14/04/2007

La mafia uccide il silenzio pure


Promossa dagli dall’Unione degli Studenti della provincia di Brindisi si svolge oggi, la manifestazione contro tutte le mafie.
Il raduno è alle ore 16:00 in piazza Crispi (Stazione);
Il corteo attraverserà Corso Umberto, Corso Garibaldi, via Regina Margherita e terminerà a Piazzale Lenio Flacco dove ci sarà un palco, sul quale interverrano solo i rappresentanti dei soggetti giovanili e i rappresentanti della Provincia e del Comune.
Al termine degli interventi sarà proiettato un video nel quale l'UDS ha raccolto diverse interviste a passanti e a relatori quotidianamente impegnati in prima linea nella lotta alle mafie come Don Ciotti e il giudice Maruccia.

Di seguito il manifesto redatto per la manifestazione:

LA MAFIA UCCIDE, IL SILENZIO PURE

Corleone, Scampia, Locri ma non solo…
Oggi come ieri, prepotenza, sfruttamento e violenza sono i comuni denominatori degli interessi criminali, associati o singoli, che caratterizzano il nostro paese da Nord a Sud e che prendono forme diverse, in riferimento al contesto e ai tessuti sociali.

Da un lato c’è la storia, nota a tutti, evidente e lampante: le mafie, identificate spesso solo nella criminalità organizzata che si pone come anti-stato, vanno a braccetto con politica e imprenditoria, mantenendo però il proprio status. Dall’altro ci sono le varie forme a cui oggi la parola mafia potrebbe essere associata.
Le mafie hanno una fisicità amorfa, che ha vari livelli di interessi che partono dall’alto e arrivano alla base. Nel meridione il fenomeno mafioso ha un ruolo fondamentale nelle dinamiche sociali: intercede in appalti blindati, fa pagare il pizzo o sottrae le giovani generazioni all’istruzione, facendo credere che il benessere e il rispetto si trovino nel guadagno facile e illegale. Inoltre assumiamo come dato di fatto che subaffittare e sfruttare il lavoro, al Nord come al Sud, a lavoratori immigrati e non, oltre che schiavismo, è vera e propria mafia.

Come studenti medi, crediamo che sia doveroso mettere al centro della lotta alle mafie, la scuola e i saperi. È necessario che l’istruzione sia accessibile a tutti, che le scuole siano capaci di mettere le persone in relazione tra di loro, farle crescere ed emanciparsi insieme, palestre di democrazia, di cittadinanza attiva e partecipata.
Le piazze e i quartieri, soprattutto quelli periferici e privi di centri di aggregazione, devono diventare luoghi di cooperazione tra le persone e di partecipazione, non teatri di violenze, soprusi e sfruttamento. L’esperienza del nostro territorio ci insegna come le mafie traggano linfa vitale dal disagio giovanile, dall’esclusione, dall’emarginazione, dall’abbandono e dal desiderio del guadagno facile, imposto dalla società dei consumi. Per questo la lotta alla micro ed alla macro criminalità non può essere combattuto dall’esercito o da qualche volante in più per strada, ma deve coinvolgere chi realmente vive situazioni di disagio materiale e immateriale.

La mafia non è un fenomeno circoscritto a realtà lontane come Reggio Calabria, Napoli e Palermo, ma colpisce anche la nostra regione ed il nostro territorio, in cui la criminalità ha contaminato e modificato il nostro tessuto sociale e le nostre coscienze, penetrando nelle istituzioni e nella politica, plasmando i nostri comportamenti fino a spingerci a convivere con l’insieme di logiche clientelari, di prepotenze, di favoritismi e di raccomandazioni che da essa derivano. La nostra iniziativa, deve essere l’inizio di una presa di coscienza da parte di tutta la cittadinanza nei confronti di un problema che coinvolge ogni individuo, a prescindere dalla sua appartenenza politica, sociale. Questa manifestazione non avrà colore politico ma solo il colore rosso del sangue versato da tante vittime e il nero della nostra rabbia.

Abbiamo deciso d’intraprendere questo progetto, perché riteniamo che ci sia bisogno di prospettive reali per la nostra generazione e per quelle future. Noi desideriamo un mondo dove non si debba più chiedere quello che ci spetta di diritto, vogliamo essere capaci di immaginarci un futuro senza illegalità e sfruttamento. Per questo dobbiamo affermare e diffondere l’idea che un’alternativa reale all’omertà e all’indifferenza risieda nella volontà delle persone di essere realmente libere nell’affrontare la realtà.

Per debellare questa epidemia di illegalità ci vuole un massiccio vaccino di informazione e coraggio. Vogliamo contrastare questo cancro della nostra società prima che esso si trasformi in una metastasi, perché come diceva il famoso giudice Falcone “la mafia è un fenomeno umano e come ogni fenomeno umano ha avuto un inizio ed avrà anche una fine”.