19/10/2005

La signora Miers


“Miers…chi??” sono in tanti ad essersi posta questa domanda quando il Presidente degli Stati Uniti ha proposto il nome di Harriet Miers come prossimo membro della Corte Suprema.

Un giudice? Per carità, solo un avvocato; ma questa non è una novità alla Corte Suprema , anche se solitamente il posto è prerogativa dei giudici.
Una donna? Benissimo, tenendo conto che prenderà il posto di un’altra donna: in America è sempre importante mantenere un certo equilibrio nella rappresentanza.
Quali altri attributi le si possono riconoscere? Il fatto di essere Texana ( come il Presidente) di appartenere alla stessa religione del Presidente ( born again christian) e soprattutto di essere..... l’avvocato del Presidente.
Ebbene sì! Anche nella meritocraticissima America, l’amicizia con i politici conta più del curriculum.
Noi Italiani siamo abituati al clientelismo dei politici. Attraverso le diverse Repubbliche, il nepotismo è rimasto praticamente inalterato.
Siamo ormai avvezzi a vedere amici, mogli, amanti ed anche avvocati personali diventare dal nulla ministri.
Berlusconi ha collocato negli anni quasi tutti i suoi avvocati. Il più in vista era Previti come ministro della difesa.
Ma l’America, almeno sulla carta, si vanta di essere diversa, di basarsi sul merito più che sulle conoscenze. Questa in realta è una falsa idea, perchè sicuramente non è stato G.W. Bush ad incominciare con questa nomina.

Esempi si ritrovano in passato nell’una e nell’altra parte politica. Ma il problema rimane sulla competenza. Quando un Presidente avanza la candidatura di un membro alla Corte Suprema, un organo per molti versi simile alla nostra Cassazione, il candidato membro deve rispondere ad un vero e proprio interrogatorio davanti al Senato americano. E’ gia successo poche settimane fà per un altro candidato John Roberts. Per ore ed ore ha dovuto rispondere alle domande dei parlamentari americani che gli domandavano in diretta televisiva cosa ne pensasse di leggi come l’aborto, la pena di morte ecc.
L’intento è quello di sviscerare la natura del candidato e capire la sua posizione sui temi più importanti di modo che nelle sue funzioni giudicanti non sia offuscato da posizioni personali intransigenti che, ovviamente, minerebbero la sua capacità di giudizio. Dopo di che il Senato americano voterà a favore o meno.

Nel caso di Roberts, il senato ha votato a favore. Ma d’altronde John Roberts era un candidato più che qualificato a quella nomina.
In questo caso sono pochi quelli che considerano la signora Miers qualificata per un posto alla Corte Suprema. Nessuno tra l’altro conosce la posizione della signora Miers sui temi più scottanti non avendo un passato pubblico di rilievo.

Sarà facile per lei mantenere una posizione ambigua ed ambivalente davanti alle numerose domande dei senatori. Sarà facile probabilmente ottenere così la fiducia, considerando che la maggioranza dei membri del Senato appartiene al partito repubblicano del Presidente.
La singolarità sarebbe quella di vedere i senatori chiedere alla candidata non quale sia la sua posizione sull’aborto, ma quanto sia qualificata per quel lavoro e soprattutto qual è la natura della relazione con il Presidente degli Stati Uniti.

Gabriele D'Errico
Denver - Usa

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