05/09/2006

La Storia a fumetti cinese


Era uno dei miei libri preferiti. Enzo Biagi e la storia d’Italia a fumetti. Tutta la nostra storia scorreva veloce con semplici rappresentazioni efficaci ed eloquenti, senza troppe discussioni ed analisi, oggettive e soggettive, ideologiche e culturali che avrei poi dovuto imparare ad analizzare in ben altri testi durante il percorso scolastico.

E’ di pochi giorni fa la notizia che il nuovo testo di Storia per i giovani delle scuole superiori cinesi approvato dal governo, contiene tanto costume e società e molto poca ideologia rispetto ai testi precedenti.
Mao viene citato solo una volta cosi come la Borsa di Wall Street, mentre il nuovo corso della storia cinese e le aperture al mercato di Deng Xiao Ping hanno una maggiore rilevanza almeno in chiave economica ma vengono interposte tra Bill Gates e le missioni dello Shuttle.
La rivoluzione Francese e la rivoluzione Bolscevica, un tempo ritenuti in Cina veri e propri capisaldi della storia mondiale, oggi vengono relegati a pochi paragrafi.

Sembrerebbe quasi una notizia positiva: l’ ideologia finalmente riposta nel cassetto.
Ma in realtà in un Paese dove la libertà di stampa e di espressione è ancora soggetta a diverse forme di controllo, questo modo di setacciare la propria storia e relegarla ad un fumetto distante, non è positivo perchè non parte da un’analisi ed una critica che fino ad oggi non c’è mai stata.
Tutto il periodo del maoismo, con i suoi errori ed orrori, non sono mai stati oggetto di un’attenta ricostruzione. Non parliamo poi di episodi piu recenti come Tiananmen.

La Storia cinese è sicuramente una storia fatta di guerre dinastiche, di lotte di classe, di rivoluzioni di cui probabilmente molti passaggi possono essere oggi rivisti e relegati ad un fumetto, ma la storia più recente è quella che scotta di più a partire dal periodo del colonialismo occidentale e delle guerre dell’oppio, fino ad adesso sempre viste in chiave ideologica ed oggi neanche più citate.
Quello che mi piacerebbe vedere è una Cina che dica a chiare lettere: il comunismo è stata una chiave per cambiare la societa, ammodernarla e renderla competitiva. Di errori ne sono stati commessi tanti, commessi anche da quegli stessi uomini che vengono considerati i Padri della Patria. Oggi è il momento di cambiare pagina, il “socialismo di mercato”, chiamato in occidente senza troppa ideologia “welfare state” è una grande vittoria del socialismo mondiale e non va dimenticata, va analizzata.

La Cina sta tentando di cambiare senza analizzare. Il terrore che tutto possa crollare sotto le critiche, fa si che è meglio guardare al futuro con lo Shuttle che si alza sputante di fuoco nel cielo che alla repressione di Tiananmen.
Se il comunismo rivoluzionario ha perso, il socialismo è ancora vivo non solo in Cina. La rivoluzione Francese non solo ha decapitato un re e la sua classe, ma è stato anche l’inizio di tutte quelle libertà civili e politiche di cui oggi andiamo fieri.
La Cina, nella sua Storia, non sarebbe poi tanto sola.

Gabriele D'Errico
Denver - Usa

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