03/01/2004
Legambiente si oppone al ripotenziamento della centrale di Brindisi nord
Legambiente Nazionale ha fatto pervenire al Ministero dell'ambiente ed alla Regione Puglia una memoria tecnica per affermare la propria opposizione al progetto di ripotenziamento della centrale di Brindisi nord. Brundisium.net la pubblica integralmente:
Spett.le Ministero dell’ambiente;
Spett.le Regione Puglia.
Oggetto: Osservazioni in merito alla richiesta di pronuncia di compatibilità ambientale del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio in merito alla proposta di ripotenziamento della centrale termoelettrica Brindisi nord.
Premesso che in attuazione dell’accordo fra i Ministri dell’ambiente e dell’industria, Enel, in quel momento proprietaria dell’impianto in oggetto, ha sottoscritto il 12 novembre 1996 l’accordo con Governo, Regione Puglia, Provincia di Brindisi e Comune di Brindisi, successivamente tramutato in convenzione sul polo energetico brindisino, impegnandosi, fra l’altro, a garantire dal 1° gennaio 2000, l’esercizio di sole due sezioni a metano nella centrale suddetta fino al 31 dicembre 2004, data di dismissione dell’impianto;
Premesso che nell’accordo precedentemente citato, venivano recepite le prescrizioni del Ministro dell’ambiente relative ai limiti di emissioni massiche in atmosfera su base annua, pari a 21.000 T (so2), 12.000 T (noX), 2.500 T (Polveri) per il 1998 e, rispettivamente, 18.000, 12.000 e 2.000 T per il 2000 e 13.000, 10.000 e 1.700 per il 2004;
Premesso che con D.P.C.M. del 4 agosto 1999, concernente l’approvazione del piano per le cessioni degli impianti dell’Enel S.P.A., è stato disposto, fra l’altro, il conferimento della centrale Brindisi nord ad una società (nel caso specifico Eurogen) e la sua trasformazione a ciclo combinato;
Premesso che l’impossibilità di rispettare i limiti di emissioni massiche in un anno ha comportato la messa in riserva dell’impianto e successivamente l’autorizzazione all’esercizio di una sola sezione, non essendo avvenuta l’ambientalizzazione (in primo luogo, la realizzazione dei desolforatori) prescritta con numerosi decreti mica ;
Premesso che sono stati consentiti limiti di emissione in atmosfera, espressi come medie mensili, significativamente superiori a quelli fissati nel D.M. 12.07.1990, unicamente perché si asseriva che i lavori in corso avrebbero garantito il rispetto dei valori prescritti (400 mg/Nm3 per So2, 200 mg/Nm3 per Nox e 50 mg/Nm3 per le polveri) entro il termine del 31.12.2002 stabilito dal decreto ministeriale in questione, in contrasto con le disposizioni del quale, come è risaputo, è stato necessario garantire la prosecuzione dell’esercizio in deroga all’attuazione tassativa dall’01.01.2003;
Premesso che Enel nel 2000 inseriva la centrale termoelettrica Brindisi nord fra gli impianti alimentati a carbone o ad olio combustibile da dismettere, sostituendoli con nuovi impianti a ciclo combinato nel suo piano industriale pluriennale, teso a migliorare sensibilmente efficienza, rendimento ed impatto ambientale;
Premesso che il 29.01.2001 il ministero dell’ambiente, nel verificare l’assoggettabilità a procedura V.I.A. del progetto di adeguamento ambientale con trasformazione in ciclo combinato della centrale termoelettrica Eurogen di Brindisi Nord, ha ritenuto di non sottoporre a procedura V.I.A. ai sensi dell’art. 6 della legge 349/86, l’opera, a condizione che vi fossero: l’immediato avvio dei lavori di trasformazione a ciclo combinato – l’utilizzo di nuovi edifici per l’alloggiamento dei generatori di vapore a recupero – limitazioni delle emissioni in atmosfera delle sezioni n° 1,2 e 3 oggetto della trasformazione a ciclo combinato, fissando in 50 mg/Nm3 i limiti per Nox e Co le medie mensili (ovviamente So2 e Polveri in un tale impianto sono giudicati insignificanti) – la riprogettazione del monitoraggio ambientale – lo smantellamento e/o la demolizione in tutte la opere non più utilizzate e la successiva riqualificazione ambientale delle aree dismesse – dismissione, bonifica e ripristino ambientale delle aree di stoccaggio di carbone ed olio combustibile;
Premesso che tenendo in particolare conto la relazione del Ministero dell’ambiente, in Ministero delle attività produttive ha emesso il decreto n°13/2001 che autorizzava il nuovo impianto a ciclo combinato e l’avvio dei lavori entro il 31.12.2001;
Premesso che i lavori di dismissione dell’impianto esistente di bonifica e di ripristino ambientale delle aree interessate e di avvio della costruzione dell’impianto a ciclo combinato non sono stato eseguiti e che, invece di dar seguito alla applicazione della convenzione sul polo energetico o agli atti autorizzativi di lavori disposti, il Governo ha consentito la proroga dell’esercizio a carbone della centrale Br/nord;
