26/01/2006
La storia di Veronica
Storie di ordinaria negazione di diritti.
Veronica è una giovane donna ucraina attualmente reclusa nel Centro di Permanenza Temporanea (CPT) di Restinco. Emblematica la sua storia di migrante nel nostro così detto "bel paese".
Veronica arriva in Italia tre anni fa per trovare un lavoro, per tentare così di dare un avvenire ai suoi due figli. Lavora a Napoli come badante di un anziano ottantenne, in nero, di giorno e di notte, con una paga con cui è difficile arrivare alla fine del mese. Il figlio dell’anziano ottantenne le assicura, le promette una messa in regola che non arriverà mai!
Veronica prende coraggio e osa chiedere "qualcosa in più per Natale", ottiene qualcosa in più, qualcosa che però svilisce la sua dignità di essere umano: un "calcio nel sedere" e i suoi miseri beni gettati per strada. Ma non è tutto. L’uomo chiama la polizia, dichiara di ospitare Veronica da soli 10 giorni e di non essere affatto al corrente della sua clandestinità. Gli agenti del Commissariato credono alla versione del "rispettabile" cittadino italiano, nonostante Veronica dichiari di trovarsi in Italia da anni e di poterlo dimostrare attraverso numerosi testimoni oltre che con il possesso della tessera sanitaria. Il Prefetto di Napoli, a quel punto, emette il decreto di espulsione.
Risultato: Veronica è reclusa nel CPT di Restinco, a pochi chilometri da Brindisi. Tutto questo non è giusto!
La sorte di Veronica è nelle mani di un giudice di pace di Napoli , è stato infatti presentato un ricorso al decreto di espulsione e l´udienza è fissata per il 24 gennaio.
La situazione di Veronica è quella di migliaia di donne e di uomini che raggiungono l´Italia per cercare un lavoro e condizioni di vita dignitose. Da una parte essi vivono il trauma dello sradicamento dalla propria terra, abbandono doloroso degli affetti e della propria cultura, dall’altra sono spesso vittime di una realtà in cui precarietà, ricatto e sfruttamento sono all’ordine del giorno.
Per quanto, infatti, i fenomeni migratori interessino le nostre città da più di vent’anni, nessuna politica di accoglienza è attualmente predisposta. Basti considerare che né la legge Bossi-Fini né la precedente Turco-Napolitano hanno saputo comprendere e affrontare l'essenza del fenomeno migratorio. Gli immigrati restano drammaticamente invisibili! Invisibilità imposta da leggi che consentono libertà di movimento a merci e capitali ma non agli esseri umani. Quello descritto non è un paradosso del nostro sistema economico ma l'esempio eclatante della sua vera essenza. Un’essenza che vede il dio denaro, l’economia, gli interessi e le rendite prevaricare l’essere umano.
La storia di Veronica non dovrebbe apparirci distante. Nelle campagne, nelle fabbriche o nei supermercati del nostro territorio, infatti, chi trova il coraggio di ribellarsi a lavoro nero e sfruttamento rischia di perdere ogni possibilità di lavoro.
Esprimere solidarietà a Veronica e mobilitarsi contro la sua espulsione significa per tutti noi riappropriarci anche dei nostri diritti.
Roberto Aprile
Per il Laboratorio Migranti della Provincia di Brindisi
MERCOLEDI' 1 FEBBRAIO ORE 16,00 SIT-IN IN PIAZZA SANTA TERESA A BRINDISI,CON UNA DELEGAZIONE CHE SI RECHERA' IN PREFETTURA (RESPONSABILI TRA L'ALTRO DEL CENTRO DI RESTINCO) PER CHIEDERE LA POSSIBILITA' CHE VERONICA RIMANGA IN ITALIA E NON VENGA ESPULSA.
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