09/01/2007

Leggete e fate i delinquenti. Di Oreste Pinto


Leggo e rileggo. Mi fermo, stropiccio gli occhi. Provo a guardare meglio. Mi sarò sbagliato. Niente: è scritto proprio così. Sgrano lo sguardo e chiudo di scatto il giornale. Non ce la faccio più a leggere. A pensare.
Ma è solo un attimo. Viene a galla la voglia di riflettere, la bramosia di giudicare.

Riapro il Nuovo Quotidiano di Puglia e prendo appunti:
- “Le aziende assumono pregiudicati?”
- “Tali assunzioni sono normali, non rappresentano un dato di fatto negativo, anzi sono addirittura auspicate dal Prefetto per il reinserimento nel mondo del lavoro di alcuni soggetti”.

La domanda è posta dalla brava giornalista Tea Sisto. La risposta è del notaio Michele Errico, Presidente dell’Amministrazione Provinciale di Brindisi. L’articolo è a pag. 11 del Quotidiano di Brindisi del 09/01/2007. Compratelo e conservatelo con cura. Difficile che le speranze di cambiamento possano trovare un manifesto funebre più eloquente.
Brindisi ha deciso di convivere con la malavita. Non solo. La fomenta pure, garantendo ai delinquenti una corsia privilegiata per la propria realizzazione personale.

A questo punto fateci un favore: evitate la farsa dei megaincontri in Prefettura. Dispensate dalle analisi sociologiche. Non credete a chi vi garantisce che il fenomeno delinquenziale sarà combattuto con ogni mezzo.
Sono enormi cazzate.
La verità è evidente. Per aspirare ad un’occupazione dignitosa in provincia di Brindisi, cari miei concittadini, è inutile che vi affanniate a studiare ed a comportarvi da ragazzi ed uomini modello.
Conseguire un diploma o una laurea, frequentare con successo corsi di formazione e master non rappresenta titolo necessario e sufficiente per entrare nel mondo del lavoro. Almeno non quanto lo è il titolo onorifico di “pregiudicato”.

Naturalmente non ho nulla contro una persona che ha sbagliato, che magari ha già pagato il conto con la giustizia ed ha messo la testa a posto. E’ sacrosanto AUSPICARE che per questa gente siano garantite pari opportunità d’accesso al mondo del lavoro. Ossia che se la giochino alla pari con tutti gli altri. Nulla più.
Ma il discorso, a ben guardare, è completamente diverso.
Prefetto e Presidente della Provincia non si riferiscono a questo tipo di “pregiudicati” ma a persone che continuano a delinquere. Il ragionamento è di quelli che più lineari non si può: rappresenti una minaccia per la comunità? Ti facciamo lavorare! Così la smetti di rompere le scatole…

Allora, bando alle chiacchiere e mano sul cuore. Premesso che in questa realtà, il numero dei disoccupati è notevolmente inferiore alle opportunità lavorative, abbiate il coraggio di dire in faccia alla popolazione che è in atto una selezione scientifica: far rimanere a Brindisi i delinquenti e, di conseguenza, costringere tutti gli altri, in mancanza di santi in paradiso, ad emigrare o a restare perennemente disoccupati.
Sua Eccellenza il Prefetto renda noto se corrisponde al vero che AUSPICA l’assunzione di pregiudicati. Il Notaio Errico, dopo aver riflettuto con cognizione di causa, certifichi l'asserzione “che tali assunzioni non sono un fatto negativo” ed attesti esplicitamente che è preferibile che a trovare occupazione sia un delinquente piuttosto che un giovane corretto ed istruito.

Se così fosse è lecito pensare che i nostri genitori abbiano sbagliato tutto. Che i bravi genitori di oggi continuino a sbagliare tutto. Invece di mandare i figli a scuola, piuttosto che educarli all’insegna del rispetto e della civile convivenza, avrebbero dovuto inculcare loro che, in una realtà come questa, basta essere un poco di buono per ottenere qualcosa.
Allora, giovani disoccupati brindisini, ragazzi che vi dirigete al Nord per andare a lavorare: non perdetevi d’animo. Volete davvero un lavoro? Minacciate, taglieggiate, sparate ed uccidete pure. Vedrete che ci sarà qualcuno che invece di pretendere una punizione esemplare si interesserà al dilemma occupazione auspicando il vostro inserimento nel mondo del lavoro.

Oreste Pinto