16/06/2006
"Calice e sussumaniello" + Postilla
Leggendolo mi veniva da sorridere; un sorriso un po’ sarcastico, un po’ amaro. Non leggevo un romanzo, neanche un sms, era più semplicemente un piccolo pieghevole in cartoncino plastificato dove venivano enunciati i principi aziendali della British Gas, il gruppo inglese unico azionista della Brindisi LNG, che vuol costruire il rigassificatore nel nostro porto - che poi sia quello interno, medio o esterno è divenuto una discussione speciosa -.
Vi sono riportate delle belle enunciazioni, principi sacrosanti, tanto sacrosanti che voglio riproporli su questa pagina per offrire loro una maggiore diffusione. Solo che mi sarà molto difficile non accompagnarli con delle brevi considerazioni dal momento che la validità di un principio ha un suo valore e assume una luce diversa a secondo da quale pulpito arriva.
Le enunciazioni vertono su quattro temi principali la CONDOTTA (dell’azienda, ovviamente), le PERSONE, la SOCIETA’ (in cui l’azienda opera) e, ovviamente, l’AMBIENTE (da notare che non vi è alcuno che avendo l’intenzione di realizzare un investimento industriale non renda pubblico, urbi et orbi, il proprio rispetto verso l’ambiente, e queste enunciazioni, si noti bene, sono direttamente proporzionali all’impatto che questo ha sul territorio. Più l’ impatto è grande, più c’è la necessità di voler accreditare il proprio rispetto verso l’ambiente. Sarà stato un caso ma la British Gas esordì a Brindisi con una bella mostra di foto naturalistiche, ospitate prima nel castello della Marina Militare, poi presso palazzo Festa.
Comunque iniziamo a vedere cosa c’è scritto in questa sorta di “cartina” magna dei principi. Con riferimento alla condotta, la propria, si legge che:
• “Operiamo con integrità, equità e trasparenza”. Non mi sembra proprio che
di queste virtù si sia abbondato, soprattutto della trasparenza, tant’è che la faccenda appare tanto poco chiara se si son decisi, a “babbo morto”, di “buttarsi” in piazza per spiegare la loro teoria.
• “Rispettiamo le prescrizioni legali, regolamentari e autorizzatorie” , dicono, ma su questo lasciateci delle perplessità.
• “Non tolleriamo alcun tipo di corruzione, diretta o indiretta” come
cittadini ne siamo lieti e ce lo auguriamo, soprattutto dopo aver vissuto una stagione politica amministrativa alquanto inquieta, tant’è che ancora oggi si legge di alcuni strascichi. Sorprende l’esplicitazione di una ovvia intolleranza. Ma la corruzione di qualunque genere è materia che interessa
più la magistratura che altri.
• “I criteri sui quali si basano i nostri investimenti tengono conto dei ritorni economici – su questo non ci piove, in questa città i buoni samaritani non si vedono da decenni -, dell’impatto ambientale – qui c’è una leggera pioggerellina -, delle conseguenze sociali e dei diritti umani” qui inizia la bufera, acqua a catinelle”. Ma di quali diritti umani parlano? E le conseguenze sociali che hanno provocato non erano forse prevedibili ed evitabili?
La parte dedicata alle “persone” comincia con una dichiarazione di buona volontà:
• “Trattiamo le persone in modo equo, con rispetto e secondo correttezza” anche nei nostri confronti, cioè di noi cittadini, vorremmo che questi principi fossero ben presenti, vorremmo, anzi lo esigiamo, maggiore rispetto. Abbiamo da poco tolto l’anello al naso e per vedere l’ora guardiamo l’orologio al polso e non la sveglia appesa al collo.
• “Crediamo che tutti gli incidenti possano essere evitati” . Fa piacere che siano possibilisti, che non si pronuncino certezze, ma soltanto la buona volontà nell’evitare gli incidenti. E’ ovvio che la volontà non è una soluzione tecnica.
E passiamo al terzo argomento la “società”
• “Lavoriamo affinché le comunità a noi vicine beneficino della nostra presenza in modo duraturo” Questa suona come una minaccia, soprattutto per quella parte considerevole di comunità che non si sente a loro “vicina”, chi se li toglie più di dosso.
• “Ascoltiamo le comunità a noi vicine e prendiamo in considerazione i loro interessi” a parte il fatto che sarebbe il caso di chiarire il concetto di “vicine” e, poi, non mi sembra che si vogliano prendere in considerazione gli interessi del territorio, almeno quegli interessi che le istituzioni, con l’avallo dei cittadini, hanno deciso di voler perseguire sancendolo prima in sede politica e poi in quella istituzionale. E’ stato detto in tutte le salse ma la LNG insiste a volerci convincere dell’esatto contrario.
• “Sosteniamo i diritti umani nell’ambito delle nostre aere di influenza” puro stile english colonialistico.