Premesso che gli Enti locali interessati ed Enel (titolare della centrale termoelettrica Brindisi sud di 2640 MW di potenza nominale), Enipower (titolare dell’impianto autorizzato a ciclo combinato di 1.170 MW) ed Edipower (che ha rilevato la titolarità della centrale Brindisi/nord) hanno stipulato convenzioni, attraverso cui cancellano le prescrizioni sui limiti di emissione in atmosfera disposti nell’accordo interministeriale del luglio 1996 e recepiti nell’accordo Governo- Enti locali- Enel del 12.11.1996 e nella conseguente convenzione per il solo funzionamento della centrale Br/nord vengono fissati i limiti di emissioni massiche nel 1996 valide per l’intero polo; per la centrale Br/nord si parla genericamente di rispetto dei limiti di legge, da intendersi come medie mensili – 400 mg/Nm3 per So2, 200 mg/Nm3 per Nox, 50 mg/Nm3 per le polveri - invece di valori nulli in caso di dismissione dell’impianto e per So2 e polveri per il funzionamento a ciclo combinato, rispetto al quale si avrebbero 50 m/ Nm3 per Nox, valore presumibile anche per l’impianto Enipower;
Premesso che Legambiente ha presentato un esposto per la violazione del d.p.r. 203/88 e del conseguente D.M. 12.07.1990 per quel che attiene in mancato adeguamento ambientale della centrale Br/nord entro il 31.12.2002 e che il Governo ha emesso decreti per garantire la prosecuzione dell’esercizio in deroga alle disposizioni di legge e la possibile realizzazione di un impianto ibrido, tecnicamente e praticamente discutibile, a carbone per due sezioni ed a ciclo combinato;
Premesso che la storia della centrale Br/nord è la storia degli interessi aziendali che piegano lo stato di diritto (impianto, con camini alti meno di 60 mt, sotto il cono di atterraggio dell’aeroporto, desolforatori mai realizzati, opere di adeguamento ambientale prescritte e mai pienamente attuate, leggi, decreti, disposizioni governative, atti e contratti formalizzati e sempre derogati o non resi operativi,
Legambiente esprime parere negativo rispetto alla richiesta in oggetto:
Considerato che l’aria non può più ospitare un impianto alimentato a carbone, con camini alti appena 60 mt e senza impianti di denitrificazione e desolforazione per ogni singola sezione di cui si chiede l’autorizzazione, oltreché il permanere di traffici turistici e commerciali e dall’alta presenza di turisti e lavoratori;
Considerato che il progetto presentato è in evidente contrasto con le disposizioni sulla potenza installata e in esercizio e con i limiti di emissione in atmosfera fissati nell’accordo interministeriale del luglio 1996 e nell’accordo del 12.11.1996 e nella convenzione successivamente stipulati, nonché con quanto rilevato e richiesto nell’atto di verifica sulla procedura V.I.A. del Ministero dell’ambiente del 29.01 2001, nonché con il piano di risanamento per l’area ad elevato rischio di crisi ambientale di Brindisi;
Considerato che nessun cenno si fa nell’avviso pubblico alla dismissione, bonifica e ripristino ambientale (anche ricordando che brindisi è fra l aree di interesse nazionale per quel che attiene la bonifica di siti inquinati) di impianti ed aree utilizzate, alla disponibilità di aree conseguenti o da acquisire per nuove opere;
Considerato che estremamente nebulosa è la descrizione, dal punto di vista tecnologico ed operativo, sul funzionamento contestuale di sezioni a carbone (perché si dice “prevalentemente” a carbone?) e di moduli a ciclo combinato (qual’è la turbina esistente da 250 Mw ed è compatibile con l’impianto progettato e perché non si fa riferimento preciso a turbine a recupero di vapore? );
Considerato che estremamente nebulosa è la descrizione sullo stoccaggio di combustibili e sull’effettiva disponibilità di spazi, mentre nullo è il riferimento alla presenza di aree di stoccaggi per ceneri, fanghi o gessi;
Considerato che estremamente nebulosa è la descrizione sulla realizzazione di opere di denitrificazione catalitica nella sezione 1 soltanto e di desolforazione al servizio delle sole sezioni 1 e 3;
Considerato che non viene specificato ciò che va soltanto supposto, cioè l’impianto di approvvigionamento del metano.
Legambiente ha sempre dichiarato la propria opposizione alla permanenza della centrale termoelettrica, alimentata a carbone, nell’area di Costa Morena, in forte espansione turistica e commerciale, ma riterrebbe gravissimo l’accoglimento da parte del Ministero dell’ambiente e la tutela del territorio, anche alla luce degli atti emessi sull’A.R.I.S. di Brindisi e sui siti da bonificare e nella relazione del 29.01.2001, della richiesta Edipower di potenziamento della centrale Brindisi nord.
02.01.2004 Francesco Ferrante
Direttore Nazionale di Legambiente
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