20/05/2006
A proposito del film "Il Codice da Vinci". Di Frate S. Giardina
Quando Galilei fu processato per le sue teorie circa il moto dell’universo, Roberto Bellarmino (di felice memoria) rifiutò l’invito dello scienziato a guardare nel cannocchiale per constatare la veridicità delle teorie espresse dicendo:”Non guardo perché temo di doverti dare ragione!”. Galilei amareggiato per così tanta ottusità, nel lasciare l’aula rispose “… eppur se move…!”.
Sono due anni che sul mio comodino ho il romanzo di Dan Brown “Il Codice Da Vinci” e, confesso, sono riuscito a leggere fino al terzo rigo di pagina 3 perché, purtroppo, cado inesorabilmente tra le braccia di Morfeo (nella mitologia greca era il dio del sonno… non intendete male!).
Sono, però, incuriosito da questo romanzo perché molte volte, amici o altre persone, mi hanno rivolto alcune domande circa presunte sette, movimenti o fatti che riguardano la storia del cristianesimo, ma in maniera più particolare circa la “vita privata” di nostro Signore.
Premetto che, anzitutto, i Vangeli non sono opera di fantasie o di mistificazioni, ma sono il resoconto dell’opera di salvezza messa in atto da Gesù di Nazareth, il Figlio di Dio, mentre il romanzo prima citato non è altro che il frutto della immaginazione, forse un po’ troppo spinta, di una persona che, riconosciamolo, ha saputo sfruttare, magari non immaginandolo, il momento per trarre grossi profitti economici.
Alle questioni sollevate dalla curiosità, più e più volte mi sono ritrovato a dare delucidazioni su fatti accaduti e, purtroppo, male interpretati dal narratore del romanzo, che hanno soddisfatto i miei interlocutori.
Anche questa è “Evangelizzazione”.
In un mondo che va di fretta ci si ritrova a dover vivere di rendite culturali, per cui anche quei ricordi più semplici, in questo caso le piccole e vere nozioni imparate al catechismo, sono barattati con le “allegre fantasie” del primo cantastorie.
E’ noto che il grande Leonardo, dato il suo spirito umanista, amava riprodurre graficamente non tanto fatti di cronaca quanto le emozioni umane. E quando gli fu commissionata la famosa “Ultima Cena” altro non fece che dipingere l’emozione suscitata negli Apostoli di fronte all’annuncio di Gesù della sua imminente passione.
Peccato che non tutti sanno di storia dell’arte... o peggio non conoscono la storia!
Alla luce di questa breve riflessione dico che forse andrò a vedere il film tanto discusso, augurandomi non abbia lo stesso effetto del libro, perché non voglio ripetere l’errore del Bellarmino, non che mi reputi alla sua altezza né ponga il Brown allo stesso livello di Galilei (non reggerebbe il paragone!), ma se devo discutere preferisco conoscere, e la conoscenza genera intelligenza e dialogo… del resto è questo il primo passo per l’incontro, lo diceva anche chi è annoverato tra i primi autori latini, Catone detto il Censore: “Rem tene, verba sequentur: conosci l’argomento, le parole verranno”.
Fr. Salvatore Giardina
Parrocchia La Pietà - Brindisi
Dal sito www.lapieta.it
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