Infine tocca all’ambiente, qui su tre ne scelgo solo una, sarebbe troppo riportarle tutte.
• “Andiamo al di là del rispetto della regolamentazione locale in materia di ambiente per soddisfare la migliore prassi internazionale” . Questa è una piccolissima, ma non irrilevante, “pinocchiata”: andare “al di là del rispetto … bla bla …” dovrebbe voler dire aver sottoposto il rigassificatore alla Valutazione di Impatto Ambientale, prevista soprattutto dalle normative europee. Cosa che non si è fatta. Si è scelta una strada molto meno “complicata” per non complicare i propri interessi, non certo quelli del territorio.
Ora, miei cari quattro (4) lettori, non so se farete ancora in tempo, ma se vi fermate un attimo al “salotto” della LNG sul corso, oltre ad essere omaggiati di cappellini, portachiavi e vari depliants patinati, potrete presenziare ad interessanti e obiettive interviste oltre che a scambiare quattro chiacchiere con graziose hostess che seducono i passanti con il loro sorriso.
Potrete assistere, anche, al ripetitivo spot pubblicitario dove un signore, che funge da cavia, è “costretto” ad annusare numerose volte un bicchiere colmo di gas naturale liquefatto dove sguazzano, beati e incoscienti, un paio di pesciolini rossi e, addirittura, una signorina, altra cavia, sorseggia, con voluttuoso piacere, un bicchiere di questa delizia naturale, e non si può fare a meno di meravigliarsi di un incoscente che spegne la propria sigaretta in un contenitore pieno di questo prodotto delle meraviglie che è il gas naturale liquefatto. Uno spot senz’altro “educativo” soprattutto in termini di sicurezza, infatti fa sapere a tutti che il di cui sopra si può bere, annusare e se siete fumatori usarlo per spegnere le sigarette.
Vedendo quello spot mi viene spontaneo suggerire una mossa promozionale all’ing. Giorgio Battistini, direttore generale della LNG, persona pacata e gentile, e presumo, inviata qui a Brindisi per smussare l’arrogante ultimatum dell’antipatico inglese David Robottom. Si sa con la dolcezza si ottengono risultati migliori.
Torno al mio suggerimento, che ritengo di alta capacità comunicativa (e su questo la gentile dottoressa Silipigni mi conforterà). Consiglio, dunque, il responsabile della Brindisi LNG, ing. Battistini, per dare maggiore peso a tutta la pubblicità aziendale messa in strada e per convincere i più riottosi imiti senza indugio i protagonisti dello spot che manda ripetitivamente sullo schermo della TV al plasma. Beva anche lui un calice di quella rinfrescante delizia, in pubblico, faccia un brindisi a Brindisi. Non si dolga, però, se noi col nostro bicchiere sorseggeremo un gustoso Sussumaniello.
POSTILLA DEL 18/06/2006
E’ quanto meno lecito e doveroso aspettarsi comportamenti cristallini e
inattaccabili da chi non solo enuncia, ma li scrive a mo’ di “tavole sacre”,
alcuni sacrosanti principi che richiamano a un’etica fuori dal comune.
La Brindisi LNG - alias British Gas - evidentemente dimostra, con i suoi
concreti comportamenti, di non credere minimamente a ciò che ha scritto. Lo
ha fatto solo per “comunicare”, per rendere credibile, una certa immagine.
Non bastava “arrufianarsi” i cittadini omaggiandoli di cappellini,
portachiavi e altre miserie, non ha saputo, neanche, rinunciare all’epilogo
della sua campagna di comunicazione: un “bella” festa musicale per finire in
allegria dopo la sfilata sul palco dei soliti noti.
Perché doveva rinunciare? Per il grave incidente accaduto alla Pennetta
Petroli, per le gravissime condizioni in cui versava Giovanni Pagliata, il
povero operaio dell’azienda brindisina deceduto poi sabato 17.
Se non vi è stato un doveroso rispetto verso questo grave episodio, in
franchezza, per chi mai saranno validi i principi sopra riportati? Per quale
convenienza?
L’arte della comunicazione è una cosa seria se serve ad informare i
cittadini di una realtà. Secondo qualcuno, invece, la comunicazione è
riuscire ad accreditare una situazione che non esiste; c’è chi, molto in
alto, ha fatto di questa filosofia la propria fortuna e la nostra disgrazia.
Alla LNG evidentemente credono che basti dispensare cappellini e
sponsorizzazioni varie per riuscire nel proprio intento, è conseguente che
presuppongono d’avere a che fare con cittadini intrisi di povertà culturale
e d’animo.
Non c’è dubbio che qualcuno l’abbiano trovato, ma è improbabile
che ve ne siano altri a barattare la propria dignità con gli affari di
costoro.
Chiedano almeno scusa ai familiari dell'operaio deceduto.
Giorgio Sciarra
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