20/06/2007

I costi della casta. Di TE. MA.


Il nostro è un Paese veramente strano: mentre il mondo politico litiga e si accapiglia sui contenuti delle intercettazioni telefoniche legati alla vicenda BNL-UNIPOL, peraltro vecchi di due anni, anziché mettere fine al massacro varando (destra e sinistra insieme) una legge degna di tale nome, in questi stessi giorni è quasi passata inosservata l’iniziativa assunta dalle Regioni italiane che, dopo aver stilato un documento austero, sollecitano il Governo centrale a promuovere una “cabina di regia” volta ad arginare il debito pubblico. Si chiede, in sintesi, di individuare parametri e criteri di virtuosità sulla annosa questione delle spese correnti.
L’incontro tra Governo e Enti locali è stato già concordato; la speranza è che non si trasformi in una ulteriore occasione di spreco, con lunghe e defaticanti riunioni al termine delle quali quasi sempre si decide di non decidere, rinviando ad altra data la seduta in attesa di chiarire le rispettive posizioni.

Però, nell’esaminare le argomentazioni di entrambe le parti, ci si rende conto che l’auspicato accordo tra Istituzioni nazionali e quelle locali non sarà tanto facile da trovare.
Infatti, da una parte il Governo tenterà di concentrare l’attenzione sui pesanti costi delle cariche elettive, mentre i rappresentanti delle Regioni chiederanno che si discuta di “tutti gli Organi dello Stato” e, quindi, di tutte le cariche pubbliche. Per dirla senza usare il politichese se deputati e senatori non hanno alcuna intenzione di ridurre i loro emolumenti, a quale titolo viene richiesto dall’Esecutivo il sacrificio di diminuire lo stipendio ai “poveri” amministratori regionali?

Se questa è la premessa, appare quanto mai arduo che si compiano passi avanti sulla strada, peraltro impervia, del contenimento della spesa pubblica, a partire dai tagli di introiti e prebende ai rappresentanti del popolo, che tanto indignano la “gente comune”.
E mentre divampano le discussioni sul primato della politica che da noi finisce per essere un “controllo” su tutto, l’On Rocco Buttiglione, autorevole esponente dell’UDC, magari per stemperare l’onda lunga dell’antipolitica, si è rivolto ai questori di Palazzo Madama chiedendo, con una accorata missiva, che nella bouvette del Senato vengano messe a disposizione vasche di gelato fresco.

Siccome la Casta è casta e per questo và rispettata, sappiamo come andrà a finire: il Senatore Buttiglione sarà accontentato e, dunque, potrà sorbire soddisfatto il suo gelato, a patto però che i singoli consiglieri regionali, provinciali, comunali e circoscrizionali abbiano anche loro il sacrosanto diritto allo spumone.

TE.MA