05/11/2005

Rigassificatore. Il pallino è nelle nostra mani!!! che fare?


In questi giorni, concitati per l’attacco becero di cui la città è vittima, mi è venuto il dubbio che si fosse frainteso quanto espresso dalla cittadinanza attraverso manifestazioni popolari e pronunciamenti istituzionali (Comune, Provincia e Regione) riguardo al nuovo modello di sviluppo.
Per un attimo ho avuto il dubbio che ci fossimo spiegati male e che i poteri forti, quelli che decidono sulla testa e alla faccia di tutto il resto, avessero capito che si voleva il rigassificatore, il termovalorizzatore, un traffico di carbone più consistente delle attuali otto milioni di tonnellate annue e, magari, per far contento qualcuno un altro impianto non gradito altrove.
Ho ripercorso mentalmente ciò che si è detto e fatto in quest’ultimi anni e mi sono “tranquillizzato” siamo stati chiari, molto chiari, non c’era possibilità d’equivoco. Ma nonostante ciò, in questi giorni, con prepotenza, prevaricazione e in modo assolutamente inaudito si sta consumando un gravissimo danno collettivo.
Se per cinquant’anni si sono sentite in modo sempre più consistente recriminazioni sull’insediamento petrolchimico e rimpianti per uno sviluppo non andato secondo quelle che erano le particolarità del territorio, ora ci apprestiamo a rivivere una storia analoga, ma di gran lunga peggiore, più devastante.
C’imporranno di tutto, di più, di peggio.
Concentreranno qui tutto lo sporco per far rimanere pulite altre realtà.
Qui ci sarà solo posto per chi volesse svolgere lavori di “manovalanza” tutti gli altri emigreranno, come già fanno.
Genitori, non mandate all’università i vostri figli, non fate sacrifici, qui sarà molto difficile che qui vedrete appagati i vostri sforzi.

Ma allora che fare?

In questa società ci si accorge dei problemi solo quando assurgono agli onori della cronaca, quando acquisiscono rilevanza mediatica.
Per esempio, quando ci accorgiamo della malasanità, cercando affannosamente dei rimedi, per altro, palliativi? Quando eventi drammatici e traumatici procurano delle vittime.
Quando è intervenuto lo Stato per debellare il contrabbando? L’intervento, degno di questo nome, è avvenuto quando vi sono state due vittime nell’arma della Finanza.
Si potrebbe continuare all’infinito, ma è bene ritornare alla prima domanda, cosa dobbiamo fare affinché quello che vogliamo sia rispettato.
Subiamo passivamente e ci accontentiamo di altri pronunciamenti politici? Di quei politici che si fanno vedere soltanto per le passerelle? Per carità!
Miei cari il classico pallino è nelle nostre mani. O si reagisce come la situazione richiede o si subirà per il resto della vita tale situazione, non ci sono vie di mezzo.
Le azioni messe in campo dai poteri forti e da una certa politica connivente non lasciano spazio che ad una strada: quella di una risposta forte e inequivocabile, una risposta che non si deve fermare sino a quando i provvedimenti richiesti non saranno resi definitivi.
Chi vuole una città diversa deve scendere in campo, deve difendere i propri interessi in prima persona, non può più delegare ai soliti rompiscatole. E’ puerile guardare, con inerme ammirazione, ad altre realtà tipo Scanzano. Lì non hanno fatto altro che difendere i propri interessi, ora sarebbe bene farlo anche qui.

Giorgio Sciarra
brindisi