04/01/2007

Per ogni fine c’è sempre un nuovo inizio. Di Oreste Pinto


L'ultimo dell'anno è il giorno in cui il bilancio del periodo appena trascorso si armonizza con gli auspici ed i buoni propositi per l’anno a venire.
Nel fugace scorrere del film degli ultimi 365 giorni si fa fuoco sugli eventi rilevanti scindendo l’ineluttabile da quelle circostanze in cui comportamenti differenti avrebbero generato risultati diversi. E nella consapevolezza che gli errori commessi costituiscono fonte di esperienza, ci si convince che per ogni fine c’è sempre un nuovo inizio, un futuro foriero di occasioni migliori.

Lasciarsi il passato alle spalle è, d’altronde, il movente del tradizionale lancio di oggetti dalla finestra, costume prima affiancato e poi soppiantato dal meno suggestivo scoppio di materiale esplodente.

Ma lasciare alle spalle quello che è accaduto a Brindisi durante la notte di Capodanno sarebbe un delitto da incoscienti. Proprio come quello perpetrato da alcuni ignoti ai danni dello stabilimento della Peritas.
Infatti, mentre nel centro della città il Comune infliggeva l’ennesimo colpo alle tante qualificate band locali chiamando sul palco di Piazza Vittoria sculettatori sudamericani e samurai giapponesi, nella prima periferia si è corso seriamente il rischio dell’ennesimo disastro ambientale. La fuoriuscita dai serbatoi di ammoniaca anidra, diluita al 25%, ha realmente messo a repentaglio la salute pubblica.

Brundisium.net, tra gli organi di stampa, è stato il primo, e per diverse ore l’unico, a rendere noto quanto accaduto. Nel pieno della notte di Capodanno ci siamo prodigati nella diffusione di notizie sicuri di compiere un dovere civico: l’informazione.
Un lavoro di cui andiamo fieri se è vero, come è vero, che oltre due ore dopo l’incidente e nonostante l’allerta del Nucleo Batteriologico Regionale, la Protezione Civile di Brindisi non era stata ancora informata.
E’ vero che esistono vari gradi di competenza ma è stato sufficiente compiere qualche ricerca su internet per rendersi conto che con l’ammoniaca anidra non si può scherzare. E bastava riflettere su quanto stava accadendo per capire che l’eventuale sopravalutazione dell’emergenza avrebbe generato, nella peggiore delle ipotesi, piccole scene di panico. Niente al confronto del rischio di disastro ambientale.

Nei giorni successivi, assieme alla corsa alla solidarietà per l’imprenditore colpito, è giunta la rassicurazione che nessuno ha mai corso dei rischi e che non si poteva parlare di nube tossica.
Sarà così. Ma andatelo a raccontare a chi c’era; a chi, pur lontano centinaia di metri dai serbatoi, è stato raggiunto dall’inconfondibile acerrimo odore di ammoniaca. Ascoltate cosa ha da riferire. E se la fauna e la flora potessero parlare?

Questa mattina, in attesa che la giustizia realizzi il proprio corso, finalmente un piccolo squarcio di luce: un redazionale di Gianmarco Di Napoli su Senzacolonne.
Un articolo che, seppur limitato alla contingente vicenda della Peritas, può essere allargato a tutta la realtà brindisina. Un territorio malato; una zona che, da anni, è oppressa da quei mali che si compendiano senza soluzione di continuità nell'attentato di Capodanno: Criminalità (quella con C maiuscola che, come nella storia dell’uovo e la gallina, pare inscindibile dall’Omertà), emergenza ambientale, poteri forti e poteri fortissimi.
Da brindisino schietto ed attento alle cose di casa mia non posso nascondere di aver provato un sussulto di orgoglio verificando che una delle migliori penne in circolazione, nel momento in cui affronta temi scottanti come criminalità e rischi ambientali, butti via i peli sulla lingua e dica “pane al pane e vino al vino”. E che soprattutto permetta al suo giornale di privarsi della remora di puntare il dito contro i malcostumi dei poteri forti. Nella fattispecie l'omertà e l'inedia.
Il tutto nell’esclusivo interesse della pubblica utilità e di coloro che sono chiamati a tutelarla.
Finalmente un ritorno al passato per una testata che pareva aver immolato la denuncia delle storture ambientali (intese in senso largo) sull’altare del vacuo sensazionalismo e dei sostenitori delle “opportunità di lavoro e guadagno, costi quel che costi”. Le stesse persone che, da altri pulpiti, hanno colpevolmente mancato di denunciare e combattere chi impone il pizzo alla categoria imprenditoriale ed è in grado di far assumere i suoi protetti. Con buona pace dei tanti giovani brindisini meritevoli che, per sbarcare il lunario, sono costretti a migrare fuori sede.

Per ogni fine c’è sempre un nuovo inizio. E se a mutare lo stato delle cose fosse proprio il coraggio di cambiare le carte in tavola in una città che non ha più nulla da perdere?

Oreste Pinto