26/05/2006

Angioletta De Nitto: Anche le biglie hanno un'anima di Domenico Saponaro


Anche le biglie hanno un'anima.
La tecnica, prima di tutto: una pittura a olio di indiscutibile qualità; la precisione e il nitore del tratto, la resa cromatica, la verosimiglianza “senza se e senza ma” sono i fattori costitutivi del sapiente artificio pittorico che sottende l’attuale produzione di Angioletta De Nitto, in mostra nella galleria Tenuta Moreno di Mesagne.
Ossia tele di piccolo e medio formato - singole e in serie - raffiguranti biglie, esclusivamente biglie, con le loro infinite vibrazioni di luce e riflessi e colori e ombre, ingigantite nella resa illusoria di uno sguardo ravvicinato, sospese su piani orizzontali (orizzontali?) tra moto e fissità, moltiplicate, reiterate in ordine geometrico o sparso.
Iperrealismo, “ipertrofismo” e serialità di forte presa, che trovano ascendenze nella multiforme esperienza dell’arte Pop; ma che nell’impiego dell’olio – quasi obbligato nella doviziosa resa del particolare tesa a più raffinati risultati luministici - riconducono alla ben più remota tradizione fiamminga.
Micro-oggetto di un’infanzia comune, direi transgenerazionale, la pallina – spesso strategicamente opacizzata in chiave antisdrucciolo per una migliore resa agonistica - conserva difatti, nei dipinti di De Nitto, la limpidezza inviolata del cristallo o l’intonsa lucentezza della ceramica. Che poggi sulla tela o sulla iuta, la sfera vitrea è forma geometrica primaria che “buca” la tela, volendo usare il gergo televisivo; si staglia sullo sfondo monocromo che ne accoglie l’ombra portata, quasi a dover sancire la tridimensionalità della rappresentazione o conferire spazialità a volumi, forme e colori.
L’intrigante scelta iconografica adottata dall’autrice, nella sua ludica leggerezza e nella pressoché maniacale insistenza risulta particolarmente stimolante, con esiti suggestivi sul piano percettivo - qualità che si accentua nella visione di insieme delle opere, in virtù di un allestimento attento e del funzionale spazio espositivo.
Invero meno convincente, viceversa, si rivela la scelta medesima sul versante poetico e motivazionale, ravvisandosi una certa forzatura nel voler ritrovare “metaforicamente ‘ognuno di noi’ unico e irripetibile” negli effetti di luce e colore di ciascuna biglia o vedervi “un piccolo mondo in cui la bontà si accompagna alla cattiveria, la generosità all’egoismo, la purezza alla malizia, il conformismo all’anticonformismo, l’esperienza culturale a quella religiosa.”
Con la personale dell’artista mesagnese si avvia un progetto che nell’intento/sfida dei promotori vuole aprire alle molteplici espressioni dell’arte contemporanea, promuovendole e valorizzandole, una struttura sinora dedicata in via esclusiva alla ricettività alberghiera, alla convegnistica e alla ristorazione.
Un proposito lusinghiero che, stanti i presupposti in termini di competenze scientifiche, capacità organizzative e potenzialità strutturali, lascia auspicare ragguardevoli risultati.
E i cospicui contenuti dell’evento di apertura stanno già a dimostrarlo.

Domenico Saponaro

Angioletta De Nitto, “Uno di noi”
Galleria Tenuta Moreno
Contrada Moreno – S.S.7 uscita Latiano est Mesagne
Aperta tutti i giorni, fino al 22 luglio 2006
mattino: 10,00 – 12,30
pomeriggio: 15,00 – 22,00