Caro Marco rispondo alle tue domande.
“Cosa vuol dire uomo qualunque? ...datemi una definizione”.
L'Uomo Qualunque" è un movimento politico sorto nel 1944 e che partecipando alle elezioni della costituente ottiene circa il 6% dei voti e trenta deputati. Ne è fondatore il commediografo napoletano Guglielmo Giannini, che si fa interprete del diffuso sentimento di insofferenza e insoddisfazione, soprattutto nell'Italia meridionale, verso la classe politica dirigente, da parte dell'Uomo Qualunque, l'uomo della vita quotidiana, l'uomo che incarna i valori della folla, l'uomo oppresso e torchiato dai capi e dai falsi ideali, come quello della patria, dell'eroismo e dell'amore, su cui gli stessi capi fondano il proprio potere.
Intorno al nuovo partito si avvicineranno la piccola e media borghesia, strati del sottoproletariato, uniti dall'anticomunismo, dal timore di sovversioni, dall'esigenza di ordine e di governi efficienti – temi trattati e difesi dall'Uomo Qualunque – ma anche la Confindustria, che lo finanzierà fino al 1947.
In definitiva era un movimento populista. L’uomo qualunque non è infatti colui il quale ha letto Marx, od altri grandi filosofi.
E’ appena il caso di ricordarti, per rispondere alla tua affermazione “…colui che nasconde la propria sordità dietro un’ideologia politica”, che proprio Marx nella sua critica all’ideologia, si contrappone ai giovani della sinistra hegeliana.
In sostanza, per un comunista non può esserci una idea a cui bisogna conformarsi. Il famoso testo è datato 1858! Ma non so perché tutti pensano ai comunisti come degli aderenti ad una setta senza capacità di analisi se non dettata dai dogmi ideologici. Se si fosse studiato meglio Marx e tutta la filosofica occidentale, forse sarebbe chiaro a tutti che così non è!
Il significato del termine da me usato (base culturale di tipo populistico), fa riferimento all’atteggiamento politico di esaltazione velleitaria e demagogica dei ceti più poveri, ossia al movimento che si diffuse in Russia prima dell’affermarsi del Marxismo. Per populismo oggi si definiscono tutti i movimenti di destra (Le Pen in Francia, Haider in Austria, ma anche la Lega Nord di Bossi, il Vlaams Blok nelle Fiandre, l'Autopartei in Svizzera, i partiti del progresso in Norvegia e in Danimarca, la Nuova democrazia in Svezia. Così come, sull'altra sponda dell'oceano, viene cucita addosso all'azione politica di uomini come George Wallace, Ross Perot, Pat Buchanan. e ovviamente ai movimenti di Peron e Nasser) che, partendo da posizioni liberiste cercano di far credere di combattere per il bene delle masse popolari ma, in realtà, hanno tentazioni antidemocratiche. E’ naturale che tale posizione politica è senza ombra di dubbio di destra.
Io, poi, non ho mai affermato che tu sei di destra. Ma ho detto che l’analisi che tu facevi (rileggi per favore il mio precedente contributo) partiva da una base, secondo me sbagliata e che è simile a quella fatta da Giannini nel dopoguerra. Cioè, sono contento del fatto che si senta il bisogno di partecipazione politica, ma la politica (che comprende evidentemente anche l’economia) non può essere distaccata da una impronta culturale ben definita, atteso che per politica si intende “teoria e pratica che ha come oggetto l’organizzazione e il governo di uno Stato”, oltre naturalmente i fini ed i mezzi per conseguire questi. E’ del tutto evidente che un socialista andrà verso una direzione e un liberista verso un’altra. Che un liberale tenderà a costruire una società dei costumi diversa rispetto ad un moderato (anche se ormai per molti non esiste più una differenza, che è sostanziale, tra i due termini). E anche in un amministrazione locale ti capita di dover scegliere se i servizi erogati debbono continuare ad avere carattere pubblico o privatizzarli, o se ampliare il cosiddetto welfare, il che significa una imposizione fiscale più alta, anziché ridurre lo stato sociale e quindi avere meno bisogno di operare prelievi fiscali. Il termine destra o sinistra non sono delle parolacce.
Esse vennero coniate nel primo parlamento inglese quando, sugli scranni di destra sedettero i rappresentanti dell’aristocrazia e della borghesia, mentre a sinistra sedettero i rappresentanti dei contadini e dei lavoratori.
Per concludere, sei liberissimo di organizzare un movimento (conosco bene il significato di questo termine e non lo confondo con il neofascista MSI), ma ti invitavo a dargli un anima.

Mi dispiace se a Gabriele non potrò dedicare molto tempo, ma posso dire che condivido l’analisi rispetto alla necessità di una democrazia partecipata.
Ho affermato proprio questo nel mio intervento. Mi voglio soffermare invece su una affermazione che tu hai fatto a proposito dello schema: Politica? O destra o sinistra! E lo definisci uno schema superato e novecentesco! Mentre, la tua idea di prendere persone da destra e da sinistra per fare un bel polpettone, invece, sarebbe una necessità di questo secolo. Bella novità. Facciamo la Lega dei Giusti!
Insomma, è come se tu dicessi che non è vero che i ricchi sono diventati più ricchi ed i poveri più poveri; non è vero che il 20% degli uomini di questo pianeta utilizzano l’80% delle risorse, facendo morire di fame milioni di persone (al giorno muoiono 4000 bambini per mancanza di acqua potabile e che 30.500 bambini muoiono ogni giorno per malattie banali che potremmo evitare con delle vaccinazioni), che il 90% della ricchezza di questo mondo (mi riferisco anche a quella finanziaria) è nelle sole mani del 2% della popolazione mondiale.
E ancora, e come se dicessi che non vi sono guerre e se ci sono si fanno per ristabilire la democrazia e non per l’acqua, il petrolio, il gas, lo sfruttamento delle ricchezze altrui. Che non è vero che circa tre miliardi di persone non potranno scegliere il loro futuro ed avere una vita normale. Stai dicendo che non esistono milioni di disoccupati, che chi ha 50 anni e perde il lavoro non è destinato a vivere i prossimi 15 anni da diseredato. Che il lavoro non è flessibile, tanto flessibile da spaccare in due giovani che hanno contratti a termine o sono dati in “affitto” per una sola settimana. Stai dicendo che il nostro ambiente non è violentato da un inquinamento ormai ai massimi termini.
Insomma, tutto questo secondo te dipende da scelte politiche o no?
E se ritieni che tutto questo sia imputabile a scelte politiche precise sai dirmi come le classificheresti? Di destra, liberiste, conservatrici. Chiamale come vuoi, ma io so bene che un nuovo mondo è possibile. E’ esattamente il contrario di tutto quello che ti ho descritto. E che io chiamo SINISTRA.
Ho una idea novecentesca del mondo? Chiedilo a quelli che stanno male, chiedilo ai giovani operai dell’Avio che stanno per andare in cassa integrazione e che forse perderanno il lavoro. Chiedilo ai lavoratori dell’Enel o delle Poste dopo la privatizzazione. Chiedilo ai tuoi genitori o ai miei che non ce la fanno ad arrivare a fine mese. Chiedilo ai giovani di Seattle e poi ai milioni di giovani che hanno creato il movimento dei movimenti. Che hanno portato la protesta in tutto il mondo e soprattutto quando si riunivano i potenti della terra. Chiedi a loro se hanno una idea novecentesca della politica o sentono la necessità di dire basta con questo liberismo che affoga gli uomini.
Cordialità

Luigi Gianfreda

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